Votes taken by |Kei|

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    Guarda sulle yellow news, c'è un articolo che ne parla
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    Essere sociopatico non vuol dire per forza non provare sentimenti. Lui può essere classificato benissimo come tale, ma comunque sia nell'interpretazione BBC che quella cinematografica lo vediamo mostrare sia amore che tristezza o altro.

    Comunque è molto probabile ci sia una sorta di "Easter Egg" sull'omosessualità nell'interpretazione BBC, ma credo sia voluto e non porti realmente i personaggi ad essere omosessuali, bensì porti il pubblico ad osservare tali "comportamenti", trarne conclusioni e prenderla con simpatia. Un messaggio che a mio avviso può essere trasmesso come: "Pure un mito come Sherlock Holmes nella società moderna può essere omosessuale, in questo non c'è nulla di male in quanto rimane sempre lo stesso personaggio." In sostanza un messaggio di "tolleranza" (termine brutto), in quanto ancora gli omosessuali sono visti male nella società moderna.

    Detto ciò ho elaborato il mio pensiero con le seguenti conclusioni:
    I personaggi sono gay? A mio avviso no
    I personaggi mostrano comportamenti fraintendibili? A volte si

    Morale della storia è una sorta di provocazione, ben riuscita ed elaborata. Complimenti al creatore.

    Aspettiamo la prossima stagione, magari sbaglio :P
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    Un serial killer non nasce mai per caso. Ci sono fattori psicologici, fisiologici, ambientali, che influiscono in modo determinante sullo sviluppo di una personalità delirante; il concretizzarsi delle fantasie del soggetto “malato” si estrinseca necessariamente in una scia sanguinante di delitti, efferati e inspiegabili ai nostri occhi, ma ben costruiti per la mente del criminale seriale.
    La figura femminile spesso incarna l’oggetto col quale il killer non riesce a rapportarsi adeguatamente facendolo sentire impotente e inferiore. Quando parlo di impotenza, non faccio riferimento solo a un’eventuale impotenza sessuale, ma anche a una qualunque forma di inettitudine del soggetto nei confronti della donna, che nel suo immaginario può assumere varie vesti; una donna assente, verosimilmente nell’infanzia del soggetto, una madre cinica e severa che incute timore e instilla un odio virulento nella mente del futuro killer, una figura femminile ambita dal punto di vista sentimentale e sessuale che non ricambia le attenzioni, e spesso che neanche comprende le intenzioni del soggetto. La casistica è molto ampia, anche se esistono necessariamente delle classificazioni, e soprattutto varia in base all’esperienza personale.
    Tutte queste forme di “abbandono” scatenano nella psiche del soggetto malato una sorta di perversione, un comportamento che si esprime in forme atipiche rispetto alla norma, portando a un rituale di uccisione scandito.
    Nella storia del Mostro di certo devono essersi verificati uno o più episodi che hanno influito in maniera determinante nello sviluppo della convinzione di sentirsi abbandonato; è importante però tenere ben presente che non è mai un solo fattore a scatenare la psicopatia di un serial killer.



    Credo che tutti noi abbiamo subito una delusione, ci siamo sentiti in balìa di un destino incerto, sicuramente ci siamo sentiti soli in momenti importanti della nostra vita; è abbastanza evidente però che non sfoghiamo la frustrazione nel compiere delitti.
    Fisiologicamente e psicologicamente potrebbe esserci una predisposizione, che di certo viene fuori nel momento in cui un fattore esterno riporta a galla un malessere mai sopito. Nella mente del soggetto si fa quindi chiara quale possa essere la sua missione, e basta veramente anche solo un ricordo, un’immagine, un luogo, un odore, un sentimento provato anni addietro, per portare una personalità disturbata nel binario che lui considera l’unico percorribile: quello di uccidere ritualmente per appagare un bisogno che sente fortissimo e imperativo.
    E’ molto interessante a questo punto, approfondire le tematiche che il film “Maniac” mette in luce, e introdurre un aspetto, a mio avviso molto affascinante, che riguarda l’interazione dei serial killer coi mezzi di comunicazione.
    Il protagonista del film, che in certe casistiche mi ricorda Norman Bates (il protagonista di “Psycho”, pellicola capolavoro guarda caso ispirata alla figura di uno dei serial killer più prolifici e più noti negli Stati Uniti, Ed Gein, che manco a dirlo aveva grossi problemi con la figura materna), è afflitto da una grave solitudine e da un’incapacità di vivere dovute dalla necessità di rimpiazzare la figura della madre. Per colmare questo vuoto uccide le donne, ne asporta e conserva lo scalpo, vivendo circondato da manichini decisamente macabri. Il fatto che questo film sia uscito a Firenze nei giorni del delitto di Calenzano, e che la scena principale con la quale si sponsorizzava la pellicola fosse proprio l’omicidio di una coppietta all’interno di un’automobile, possono essere di certo una casualità; proviamo però a fare una riflessione, tenendo sempre conto che di risposte giuste possono esservene più di una.
    Alcuni autorevoli studiosi del caso ritengono che questo film sia stato un fattore scatenante della scia dei delitti 1981-1985. Personalmente mi sembra alquanto poco probabile; per quanto sia suggestivo pensarlo, credo che questo sia invece un fattore fuorviante.


    Un serial killer ha già in testa un rituale di uccisione, perché quello è l’unico modo che può portare appagamento, non trarrebbe il medesimo godimento nell’uccidere con mezzi diversi, soggetti diversi, in circostanze diverse, e con gesti e cerimoniali differenti.
    Una cosa però può dirci questo, chiamiamolo tempismo, tra l’uscita del film e le ancor più brutali escissioni praticate sul cadavere della donna: il Mostro potrebbe aver visto il film, potrebbe aver pensato che il film potesse ispirarsi in qualche modo alle sue gesta, potrebbe essersi sentito meno solo e magari anche giustificato, nel vedere che anche un business come quello del cinema americano “partorisce” idee di morte come la sua mente. L’ego del killer deve essersi sentito appagato, tanto da iniziare a pensare di dialogare con i mezzi di comunicazione di massa: il 1981 è l’anno in cui il Mostro uccide due volte a distanza di pochi mesi.
    Questo voler confrontarsi coi mass media (per il narcisismo e la voglia di visibilità) si ritrova in molte altre personalità passate tristemente alla storia come delinquenti seriali: cito nuovamente Zodiac, Jack lo Squartatore (del quale è uscita recentemente una presunta autobiografia, che è dal punto di vista scientifico interessantissima), Unabomber italiano, e molti altri.
    A proposito di quest’ultimo: negli anni dell’attività criminale di Unabomber, è uscito un film, uno splatter “amatoriale”, che è circolato solo nelle regioni interessate dagli attentati del dinamitardo, che faceva evidente riferimento alle gesta di Unabomber. Uno dei delitti che viene compiuto nel film avviene all’interno di una chiesa, con modalità che sono in maniera sconcertante similari all’attentato che avviene nella realtà dopo l’uscita del film; anche in questo caso, però, non credo che Unabomber si sia lasciato ispirare dalla pellicola.
    Piuttosto, mi sembra più probabile che abbia voluto lasciare un messaggio, un ringraziamento per l’essere stato omaggiato addirittura sul grande schermo.
    Non dimentichiamoci mai che la realtà supera di gran lunga ogni qualunque tipo di fantasia.

    Giulia Morandini
    Criminologa
    Università La Sapienza Roma

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    Certo se hai da moltissimo telefono il telefono e non ha lo schermo touch super "sensibile", perché se funziona a pressione si, altrimenti è improbabile trovare quei segni.
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    Non so dove abbia trovato marpat gli algoritmi, comunque tieni conto che sono indicativi e non è detto funzionino sempre.
    Comunque benvenuto :)
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    Benvenuto! Spero ti troverai bene!

    Se hai voglia condividi qualche tua conoscenza !
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    Benvenuto, complimenti sia per le passioni che per la bella presentazione!

    Se ti fa piacere puoi aggiungere anche qualcosa sull'essere prestigiatore. In generale sentiti libero di condividere e dare pareri!

    :)
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    Uno dei film più belli secondo me! :)
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    Aggiunto pure allo storytelling del loro sito :lol: :lol:

    http://www.group.formaementis.net/storytel...forum-tematici/
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    Il 24 ed il 25 settembre a Rieti si è svolto un corso intensivo di due giorni sulla comunicazione non verbale al quale ho avuto la fortuna di partecipare, fortuna anche perché il corso è a numero chiuso.
    Gli argomenti trattati in realtà sono stati molto più vasti di quelli previsti dal programma, infatti Fabio Pandiscia permette ai partecipanti di poter chiarire qualsiasi curiosità, anche di natura personale, sfociando cosi in temi psicologici alquanto vasti.

    fm_panoramica



    Il corso di "base" si divide in due fasi;

    Durante la prima fase (primo giorno) vengono trattate le emozioni ed il loro manifestarsi. Viene quindi spiegato cos'è il F.A.C.S e a cosa realmente serve, quali sono i muscoli facciali da tenere in considerazione ( nonché chiamati unità di azione nel facs, UA), cosa significano tutte le terminologie e tanto altro.
    Da tutto ciò poi si passa all' EMFACS (Emotional Facial Acting Coding System), cioè lo studio più specifico sulle UA più importanti con le quali vengono espresse le emozioni base, le 7 emozioni universali studiate da Paul Ekman e dal Professor Matsumoto:

    Esistono 7 emozioni universali innate per noi tutti, sono:

    paura
    tristezza
    gioia
    disgusto
    sorpresa
    rabbia
    disprezzo


    Queste emozioni sono per l'appunto universali, ovvero in qualunque parte del pianeta voi andiate, le persone presenteranno la stessa mimica facciale per esprimere la stessa emozione.

    Dopo di ciò si passa al capire perché le emozioni si tramutano in microespressioni del viso e per quale motivo esse non sono mascherabili (salvo casi eccezionali dove comunque sono coinvolte lesioni a livello di nervi o muscoli).
    Dunque viene spiegata la funzione dell'amigdala e del cervello, come divide, gli impulsi esterni, le reazioni istintive e quelle razionali.

    Curiosità: E' possibile ottenere un'emozione spontanea su persone che non possono volontariamente muovere una fascia di muscoli ( questione di lesioni in zone del cervello)

    Da qui poi arriviamo all'interpretazione vera e propria delle espressioni, al riconoscere i segnali di menzogna, valutare le emozioni di chi ci sta di fronte.

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    Vengono successivamente analizzate le sette emozioni di base, una per una, vengono fatti esercizi per riprodurle e riconoscerle, uno di questi alquanto carino che permette di capire quanto sia difficile imitare un'espressione autentica è semplicemente quello di cercare di mettere in moto solo le unità d'azione legate all'emozione (a parer mio è impossibile). Di fatto quindi le microespressioni sono la vera emozione espressa nel momento.
    Un'altra precisazione importante da fare, che viene subito posta come premessa del corso, è che ogni gesto non ha alcun significato se non preso in un determinato frangente di tempo come reazione ad un determinato stimolo in un determinato contesto.
    Perciò poi oltre allo studio delle emozioni viene spiegato come capire se la persona sta provando qualcosa dentro di se che non mostra, come suscitare quell'emozione ed andare ad indagare sul perché di quel segnale su quella vostra parola detta casualmente. Molto utile per simpatizzare!
    Come extra date le incessanti domande si è parlato di PNL, tipi di persone in base allo sviluppo psicologico dai 0 ai 10 anni e come comportarsi con le persone una volta capito il gruppo di appartenenza, ovviamente è stato spiegato anche come capirlo. (In realtà non ci sono gruppi di persone specifici ma bensì persone con mancanze in un determinato campo emozionale o persone con troppo carico in quel campo durante la fase di crescita, e questo rimane un punto debole nell'inconscio)

    Non posso entrare nello specifico in quanto riassumere 8 ore in poche righe mi risulta complesso e lungo come lavoro.

    Risultato del primo giorno: tutti hanno passato il corso METT/MIX senza difficoltà, nessuno poteva dire boiate agli altri in quanto successivamente veniva sgamato subito (ah povero ego infranto), riconoscere una microespressione oppure un'emozione non richiede più lo sforzo di concentrarsi (immaginate poi durante l'interazione con le persone di tutti i giorni).


    Seconda fase (Secondo giorno)

    La seconda giornata è incentrata sul linguaggio del corpo, non solo la faccia, ma comprende tutto.

    Vengono trattati:
    Linguaggio non verbale
    Linguaggio Verbale
    Linguaggio Paraverbale




    Ovvero come si suddivide la comunicazione, quanto in realtà trasmettiamo con le parole e quanto con il resto del corpo, tutti i segnali di piacere, di gradimento, segnali di non gradimento e segnali di seduzione.

    Si parla di unire tutto quello che è stato appreso nel primo giorno con tutto ciò che si apprende nel secondo.

    Quindi come porsi con le persone, a partire dal modo di avvicinarsi (dalla camminata, sulla quale dovrò lavorare hehe) , al modo di tenere le mani, al ritmo, alla velocità, la distanza da tenere quando ci si presenta, quando si parla, al ritmo della voce, al tono ed al volume della voce.
    Parte importante poi sulla simbologia mentre si comunica, cosa trasmettono i nostri gesti, come capire quale stile di comunicazione usare con una persona, infatti nella prima parte abbiamo appurato che in base allo sviluppo psicologico le persone tendono a gradire o meno un certo modo di porsi ad esse. Oltre ad averne parlato, ci sono state delle dimostrazioni pratiche, che ancora adesso.. wow.. in base al modo di porsi con qualcuno esso reagiva in modo diverso, di fatto aumentando o diminuendo la distanza, la postura, oltre che mostrare involontariamente gesti di non gradimento o viceversa di approvazione.

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    Infatti molto importante la parte pratica del corso che ti fa "toccare con mano" ciò di cui si discute.

    Poi, rimuovendo un luogo comune, viene spiegata la differenza tra il cervello maschile e quello femminile, quest'ultimo a quanto pare è dotato di più connessioni sinaptiche, perciò tende ad avere una maggiore visione di insieme, ad una comunicazione maggiore, di fatto il luogo comune vuole che la donna parli tanto ed.. è cosi in realtà.
    L'uomo è più diretto, focalizzato sulle cose, più orientato all'azione. Questo si spiega con le differenze di ruolo tra uomo e donna durante le fasi evolutive.
    Ovviamente poi l'esperienza personale e di crescita della persona influisce in modo drastico sul comportamento.

    Detto questo, tornando a parlare delle menzogne, viene spiegato come avere conferma di una bugia, come in base ad un sospetto si può avere conferma che la persona ci stia ingannando. Tutto ciò analizzando sempre di volta in volta come funziona la comunicazione e dandone una spiegazione documentata.

    Tutta questa fase condita con tantissime domande da parte dei partecipanti.

    Cosa interessante e particolare: si parla delle basi dell'ipnosi, vengono sfatati miti oltre a spiegare cosa è in realtà. Quali metodi esistono per portare all'ipnosi e quali utilizzi ne fanno terapeuti durante le sedute.

    Cosa altro dire, dopo tutte queste informazioni dopo specifica richiesta viene anche illustrato come suscitare emozioni sulle persone in base al proprio comportamento, a dare risposte emotive positive, a creare reazioni sugli altri.
    Molto utile per chi di professione ha un continuo contatto con altre persone.

    Risultato secondo giorno: Vedi risultato primo giorno, aggiungi che da ora in poi ogni persona con cui hai a che fare la capisci molto meglio, chiudi gli occhi quando parli con parenti o persone intime, in sostanza si apre un altro mondo che prima magari ti sembrava solo teorico o fantasioso.


    Conclusioni:

    Il corso ti fornisce gli strumenti per applicare tutto ciò che magari viene letto sul linguaggio del corpo, di fatto chi ne sa molto teoricamente avrà una maggior base di conoscenza e di conseguenza saprà riconoscere una moltitudine di segnali, MA mentre prima succedeva che ti veniva in mente che quello era un segnale negativo, dopo il corso te ne puoi accorgere subito e ponderare di conseguenza la tua comunicazione.
    Almeno così è stato per me.
    E' come se , per fare un paragone stupido, tu avessi studiato su come coltivare un orto e come far crescere le piante alla perfezione ma non possiedi ne una zappa ne un pezzo di terra dove piantare i semi.

    Ci tenevo personalmente a scrivere tutto questo perché, di carattere scettico, non avevo tutte queste grandi aspettative, invece devo dire che ri-parteciperò in futuro.
    Prendetela come una condivisione della mia esperienza :)

    Per chi volesse c'è una chat telegram! https://telegram.me/formaementis


    Edited by |Kei| - 27/9/2016, 14:34
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    Hai fatto delle belle osservazioni che però tengo un poco a giustificare:

    -Il vedere un rapporto omosessuale tra due figure maschili verso le quali si prova ammirazione è molto comune tra le ragazze, spesso e volentieri lo vediamo nell'immaginario tra protagonista e antagonista. (Ancora di più in età adolescenziale)

    -Tutte le osservazioni che hai proposto sono "condizionate" dal fatto che tu inconsciamente vuoi che siano omosessuali oppure ne sei convinta, perciò vedi molto più orientata verso questo punto di vista ogni cosa che ti sembra "strana", al contrario puoi tendere ad ignorare segnali che affermano una verità palesemente opposta

    -Non spiega comunque il fatto delle relazioni di Watson con le donne

    Da precisare comunque che messa in quel modo e prendendo un MODERNO Sherlock Holmes, gli autori abbiano voluto di proposito giocarvi sopra per avere ancora più successo, di fatto in questo modo subliminalmente a mio avviso la serie può catturare il massimo range di persone.
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    Che ci fa pagare meno roba e che ci sono dei calcoli precisi di solito per farla.
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    Ho capito, ma che senso ha, cioè mi sembra un post con un paio di affermazioni senza un punto di cui discutere D: !
252 replies since 27/1/2011
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