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Un serial killer non nasce mai per caso. Ci sono fattori psicologici, fisiologici, ambientali, che influiscono in modo determinante sullo sviluppo di una personalità delirante; il concretizzarsi delle fantasie del soggetto “malato” si estrinseca necessariamente in una scia sanguinante di delitti, efferati e inspiegabili ai nostri occhi, ma ben costruiti per la mente del criminale seriale.
La figura femminile spesso incarna l’oggetto col quale il killer non riesce a rapportarsi adeguatamente facendolo sentire impotente e inferiore. Quando parlo di impotenza, non faccio riferimento solo a un’eventuale impotenza sessuale, ma anche a una qualunque forma di inettitudine del soggetto nei confronti della donna, che nel suo immaginario può assumere varie vesti; una donna assente, verosimilmente nell’infanzia del soggetto, una madre cinica e severa che incute timore e instilla un odio virulento nella mente del futuro killer, una figura femminile ambita dal punto di vista sentimentale e sessuale che non ricambia le attenzioni, e spesso che neanche comprende le intenzioni del soggetto. La casistica è molto ampia, anche se esistono necessariamente delle classificazioni, e soprattutto varia in base all’esperienza personale.
Tutte queste forme di “abbandono” scatenano nella psiche del soggetto malato una sorta di perversione, un comportamento che si esprime in forme atipiche rispetto alla norma, portando a un rituale di uccisione scandito.
Nella storia del Mostro di certo devono essersi verificati uno o più episodi che hanno influito in maniera determinante nello sviluppo della convinzione di sentirsi abbandonato; è importante però tenere ben presente che non è mai un solo fattore a scatenare la psicopatia di un serial killer.
Credo che tutti noi abbiamo subito una delusione, ci siamo sentiti in balìa di un destino incerto, sicuramente ci siamo sentiti soli in momenti importanti della nostra vita; è abbastanza evidente però che non sfoghiamo la frustrazione nel compiere delitti.
Fisiologicamente e psicologicamente potrebbe esserci una predisposizione, che di certo viene fuori nel momento in cui un fattore esterno riporta a galla un malessere mai sopito. Nella mente del soggetto si fa quindi chiara quale possa essere la sua missione, e basta veramente anche solo un ricordo, un’immagine, un luogo, un odore, un sentimento provato anni addietro, per portare una personalità disturbata nel binario che lui considera l’unico percorribile: quello di uccidere ritualmente per appagare un bisogno che sente fortissimo e imperativo.
E’ molto interessante a questo punto, approfondire le tematiche che il film “Maniac” mette in luce, e introdurre un aspetto, a mio avviso molto affascinante, che riguarda l’interazione dei serial killer coi mezzi di comunicazione.
Il protagonista del film, che in certe casistiche mi ricorda Norman Bates (il protagonista di “Psycho”, pellicola capolavoro guarda caso ispirata alla figura di uno dei serial killer più prolifici e più noti negli Stati Uniti, Ed Gein, che manco a dirlo aveva grossi problemi con la figura materna), è afflitto da una grave solitudine e da un’incapacità di vivere dovute dalla necessità di rimpiazzare la figura della madre. Per colmare questo vuoto uccide le donne, ne asporta e conserva lo scalpo, vivendo circondato da manichini decisamente macabri. Il fatto che questo film sia uscito a Firenze nei giorni del delitto di Calenzano, e che la scena principale con la quale si sponsorizzava la pellicola fosse proprio l’omicidio di una coppietta all’interno di un’automobile, possono essere di certo una casualità; proviamo però a fare una riflessione, tenendo sempre conto che di risposte giuste possono esservene più di una.
Alcuni autorevoli studiosi del caso ritengono che questo film sia stato un fattore scatenante della scia dei delitti 1981-1985. Personalmente mi sembra alquanto poco probabile; per quanto sia suggestivo pensarlo, credo che questo sia invece un fattore fuorviante.
Un serial killer ha già in testa un rituale di uccisione, perché quello è l’unico modo che può portare appagamento, non trarrebbe il medesimo godimento nell’uccidere con mezzi diversi, soggetti diversi, in circostanze diverse, e con gesti e cerimoniali differenti.
Una cosa però può dirci questo, chiamiamolo tempismo, tra l’uscita del film e le ancor più brutali escissioni praticate sul cadavere della donna: il Mostro potrebbe aver visto il film, potrebbe aver pensato che il film potesse ispirarsi in qualche modo alle sue gesta, potrebbe essersi sentito meno solo e magari anche giustificato, nel vedere che anche un business come quello del cinema americano “partorisce” idee di morte come la sua mente. L’ego del killer deve essersi sentito appagato, tanto da iniziare a pensare di dialogare con i mezzi di comunicazione di massa: il 1981 è l’anno in cui il Mostro uccide due volte a distanza di pochi mesi.
Questo voler confrontarsi coi mass media (per il narcisismo e la voglia di visibilità) si ritrova in molte altre personalità passate tristemente alla storia come delinquenti seriali: cito nuovamente Zodiac, Jack lo Squartatore (del quale è uscita recentemente una presunta autobiografia, che è dal punto di vista scientifico interessantissima), Unabomber italiano, e molti altri.
A proposito di quest’ultimo: negli anni dell’attività criminale di Unabomber, è uscito un film, uno splatter “amatoriale”, che è circolato solo nelle regioni interessate dagli attentati del dinamitardo, che faceva evidente riferimento alle gesta di Unabomber. Uno dei delitti che viene compiuto nel film avviene all’interno di una chiesa, con modalità che sono in maniera sconcertante similari all’attentato che avviene nella realtà dopo l’uscita del film; anche in questo caso, però, non credo che Unabomber si sia lasciato ispirare dalla pellicola.
Piuttosto, mi sembra più probabile che abbia voluto lasciare un messaggio, un ringraziamento per l’essere stato omaggiato addirittura sul grande schermo.
Non dimentichiamoci mai che la realtà supera di gran lunga ogni qualunque tipo di fantasia.
Giulia Morandini
Criminologa
Università La Sapienza Roma
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Marco263.
User deleted
Il vissuto è determinante e può portare, anche che le persone più miti, a reazioni estreme. Poi tutte le azioni umane devono avere un senso, anche se invisibile agli altri. Quindi rabbia, vendetta, interesse, rivalità, soprusi, violenze, affettività negate, ecc. non sono spesso fine a se stesse ma nascondono un disagio profondo che necessariamente emergerà. Si può odiare e uccidere anche solo per il riconoscimento che ne deriverà successivamente. Emulare per ergersi è ulteriore variante. Capire vissuto, indole, carattere è capire il movente, capire il movente permette una certa prevedibilità del fenomeno. La prevedibilità ci da valori statistici per cui talune persone, in tali condizioni, con taluni stimoli hanno reazioni omicide altamente probabili e con modalità anche ricorrenti.
Volendo fare sperimentazione sociale si potrebbero anche indurre reazioni violente per studiarne l'evoluzione (chi vuole graffiare l'auto del vicino? )
Post interessante e foriero di svariate riflessioni. Grazie. -
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Ci stavo proprio pensando, graffierò un'auto in anonimo ed una mi farò vedere nel farlo. XD
Comunque ho postato l'articolo perché mi è piaciuto, ma per quanto ho letto e studiato sull'argomento dice delle cose abbastanza collegabili a ciò che è già noto.. -
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Devo convincere un mio collega a raggiungerci. Andreste d'accordo: ne sa di brutto. . -
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Più siamo, più discutiamo, più argomentiamo, più impariamo e più ci divertiamo. . -
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Certo. Lui è un ninja dei serial killer. Non è molto affascinato dal computer, ma dai serial killer sì. SA DI TUTTO. Io ci provo . -
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Se sa di tutto digli che sei sicuro che c'è qualcuno che ne sa molto più di lui. Vedrai come corre . -
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Non ci crederebbe mai xD . -
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Tecniche di investigazione relativamente a casi di omicidio seriale
www.adir.unifi.it/rivista/2002/massaro/cap3.htm
Sbadiglio contagioso: gli psicopatici non ce l’hanno
www.lastampa.it/salute/2015/08/20/...anno-1.35233967
Si può guarire?
Intervista - Identikit del predatore più pericoloso
Enciclopedia del Crimine ep 9 - La storia di Vidocq
Edited by Vlad86 - 27/2/2020, 19:16. -
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CriminalMente: il comportamento umano alla luce delle recenti acquisizioni delle neuroscienzeVideo
da |Kei| su segnalazione di Vlad86. -
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S2 E1 Kingpin e il maltrattamento infantile
S2 Ep4 Killgrave e la Psicopatia
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Anni fa per motivi di attrazione dovetti insegnare ad attrarre a centinaia di persone,e so che alcuni di loro non furono facili perché da dopo a prima preferirono nascondere e nascondersi informazioni personali e "comportamenti/scelte proprie e non" stando raggrupati telepaticamente od a teletrasporto fisico tra di loro alcuni utilizzavano un buchetto spazio temporale!
So che per l'attrazione delle volte basta cambiare i concetti in tempo mentre si crea ad abilità al 100% di potenziale,conoscendo i preconcetti sulla situazione ed attrazione pre e post riguardo alla abilità e funzionalità dei fatti stessi.
Ne ho conosciuto di individui difficili,ed imparai anche a capire come sono costruiti e come fermerli in alcuni casi c'è da chiedere ad un altro oppure da farsi usare.
Conobbi i metodi di costruzione di seriali,proprio per due motivi,uno perché colli fermare alcuni perché lo consideravo buone persone e l'altro perché mi obbligarono a costruirli.
Ora non riesco più a concentrarmi nemmeno per farmi passare un dolore fisico,ma so allenare ogni abilità mentale esistente sul pianeta,cosa potrei fare non lo so ma so che conobbi più di un j mentalista nei guai...
E da anni mi utilizzano per svariati scopi da addormentato ed anche come controllo forzato per fare dire parole and altre persone nel passato,in alcuni periodi ero addirittura continuamente attivo di creazione di coincidenze,come se avessero dimenticato la coscienza sull utilizzo delle abilità psichiche.. -
.Anni fa per motivi di attrazione dovetti insegnare ad attrarre a centinaia di persone,e so che alcuni di loro non furono facili perché da dopo a prima preferirono nascondere e nascondersi informazioni personali e "comportamenti/scelte proprie e non" stando raggrupati telepaticamente od a teletrasporto fisico tra di loro alcuni utilizzavano un buchetto spazio temporale!
So che per l'attrazione delle volte basta cambiare i concetti in tempo mentre si crea ad abilità al 100% di potenziale,conoscendo i preconcetti sulla situazione ed attrazione pre e post riguardo alla abilità e funzionalità dei fatti stessi.
Ne ho conosciuto di individui difficili,ed imparai anche a capire come sono costruiti e come fermerli in alcuni casi c'è da chiedere ad un altro oppure da farsi usare.
Conobbi i metodi di costruzione di seriali,proprio per due motivi,uno perché colli fermare alcuni perché lo consideravo buone persone e l'altro perché mi obbligarono a costruirli.
Ora non riesco più a concentrarmi nemmeno per farmi passare un dolore fisico,ma so allenare ogni abilità mentale esistente sul pianeta,cosa potrei fare non lo so ma so che conobbi più di un j mentalista nei guai...
E da anni mi utilizzano per svariati scopi da addormentato ed anche come controllo forzato per fare dire parole and altre persone nel passato,in alcuni periodi ero addirittura continuamente attivo di creazione di coincidenze,come se avessero dimenticato la coscienza sull utilizzo delle abilità psichiche.
Stai usando google traslate per caso?. -
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No.
Comunque a ciò che volevo arrivare è che uno che conobbi volle siringare i suoi nemici,poi torno a telepatia nel tempo ad avvertirsi ed era tornato perché sapeva che era riuscito a siringare tutti i suoi nemici con un Trucco d'attrazione,e quindi volle attrarre che ogni persona siringata da lui egli stesso l'avrebbe ammazzata,li dovetti litigare con lui sigillando i siringaggi senza che egli potesse ammazzarli,problema ogni persona che lui sa che lui siringa egli va di nascosto a siringarlo,non è uno scherzo questo individuo esiste per davvero e non è ancora in galera mi domando quando lo stato capita che è almeno un decennio che ce un siringatore seriale che ad attrazione di realtà attraverso il pensiero si creò e delle volte riesce a ritrovarla,che utilizza controllo mentale nel tempo in ligandomi a poter diario attraverso un ricordo di allenamento mio!.