Riconoscere un Bugiardo

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  1. Marpat
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    Sherlock Holmes

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    Non tutte le persone mentono allo stesso modo.
    E' possibile vedere le stesse reazioni in una persona che dice la verità e in una persona che mente.
    Di conseguenza, non bisogna chiedersi se una persona mente e associare movimento=bugia e non movimento=verità, ma domandarsi per quale motivo nel rispondere ad una domanda c’é stata o meno una determinata reazione.
    Quando una persona mente i livelli di stress aumentano, di conseguenza l’atteggiamento ne risente e osservare tutto ciò che si discosta dal comportamento abituale di una persona é il primo segnale che comunica un livello di stress o di disagio in aumento e, se non necessariamente é indice di menzogna, avverte che qualcosa nella persona é cambiato. Lo stress può essere dovuto anche a emozioni negative, come l'imbarazzo, l'essere confusi, la paura, la rabbia o la tristezza.
    L'assenza di espressioni facciali può identificare un bugiardo. Per esempio, una madre che parla dei suoi figli morti di recente dovrebbe avere la mimica facciale della tristezza.
    Una mimica facciale discordante con la gestualità (e spesso una mimica facciale asimmetrica) sono ulteriori indicatori di menzogna. A tal fine sono utili le microespressioni, ovvero espressioni che vengono fatte inconsciamente da qualcuno per un tempo brevissimo. Anche se spesso sono troppo veloci per riuscire a riconoscere la reale emozione che quella persona sta provando, poco male, perché in ogni caso sapremo che quella persona sta nascondendo sotto una maschera un'emozione diversa da quella che manifesta, e che quindi non ci sta dicendo tutto o magari sta anche mentendo.
    E' importante chiedersi cosa ha da perdere o da guadagnare questa persona per mentire. Maggiore é la perdita causata dall’essere scoperti a mentire, maggiore é la probabilità che il livello di stress sia alto e lasci trapelare informazioni che segnalino la bugia.
    Meglio si conosce una persona, meglio si riescono ad identificare reazioni che si discostano dal comportamento abituale. Mettere una persona sotto pressione, ad esempio metterle fretta per rispondere, ne aumenta lo stress e quindi per lei sarà più difficile pensare a una bugia, aumentando dunque le probabilità che possa tradirsi.

    Qualora si discostino dal comportamento abituale (motivo per cui prima di un interrogatorio si pongono domande di cui si conosce la risposta per vedere come si comporta quando dice il vero), ecco i segnali che vengono normalmente attribuiti ad una persona quando mente:

    Occhi
    Solitamente durante una conversazione si mantiene un contatto visivo degli occhi per i 2/3 della durata, che può però diminuire per diversi fattori. Per via dello stress le pupille tendono a dilatarsi, ma questo può succedere per molti altri motivi.
    In un minuto una persona batte le palpebre in media 8-10 volte ed una frequenza maggiore può essere collegata ad un aumento dello stress (quindi non è solo per le bugie! Inoltre bambini e donne in gravidanza le battono meno della norma). Nell'esatto momento in cui dicono il falso, però, il battito delle loro palpebre si fa quasi assente, per poi accelerare il battito fino a 8 volte più rapido della norma appena dopo che l'ha detta. Questo perché lo sforzo cognitivo per raccontare alla lettera ciò che si é inventato e per parecchie volte ripetuto é talmente alto da ridurre ogni movimento del corpo, incluso il battito delle palpebre. Per lo stesso motivo, lo sguardo rimane a guardare punti fissi per più tempo, mentre gli occhi di chi dice la verità tendono a vagare di più. Inoltre sforzandosi di apparire il più sinceri possibile si aprono gli occhi al massimo cercando così di dare enfasi a ciò che si dice. Quindi é più probabile che quando una persona mente aumenti il battito delle palpebre se la bugia è inventata al momento, mentre il battito diminuirà se la bugia é stata preparata e studiata precedentemente.
    La differenza della frequenza abituale del battito di ciglia di una persona segnala un possibile aumento di stress o ansia.
    I bugiardi possono battere velocemente e ripetutamente gli occhi quando gli si pone una domanda a loro spiacevole e sono molto attenti alle reazioni di chi li ascolta (spesso ti guardano dritto negli occhi), per capire se ti stai bevendo o meno la loro storia.

    Se l'interrogato guarda in alto alla tua sinistra (ovvero, rispetto a lui, in alto alla sua destra) significa che invece di ricordare (cosa che mostrerebbe guardando nella parte opposta) sta inventando. Più precisamente:
    movimenti_oculari

    Questo schema è invertito per i mancini.
    Attenzione però, talvolta quando si racconta una storia passata si tende in parte a ricordare e in parte a ricostruirla con elementi che si presuppone siano presenti. In tal caso, se non ci sono altri indizi di menzogna, bisogna tenere presente che la storia raccontata potrebbe non essere precisa. Questo ovviamente non succede con delle domande dirette in cui la risposta è una sola e va solo ricordata (ad esempio "Dove ti trovavi ieri a quell'ora?"). Porre attenzione soprattutto a dove pone lo sguardo un attimo PRIMA di rispondere. Sfortunatamente la direzione verso cui si spostano gli occhi mentre si costruisce o si ricorda (quello della foto qui sopra) non è sempre una regola valida per tutti, ma può fallire. È dunque consigliabile (oltre a cercare altri segni di menzogna in concomitanza con la direzione dello sguardo) fare in precedenza delle domande, di cui siamo sicuri risponderà sinceramente, mirate a scoprire dove guarda a seconda del tipo di ricordo che ha in mente:
    - Domanda che richiami un ricordo visivo:
    Di che colore era la tua prima auto? Com'era il cielo ieri da te? (ecc..)
    - Domanda che richiami un ricordo auditivo:
    Hai presente gli uccellini che cantano di primo mattino? Com'è il ritmo della tua canzone preferita? (ecc..)
    - Domanda che richiami un ricordo cinestesico:
    Ti ricordi che odore aveva casa dei tuoi nonni? Com'è stato il tuo primo bacio? (ecc..)
    Una volta memorizzate le posizioni veritiere in caso di ricordi creati saprete che gli occhi non andranno in nessuna di quelle direzioni.

    Di recente è stato notato che le persone mentre dicono la verità contraggono gli occhi come per concentrarsi, sforzandosi di ricordare. Invece chi mente sfodera un leggero finto sorriso, coi muscoli delle guance leggermente tirati verso gli occhi in modo involontario in questo modo:
    20180530_110952


    Gesti

    I gesti illustratori (che illustrano), sono tutti quelli che si compiono gesticolando e servono a rinforzare il significato delle parole. La presenza di illustratori indica che una persona non sta mentendo. Non tutti sono abituati a gesticolare. Ma se una persona è abituata a farlo e improvvisamente smette di gesticolare a una data domanda allora ha qualcosa da nascondere. Questo perché nel momento in cui si mente, per non essere scoperti si devono dare meno informazioni possibili. Il corpo, per diminuire lo stress, tende automaticamente a tenere impegnate le mani. (ad esempio, massaggiandosi o accarezzandosi).
    Tuttavia una persona accusata di mentire potrebbe avere una reazione inaspettata. Potrebbe arrabbiarsi più di quanto ci si aspetterebbe per enfatizzare il proprio disappunto e far ricredere l’accusatore, in questo caso la gestualità probabilmente aumenterà vistosamente.
    Inoltre chi mente tende a imitare il linguaggio del corpo della sua "vittima".
    E' sintomo di stress anche la tensione muscolare, l'aumento del battito cardiaco e di conseguenza della respirazione.
    Quando si gesticola in direzioni diverse da quella in cui si sta guardando, significa che la mente sta facendo un grosso sforzo cognitivo (quindi sta inventando anzichè ricordare) e non bada al movimento forzato del corpo.

    I gesti manipolatori, invece, sono quelli che interagiscono col proprio corpo (auto-contatto) o con gli oggetti e indicano tensione, disagio o bisogno di protezione.
    NON ESISTONO GESTI CHE INDICANO UNA MENZOGNA. Possono indicare paura (MAGARI paura che la menzogna sia scoperta), rabbia, seduzione, tristezza...
    La menzogna però si può dedurre dalle emozioni che prova una persona quando le si pongono determinate domande. Per esempio, se fate delle domande a una persona che non è traumatizzata da un incidente ma manifesta comunque segnali di stress (magari proprio quando risponde a certe domande) allora è ovvio che stia mentendo.
    In generale, per sapere esattamente a quale domanda sta mentendo basta notare durante quale domanda (o risposta a tale domanda) manifesta i sintomi della menzogna (che, ripeto, in realtà sono sintomi di paura, rabbia o tristezza).
    Esempi di gesti manipolatori che indicano stress in risposta a una domanda sono:

    - Inclinare il busto all'indietro, lontano dall'interlocutore;

    - Stringersi, accarezzarsi, strofinarsi, grattarsi, massaggiarsi una parte del corpo (viso, polso, gola, braccio, testa...)

    - Toccarsi l'orecchio;

    - Toccaesi il viso, soprattutto zona bocca;

    - Toccare, stringere, strofinare o giocherellare con un oggetto (cravatta, orologio, collana, telefono, orecchino, borsa...). Ma anche slacciare il bottone in alto della camicia, stringere il bordo del tavolo o il bracciolo di una sedia, allentare la cravatta, togliere pilucchi immaginari, ecc;

    - Mordersi le unghie e altri segnali che sta scaricando lo stress;

    - Puntare il dito verso il proprio interlocutore (e altri segnali che mostrano che sta sulla difensiva)

    - Incrociare le braccia sul torace o tenere le braccia con le mani come se si avesse freddo;

    - Mettere le gambe sotto la sedia o incrociarle;

    - Tenere le mani all'altezza del busto, con i palmi rivolti verso di esso;

    - Stringere un oggetto a sè (come una borsetta o un telefono);

    - Massaggiarsi le mani;

    - Sfregarsi lentamente i palmi delle mani;

    - Fare improvvisi movimenti della testa;

    - Non riuscire a tenere fermi i piedi;

    - Nascondere le mani sotto al tavolo;

    - Smettere improvvisamente di gesticolare;

    - Congiungere le mani e serrarle in una presa dove le dita di una mano afferrano il dorso dell’altra mano;

    - Chiudere la mano intorno al pollice della mano stessa;

    - Afferrare saldamente il braccio dietro la schiena;

    -Recitare male un'espressione facciale o un gesto, come ad esempio scrollare le spalle in modo asimmetrico;

    - Spostare un oggetto lontano (indica che vogliamo "allontanare" l'argomento trattato o l'interlocutore);

    - Mordersi le labbra o comprimerle e tenderle verso l'esterno;

    - Tic

    - Battere le palpebre tenendole chiuse più a lungo della norma (indica il volersi allontanare dalla situazione);

    - Tirar fuori la punta della lingua per un attimo o passarsi la lingua sulla parte interna delle labbra o delle guance;

    - Una reazione ad una frase che ha pronunciato è falsa se fatta successivamente alla frase in questione (per esempio quando dice una frase con rabbia e sbatte il pugno sul tavolo non mentre la sta dicendo, ma dopo averla detta);

    - Si contraddicono da soli col linguaggio del corpo (ad esempio, ripensando alla strada che ha fatto, mentre dice di aver girato a sinistra con la mano indica una svolta a destra);

    - Possono annuire leggermente ma poi dire "no" o scuotere la testa per dire no, pronunciando però il "sì" (date sempre più importanza ai gesti che alle parole). Lo stesso vale, per esempio, se dice "Ho sempre mangiato sano": se scuote la testa mentre lo dice, allora non è vero;

    - Possono stringere le spalle, per voler inconsciamente occupare meno spazio possibile (lo stesso vale se lo fanno con una sola spalla e solo per un breve attimo proprio mentre stanno rispondendo);

    - Le gambe possono iniziare a saltellare velocemente quando si inizia a parlare di un argomento che lo mette a disagio (alcuni lo fanno per abitudine);

    - Tentano di non attirare l'attenzione su di sè;

    - Controllano spesso le notifiche sul cellulare


    - Le gambe si incrociano all'improvviso;

    -
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    Cambiare la posizione con cui sta seduto in questa posizione accasciata.





    Dettagli della Voce
    Quando una persona mente tende a raccontare lo stretto necessario. Maggiore è la quantità dei dettagli forniti maggiore dovrà essere la capacità di ricordarli per non contraddirsi, di conseguenza maggiori saranno le possibilità di verifica da parte dell'interrogatore per appurare se ciò che ha sentito sia vero oppure falso, vedere se si smentisce da solo. I sospetti possono nascere anche quando le informazioni che ci dà il soggetto sono molte, ma che hanno poco a che fare con l'argomento. Più gli si domanda qualcosa e più tempo può impiegare a risponderti, dovendo considerare, nella risposta, tutta la storia raccontata fino ad ora. Per guadagnare tempo o evitare di rispondere alla domanda possono cambiare discorso, magari lasciando frasi a metà, porre quesiti a loro volta o diventare ripetitivi, anche solo per alcune frasi o parole, o ripetendo la domanda che gli è appena stata posta o iniziando la risposta tossendo o ridendo. Prendere tempo non vuol dire necessariamente che stia mentendo, ma di sicuro l'argomento gli crea disagio.
    Quando una persona mente il tono di voce si abbassa gradualmente con l'andare avanti della bugia, ma ricordate che anche quando si provano certe emozioni il tono di voce si abbassa (es. tristezza).
    Chi ha qualcosa da nascondere usa digressioni per evitare di rispondere alla domanda (es. Ad "Uccideresti mai un uomo?" risponde con "Non ho mai pensato di farlo" o "Devi smetterla di guardare film d'azione"). Inoltre rigira su altri le domande che sono poste a lui e cerca di incolpare altri. I bugiardi parlano più lentamente per avere tempo per pensare e per stare attenti alle proprie parole. Espressioni come "credo" o "penso" spesso denotano un'insicurezza nella frase prounciata (es. "Credo di avere fame" è una menzogna). Ma anche esitazioni come "mmmmm" o "eeee" o ingarbugliarsi con le parole o balbettare.
    Lo stesso effetto si avverte quando aumentano le pause durante il discorso.
    Alla domanda “Cosa hai fatto due domeniche fa?” é lecito aspettarsi un attimo per rispondere, il soggetto avrà bisogno di richiamare i propri ricordi su un fatto non recente. Alla domanda “Pensi sia corretto introdurre una legge che riguardi.....” ci si aspetta una risposta immediata, in quanto opinione su un fatto conosciuto e non un ricordo.
    Quindi, se una persona sta dicendo la verità (o se si è già costruito una stora falsa e non deve pensarla al momento) risponderà in meno di un secondo. Altrimenti, per pensare ad una risposta credibile, gli ci vorrà almeno un secondo di tempo.
    Spesso il bugiardo ha la parlata più veloce del solito, come se volesse terminare il disagio il prima possibile (a meno che non gli si ponga una domanda, in tal caso cerca di prendere tempo per rispondere).
    Ha il volume della voce più basso del solito e il tono di voce più alto, talvolta tremante.
    Mentire richiede un grande sforzo di energie, andando a scapito dell'autocontrollo: chi mente dice più parolacce del solito.
    Utilizza spesso le espressioni distanzianti: usa verbi impersonali o pronomi per eliminare il coinvolgimento personale il più possibile.
    (Es. Con la frase "Io non ho avuto una relazione sessuale con QUELLA DONNA....Miss Lewinsky", Bill Clinton mentiva palesemente). Usa più raramente parole come "io" e "mio" , e predilige "suo" e "sua" rispetto ai nomi propri. Può dire, per esempio, "... visto che il suo amico pensava che ..." invece di "...visto che il mio amico..." .


    E' molto importante verificare la presenza di microespressioni facciali in risposta a una domanda

    Ad esempio, se risponde "no" alla domanda "Conoscevi la vittima?" ma prima di rispondere spinge in fuori il labbro inferiore (anche solo per qualche centesimo di secondo) vuol dire che la conosceva. Infatti il labbro inferiore spinto in fuori fa parte della mimica facciale della tristezza e non sarebbe così triste per la morte di qualcuno che non conosce da non riuscire a trattenere la tristezza.
    Inoltre è più difficile fingere un'emozione usando gli occhi, che restano spesso inespressivi rispetto alla falsa emozione che si cerca di mostrare col resto del viso. Ad esempio non è un vero sorriso di gioia quello in cui mancano le "zampe di gallina" ai lati degli occhi!

    Se vedono che viene accusato qualcuno al loro posto mostrano microespressioni di felicità.
    Un'espressione facciale è falsa se compare dopo che ha fatto una certa dichiarazione con la voce. (es. parla di una cosa triste e l'espressione diventa triste dopo averla detta e non durante) o se non è simmetrica su entrambi i lati.


    Altri possibili sintomi sono:
    - Tentativo esagerato di sembrare sincero: A volte chi conosce i segnali che lo tradirebbero cerca di evitarli esagerando nell’altro senso: quindi guarda fisso negli occhi, alza la voce, parla lentamente, esibisce i palmi delle mani. Ma in modo plateale, non spontaneo. Come se stesse recitando;

    - I bugiardi tendono a giustificarsi spontaneamente senza che gli venga chiesto nulla;

    - Il discorso dei bugiardi comincia in modo lento per elaborare la storia e accellerano non appena vedono uno spiraglio di credulità in chi li ascolta;

    - Pallore sul viso (solo se hanno molta PAURA di essere scoperti);

    - Difficoltà nel svolgere compiti manuali (come versarsi l'acqua nel bicchiere) nel momento in cui raccontano una menzogna

    - Se sono stressati da certe domande, il respiro può diventare rapido e poco profondo. Se lo stress persiste entra in gioco la sudorazione;

    - Possono schiarirsi la gola, come segno di tensione o per prendere tempo;

    - Deglutizione frequente o in risposta a una domanda/affermazione scomoda.

    -Aumento della sete dovuto all'eccessiva sudorazione e/o al prendere tempo per pensare a una risposta mentre beve.


    ATTENZIONE!
    Talvolta non si tratta di mentire, ma è la memoria a non essere infallibile. Per questo motivo oltre alle parole va analizzato il linguaggio del corpo: se il corpo non dà segni di menzogna ma sappiamo che sta mentendo significa che lo fa involontariamente perché si ricorda male.
    In base all'esperienza del bugiardo, i segni che stia mentendo si notano sempre meno. Inoltre l'interrogato potrebbe mostrare paura nel rispondere non perchè sta mentendo ma per la paura di non essere creduto!
    Comunque non basta quasi mai un solo sintomo per stabilire che il nostro interlocutore è un bugiardo: come diceva Sherlock Holmes, un indizio è un indizio, due sono un sospetto, tre sono una prova.Toccarsi naso, bocca o occhi può essere sintomo di un disagio prodotto dall’aumentare dello stress o dell’ansia, ma non per questo una persona sta mentendo. Ricordate che a nessuno piace farsi dare del bugiardo, soprattutto se sta dicendo il vero! Non affidarsi ad un solo segnale, la conferma di un atteggiamento negativo é data da più segnali, che rivelano lo stato emotivo di una persona. A volte può essere semplicemente un prurito, a volte un raffreddore o un po’ di polvere negli occhi. Ad una cena con gli amici una persona pur divertendosi può toccarsi il viso come gesto di auto-conforto quando pensa a una riunione importante che avrà il giorno dopo, oppure ripensando all’esame universitario dato il mattino e non andato troppo bene. Possono capitare questi sintomi soltanto per la noia (come giocare con la penna), ma anche in situazioni piacevoli (es. mordersi le labbra può essere segnale di apprezzamento anzichè stress). Ovviamente però c’é anche l'eventualità che lo stress sia dovuto ad una bugia, per cui quando si vede un gesto simile (magari proprio quando gli è stata fatta una domanda a lui scomoda) si può aumentare l’attenzione senza giungere a conclusioni affrettate.

    Quindi i segnali non vanno mai interpretati da soli!!!





    Per altri indizi sulla menzogna vedi anche Analisi delle Parole e Analisi di una Richiesta di Soccorso o per un pdf di PaulEkman dettagliato clicca qui -> www.informaticanapoli.altervista.or...aul%20Ekman.pdf

    Edited by Marpat - 4/5/2024, 16:24
     
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