Crimine o malattia?

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    Sherlock Holmes

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    L'argomento di cui parlerò mi ha tormentato negli ultimi giorni.

    Spiego brevemente la mia teoria. Un criminale può considerarsi una vittima? So che qualcuno starà ridendo, ma è proprio la frase a cui sto pensando.

    La tesi della mia teoria (chiamata teoria impropriamente, è più un'opinione) è banalmente la seguente:
    perché il reo commetta un crimine deve avere uno squilibrio mentale per riuscire a superare le norme sociali e morali che lo bloccano. Quindi si potrebbe definire una persona malata. Quindi è giusto essere cattivi contro i criminali? Disprezzarli?

    Non voglio discutere sulla correttezza di arrestarlo o meno, ovvio che queste persone vanno rinchiuse. Mi sto solo chiedendo se la colpa è tutta del criminale o anche del contesto in cui è cresciuto e dei traumi che ha subito nel corso della sua vita.

    Per esempio molti pedofili sono tali perché essi stessi da piccoli hanno subito la stessa violenza. Possiamo considerarli criminali o vittime lese psicologicamente?

    Una persona viene considerata psicopatica se da l'idea di essere incapace di intendere e di volere, ma anche altri criminali purtroppo non decidono di commettere crimini, ma sono bloccati nel circolo vizioso delle proprie fantasie e voglie.
    Per esempio un cleptomane non decide di rubare, è malato ed è costretto dalla propria mente a rubare, è una vittima o un criminale?

    Volevo sentire l'opinione di qualcuno, se esiste :)
     
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  2. kalosshock
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    Mh... molto interessante... secondo me dipende dai casi,dato che gran parte dei criminali è tale solo per puro gusto personale o bisogni fisici,ma nelle situazioni che hai elencato io penso che tali soggetti siano più o meno vittime di se stessi. A mio parere una persona con un problema quali quelli che hai citato deve prima di tutto tentare di padroneggiarlo,in caso contrario la si può considerare vittima se è troppo debole per affrontare il problema (anche se con la forza di volontà lo potrebbe superare);ma si potrebbe considerare colpevole al 100% se è troppo pigra per affrontare tale problema.
     
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    Ho notato che la persona media tende a disprezzare il "malato" che intendo io, perciò mi è saltata alla mente la riflessione
     
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  4. kalosshock
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    Il malato non lo disprezzo finchè è incapacitato a controllare la malattia.
     
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    Molte persone giudicano in fretta e vogliono allontanare gli altri da se stessi per non vedere i propri difetti. Non vogliono sforzarsi, o sono carenti di istruzioni, anche difficile conoscere tutto, ma a volte le persone vogliono solo sfogarsi, rendere semplice quello che non lo è.
    Nessuno è il male e nessuno è il bene. Di solito, e a parer mio anche in modo sensato e logico, vengono giudicate sbagliate azioni che danneggiano la comunità e singoli individui. Questo è giusto e sbagliato.
    Penso che tutti gli umani e forse oltre siano un minimo disturbati di mente o cmq, manipolati dalla società, dalla famiglia, che lo è stata dalla società che siamo noi. La prigione dovrebbe riabilitare, mentre tiene in carcere chi è pericoloso.
    Il problema è se uno manifesta il suo disturbo e commette crimini (almeno considerati tali in quel momento), fa del male, viola la libertà altrui.
    Se uno è malato di mente viene trattato in modo differente dallo stato, se possibile curato.
    Alcuni criminali sono davvero malati di mente, altri sono spinti a commettere reati, altri sono coscienti e vogliono farlo per sentirsi superiori, e questi ultimi sono carenti di empatia e/o istruzione.
    Si devono creare dei limiti delle norme per poter giudicare. Quando si giunge in tribunale si giudica l'individuo singolo e il caso particolare.
    Le persone saranno anche ovviamente influenzate, ma debbono decidere loro come vivere la propria vita e come trattare gli altri. Magari col tempo si correggeranno, il lavoro è complesso, magari con un aiuto, ma possono farcela. Quindi capita che vengano date attenuanti, ma cmq, è colpevole. E si deve sempre dare una seconda possibilità, come a tutti nella vita, o non ci sarà mai pace e redenzione.
     
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    Sono abbastanza d'accordo tranne su qualcosina, io credo che ci sia qualche persona né disturbata di mente e nè influenzata dalla società...fuori dal tempo, non sono di certo io che ho parecchi vizi e condizionamenti che so di avere e mi piace tenermeli, ma per esempio, gli illuminati tipo Krischna (ormai morto) non sono influenzati da niente e nulla (se non lo conosci ti invito a leggere qualcosa). In egual modo, la redenzione non esiste finché non raggiungi lo stato fuori dal tempo. Queste persone fanno tutto ciò che fanno gli altri ed hanno uno stato di coscienza talmente elevato che non sono influenzati da nulla.
     
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    Intendevo che siamo tutti un minimo influenzati, a esempio uno crede in un certo dio perché l'ha appreso dalla famiglia o società. Ci vuole auto analisi, magari uno psicologo per analizzare tutto e risolvere, accettare o meno quello che si è appreso. Oivviamente è anche normale apprendere certe consocenze e mantenerle, essendo che nasciamo ignornati di tutto e bisognosi.
    Certamente siamo responsabili delle nostre scelte, altri al loro posto non si sono comportati in tal modo. Certo che se uno vive in una situazione svantaggiosa o ne è cresciuto va trattato in modo particolare e corretto. Siamo tutti umani, con sentimenti e sogni e meritevoli di redenzione e felicità.
     
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    Strano che non si possa costringere qualcuno contro la sua volontà, inteso coll'ipnosi a commettere un azione che non condivide. Ma poi la si può spingere con qualche forma di carisma.

    Esempio: La Terza Onda, Esperimento carcerario di Stanford e Esperimento di Milgram.
     
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    https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_...rio_di_Stanford


    https://it.wikipedia.org/wiki/La_Terza_Onda

    https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Milgram

    www.crescita-personale.it/gestire-e...lupparla/5114/a



     
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    Jack ha esagerato però, dodddo ;)
     
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    Esattamente i miei pensieri, Vlad.
    Nessuno va deresponsabilizzato, semplicemente perché è diseducativo e il soggetto può abituarsi a farsi scivolare di dosso le sue responsabilità nel lungo periodo, è così che può nascere un criminale.
    Se un ipotetico genitore dice al figlio di non correre perché il pavimento è scivoloso, il bambino ignora il consiglio e cade per terra, è controproducente sgridarlo, rinfacciarglielo sul momento o disperarsi, va consolato e abbracciato, una volta che si calmano le cose gli va spiegato che avrebbe dovuto ascoltarlo. Tutto questo per dire che un malato merita prima di tutto comprensione (il bambino è la metafora perfetta per il malato di mente, essendo inesperto e con un cervello che ha molta strada da fare, meglio che io mi spieghi -_-) e poi va eventualmente punito e rieducato (spesso ci si dimentica che lo scopo principale della detenzione è essere rieducati...), anche perché con questo processo il malato ha un motivo in più per collaborare, avendo trovato conforto e comprensione. Moralità a perte, a livello strategico sarebbe meglio fare così... Poi l'opinione pubblica non è importante, non è compito nostro compatire i malati, ma dello stato e della gente qualificata che se occupa. Continua a persistere il preguidizio secondo cui se ti fai seguire da uno psicologo hai per forza qualcosa che non va, anche se in Italia sono tantissimi ad averne uno, paradossalmente è ancora qua, e se non siamo riusciti a superare questo, figurati il caso del malato di mente che va contro la legge!
     
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    Come nasce l'arte di dominare le folle
    https://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/potere.htm
     
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    Mycroft

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