Posts written by Investigatore

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    Stupendo! Grazie per l'analisi molto accurata S.G, veramente utile!
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    benvenuto!
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    H.H. Holmes sk_hhholmes

    Nome completo: Herman Webster Mudgett

    Soprannome: The Torture Doctor (Dottor Tortura), L'Arcidiavolo

    Nato il: 16 maggio 1860

    Morto il: 7 maggio 1896

    Vittime Accertate: 27, ma si sospetta almeno 150-200, soprattutto donne

    Modus operandi: Diversi. Di preferenza soffocamento o asfissia. Scioglieva poi i corpi nell’acido o li bruciava, quando non li vendeva gli scheletri a istituti di medicina.


    Presentiamo il "dottor morte" da molti conosciuto come il primo serial killer americano della storia, autore di un numero imprecisato di uccisioni all'interno del suo hotel/castello pieno di misteri e camere segrete.
    Le sue vicende, legate alla Chicago's Fair, la grande esposisione internazionale svoltasi alla fine del XIX secolo, sono entrate nell'immaginario collettivo americano grazie al libro The Devil in the White City di Erik Larson.



    H.H. Holmes: l'infanzia e adolescenza

    Herman Webster Mudgett nacque a Gilmanton (New Hampshire) il 16 maggio 1860 in una famiglia di devoti metodisti. Il padre, Levi Horton Mudgett, ufficiale postale, era un uomo violento e autoritario al quale la moglie era totalmente sottomessa.

    Hermam crebbe pensando che tutte le donne si comportassero allo stesso modo.
    Grazie anche al fascino e alla capacità di influenzare le persone che dimostrò fin da giovane, riuscì sempre a ottenere fiducia e cieca obbedienza dalle sue amanti, spesso tramutate in complici.

    Come la maggior parte dei serial killer, da ragazzo si divertiva a torturare e smembrare animali randagi (uno dei tre "segnali di avvertimento" elencati nella famosa Triade di McDonald).

    Il grande interesse che mostrava per l’anatomia avrebbe potuto aprirgli le porte di una splendida carriera da dottore, ma si rivelò ben presto un alunno svogliato e un precoce truffatore.


    H.H. Holmes: primo crimine accertato e l'arrivo a Chicago

    Nel 1878 si sposò con Clara Lovering, da cui ebbe un figlio.
    A 24 anni venne espulso dalla University of Michigan Medical School per trafugamento di cadavere e frode: sfigurava i corpo che rubava al laboratorio dell’Università per farli passare per parenti deceduti in un incidente e intascava le loro assicurazioni sulla vita.

    Nel 1886 si trasferì da solo vicino Chicago, cambiò nome in Henry Howard Holmes (da qui l'H.H. Holmes con cui è normalmente conosciuto) e prese di nuovo moglie.

    Grazie a una falsa laurea in medicina della Ann Arbor in Michigan, trovò lavoro presso una farmacia gestita dalla anziana Signora Holton, che doveva assistere il marito gravemente malato di cancro. Sempre cordiale, premuroso ed estremamente competente con tutti i clienti, soprattutto di sesso femminile, Holmes inventava "pozioni miracolose" che incrementavano gli affari della farmacia.

    La signora Holton, rimasta vedova, gli cedette l’attività in cambio di un vitalizio che non le fu mai pagato. Prima che potesse agire legalmente contro "dottore", scomparve insieme alla figlia, ufficialmente trasferitesi entrambe in California.


    H.H. Holmes: gli affari si espandono

    H.H. Holmes trattava la moglie Myrta come una serva e la considerava di intralcio alla nuova vita che voleva iniziare. Se ne sbarazzò presto, spedendola dai genitori, dopo averla messa incinta.

    I due non si rividero più, pur continuando a essere sposati.

    Grazie agli illeciti introiti ottenuti con i "portentosi medicamenti" e a svariate frodi, Holmes cominciò la costruzione di un elegante edificio di tre piani, aiutato da un altro truffatore senza scrupoli, Benjamin Pitezel.

    Il primo piano fu occupato da negozi esclusivi, compresa la farmacia, mentre il resto dell’immobile fu trasformato in una trappola mortale per gli ignari ospiti della Grande Esposizione di Chicago del 1892, inaugurata per i 400 anni dalla scoperta dell’America.

    H.H. Holmes: il Castello degli Orrori

    Il Castello Holmes, come fu chiamato, era tutto un susseguirsi di stanze e passaggi segreti. Vi erano perfino un forno crematorioe camere a gas, isolate acusticamente, dotate di "occhi magici" dai quali il sedicente dottore, eccitandosi, spiava l’agonia delle sue vittime. Ancora in vita o da morte, conduceva su di loro atroci esperimenti con sofisticatissime attrezzature chirurgiche, cercando, per esempio, un modo per allungare le ossa.

    Neanche da morte trovavano pace: quando i cadaveri non erano gettati in cantina nella fossa piena d’acido o nel forno crematorio, i loro scheletri venivano venduti e finivano in esposizione nelle Università di Medicina.

    Nel 1890 H.H. Holmes, tramite un annuncio sui giornali, reclutò un nuovo socio che avrebbe dovuto aiutarlo nella gestione degli affari, Ned Conner. Ben presto trovò più interessante la compagnia della sua bellissima moglie, Julia Smythe.

    Il Castello degli Orrori by TheMentor2


    H.H. Holmes: storie di letto

    La signora Conner invitò a vivere a Chicago la sorella diciottenne, Gertie, alla quale ben presto Holmes rivelò l’intenzione di sposarla dopo aver divorziato, ottenendo solo che la ragazza fosse rispedita a casa dei suoi. Il sedicente dottore tornò allora a corteggiare Julia, stavolta con successo.
    Solo quando la donna rimase incinta, Ned Conner chiese il divorzio.

    Proprio quando poteva avere Julia tutta per sé, Holmes se ne disamorò.
    Le disse che avrebbe divorziato da Myrta per sposarla a patto che accettasse di abortire, offrendosi di eseguire personalmente l’operazione.

    Durante la Vigilia di Natale del 1891 la narcotizzò e la uccise, affidò poi il suo cadavere a Charles M. Chappell, dotato di un’insolita abilità nell'articolare gli scheletri destinati a essere esposti presso rinomate scuole di medicina. Quello di Julia finì all’Hahnemann Medical College.


    H.H. Holmes: amanti scomparse, soldi in entrata


    La signora Chappell non fu l’unica amante di Holmes a scomparire tragicamente.
    Durante l’estate del 1891 Benjamin Pitezel, mentre si trovava in un sanatorio per alcolizzati a Dwight (Illinois), aveva conosciuto una graziosa stenografa, Emeline Cigrand. La ragazza su suo invito fu assunta da Holmes, che se ne invaghì. La conquistò con gioielli, galanterie di ogni tipo e la solita promessa che l’avrebbe sposata una volta ottenuto il solito divorzio da Myrta.

    Nelle lettere che scriveva a casa, le chiese di chiamarlo con il nome di Robert E. Phelps, perciò nessuno la cercò al Castello, dove morì soffocata. Il suo amante la richiuse con una scusa dentro una camera blindata e si masturbò mentre l’ascoltava urlare ed esalare gli ultimi respiri. Anche il suo scheletro passò per le abili mani di Chappell e fu venduto alla La Salle Medical School.

    Simile sorte capitò alla bella e ingenua diciassettenne Jennie Thompson, i cui resti scarnificati finirono alla University of Illinois Medical School.

    Non andò meglio a un'altra dipendente di Castello Holmes, che morì in una camera a gas insieme alla sorella e alla figlia che aveva avuto da Pat Quinlan, un collega sposato che non voleva raccontasse della loro relazione alla moglie. I medici che comprarono le loro spoglie, furono particolarmente felici di essersi procurato lo scheletro di un bambino.

    Furono molte le donne che, lavorando per Holmes, lo arricchirono scomparendo prematuramente: l’uomo, che spesso diventava loro amante prima di ucciderle, pretendeva infatti che le sue dipendenti stipulassero a suo nome una polizza assicurativa di 5.000 dollari.
    Se poi riusciva a guadagnare anche vendendo il loro scheletro, era ancora più felice di averle assunte. E spedite senza rimorsi al Creatore.

    H.H. Holmes: costi elevati, problemi di liquidità

    H.H. Holmes con il forno crematorio volatilizzò letteralmente i cadavere di molte vittime, rendendo impossibile determinarne il numero esatto.

    Provava piacere a torturare e a uccidere soprattutto donne, anche se non risparmiava gli uomini che viaggiavano con molto denaro.

    Il Castello però costava più di quanto gli affari illeciti gli facevano guadagnare e alla fine del 1893 si trovava sull’orlo della bancarotta. Non sembrava preoccuparsene: nonostante fosse sposato già due volte e intrattenesse una relazione con un certa Minnie Williams, si era invaghito della bella turista Georgiana Yoke e fece di tutto per farla innamorare. Riuscì nel suo intento proprio quando i creditori cominciarono a non dargli più tregua.


    H.H. Holmes: la fuga (d'Amore?) e altre truffe

    Holmes fu costretto a una "fuga d’amore" con la fidanzata, mentre Pat Quinlan, dipendente che gli doveva un favore per averlo liberato da un’amante troppo insistente, incendiava il Castello, assicurato per 25.000 dollari.

    Un investigatore provò che si era trattato di un incendio doloso, perciò Holmes fu costretto a inventarsi una nuova truffa che gli avrebbe permesso di arricchirsi in fretta.

    Rintracciò Benjamin Pitezel e gli propose di stipulare un’assicurazione sulla vita per 10.000 dollari. Ne avrebbe poi finto la morte, sfigurando il viso di un cadavere che poteva passare per lui. Il suo ex assistente raccontò tutta alla moglie Carrie, che cercò di dissuaderlo, non fidandosi del vecchio principale del marito. Non vi riuscì: l’uomo seguì Holmes, dicendole di non preoccuparsi alla futura notizia della sua morte.

    Il 9 gennaio 1894 a Denver H.H. Holmes sposò sotto falso nome Georgiana Yoke, per poi cambiarlo ancora in Pratt, cognome che avrebbe usato per commettere diverse frodi con la complicità di Pitezel.
    Poco dopo si sbarazzò dell’ex amante Minnie Williams, ingombrante testimone.


    H.H. Holmes: primo arresto e nuove idee

    A Sant Louis Holmes fu arrestato mentre stava truffando la Merrill Drug Company. In prigione confidò i suoi crimini a Marion Hedgepeth, un pericoloso detenuto. In cambio di 500 dollari, il galeotto gli fornì il nome di Jeptha Howe, un avvocato che avrebbe potuto aiutarlo nella sua prossima frode ordita insieme a Pitezel ai danni di una società di assicurazioni di Philadelphia.

    Uscito di galera H.H. Holmes cambiò idea: una sera aspettò che Pitezel si ubriacasse al punto da reggersi a stento in piedi e lo seguì fino casa, poi lo uccise e lo sfigurò con la nitroglicerina. Alla notizia della sua morte, la moglie sospettò che fosse vera, sebbene Holmes le ricordasse il piano originale.

    Non del tutto convinta, permise alla figlia quindicenne Alice di andare con lui per identificare il corpo del padre e permettergli di intascare i 10.000 dollari della polizza. Grazie a una cicatrice su un ginocchio e a un neo sul collo, il riconoscimento non destò dubbi.

    Holmes, dopo aver dato solo 500 dollari a Carrie, la persuase a lasciargli in custodia i tre figli e scomparve.

    H.H. Holmes: un nuovo arresto

    I detective dell'Agenzia Pinkerton lo inseguirono nei suoi svariati spostamenti, infine lo arrestarono a Boston, prima che si imbarcasse con la moglie per l’Europa.

    Carrie Pitezel, dopo che gli rivelarono che il suo Benjamin era davvero morto e che i resti dei figli asfissiati con il gas erano stati trovati a Toronto, in Canada, raccontò alla polizia tutto quello che sapeva contro il dottore. Georgiana fece lo stesso, una volta che scoprì i due precedenti matrimoni del marito.

    Scavando tra le macerie, gli investigatori portano alla luce gli orrori del Castello.

    La polizia di Chicago calcolò approssimativamente che dovevano esserci almeno 150 vittime, mentre Holmes, confessò al suo avvocato di aver ucciso 133 persone.


    H.H. Holmes: il processo e l'esecuzione

    Processato nell'autunno del 1895, H.H. Holmes venne condannato a morte per 27 omicidi e fu impiccato il 7 maggio 1896.

    Riuscì prima a vendere per 10.000 dollari la storia della sua vita alla William Randolph Hearst Corporation.

    Holmes prima di essere giustiziato ordinò al suo avvocato di far riempire la sua bara di cemento, temendo che il suo corpo venisse trafugato.

    Il Wistar Institute di Philadelphia chiese di poter studiare il suo cervello e le offerte per acquistare il suo cadavere arrivarono a 5.000 dollari. L’avvocato, come concordato, respinse l’offerta.

    Qualche anno dopo un nuovo incendio distrusse definitivamente il Castello degli Orrori, ponendo fine per sempre alla storia del Dottor Morte.

    "Sono nato con il diavolo in corpo. Non è colpa mia
    se sono un assassino, non più di quanto al poeta sia
    necessaria l’ispirazione per cantare...
    Sono nato con il Maligno come padrino accanto al letto
    ed è rimasto con me da allora." H. H. Holmes




    Informazioni tratte dal sito latelanera

    Edited by |Kei| - 14/3/2016, 16:54
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    pubblicane uno in parliamo del tutto se ti va, magari se è a capitoli anche un capitolo al giorno cosi da dare più suspense al racconto che ne pensi?
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    Io penso che niente sia impossibile se si crede veramente in qualcosa, però è bene che quando la fortuna gira ci trovi preparati sennò non si viene notati da nessuno, ma questo infondo vale per qualsiasi campo lavorativo.
    Quindi se qualcuno ha voglia di diventare un investigatore o detective ecc deve naturalmente seguire un percorso specifico e specializzarsi, rimanendo sempre con i piedi per terra, perché così facendo darà maggiore attenzione all'argomento.
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    Vorrei sapere se dilettante del metodo deduttivo ha gia un racconto...
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    Capisco... non hai tutti i torti, possiamo fare cosi allora, chi ha voglia di scrivere qualcosa tipo un racconto può farlo tranquillamente in "PARLIAMO DELL...TUTTO" e se vediamo una particolare attenzione da parte di tutti gli utenti o per una buona parte di essi ci regoleremo di conseguenza se creare un topic o una sezione specifica per l'argomento oppure no!
    Grazie a tutti per l'aiuto!

    Edited by Investigatore - 28/9/2014, 16:17
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    si sono d'accordo con te ma potremmo raggruppare le sezioni meno collegate al forum in basso e dato che ce ne sono più di una le raggruppiamo insieme e le lasciamo come zona relax o off topic che ne dite?
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    si per me va bene, anche una sezione apposita non è un problema!
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    Belle Gunness belle-guinnes-vedova-nera

    Nome Completo: Belle Gunness

    Soprannome: La vedova nera, barbablù d’America, Signora Barbablù

    Nata il: 11 novembre del 1859

    Morta il: 1908?

    Vittime Accertate: 16 (presunte più di 40)

    Modus operandi: avvelenamento o uccisioni mediante oggetti appuntiti e contundenti. Successivo smembramento dei corpi.


    Preso atto del suo modus operandi, Belle Gunness può essere definita come l’equivalente femminile di Bela Kiss, ma a differenza di questi, la sua fame di sangue era motivata (almeno parzialmente) da meri fini economici.

    Dal 1896 al 1908, la Gunness ha sterminato con sicurezza sedici persone (altre voci asseriscono quaranta), fra le quali sono presenti il marito e i figli. Come Bela Kiss anch’essa è scomparsa nel nulla e negli stessi anni.

    La Gunness, ribattezzata la Vedova Nera (o anche la Barbablù d’America) è ritenuta ancora oggi una delle serial killer più feroci e spietate di tutti i tempi oltre a rappresentare un vero rompicapo per i detective, per la sua abilità nel mentire e nel non lasciare alcuna traccia.


    Belle Gunness: la vita

    Brynhild Paulsdatter Storset nacque l’11 novembre 1859 a Selbu (nella contea di Sør-Trøndelag nei pressi della città Trondheim, sulla costa occidentale della Norvegia) ultima di otto figli. Poco o nulla si sa sulla sua infanzia, che pare scorse tranquilla e senza eccessivi problemi salvo quelli immaginabili legati agli scarsissimi mezzi finanziari della sua famiglia.

    A diciassette anni, nel 1876, rimase incinta. Venne picchiata selvaggiamente e calciata allo stomaco dal padre del bimbo che portava in grembo e abortì. Il pestaggio pare produsse un cambiamento nella sua personalità. Il padre del bambino abortito morì un mese dopo questi fatti. E si sospetta che potrebbe essere stato la prima vittima della futura serial killer.


    Belle Gunness: primi omicidi

    Qualche anno dopo, a causa delle tristi condizioni economiche in cui versava la sua famiglia, Anna, la figlia più grande, decise di emigrare negli Stati Uniti, seguita nel 1883 dalla sorella Brynhild.

    A Chicago, nel 1884, la ragazza conobbe Mads Sorenson, anch’egli emigrato dalla Scandinavia, con il quale si sposò dopo qualche mese. Insieme al marito aprì un negozio di confezioni e proprio in questo periodo la futura vedova nera mutò il suo nome in un più americano Belle.

    Purtroppo gli affari non ingranarono e a ciò si venne ad aggiungere una forte incompatibilità coniugale fra i due sposi.

    Il business aperto insieme al marito, un insuccesso commerciale, venne presto sistemato: Belle incendiò il negozio riuscendo successivamente a intascarsi il premio dell'assicurazione. Sarà questa la sua strategia nell'immediato futuro per fare soldi.

    Nel 1896 Belle commise il suo primo omicidio "certo", avvelenando la primogenita Caroline alla quale i medici diagnosticano una grave forma di colite. Per questo intascò soldi da una polizza d'assicurazione sulla vita intestata alla ragazza.

    Nel 1898 avvelenò anche il figlio maschio Axel, solo perché il suo pianto l’aveva infastidita: anche a lui i medici diagnosticano una grave forma di colite. L’assassina inoltre, come era già avvenuto per il negozio, incendiò la propria casa per intascare altri soldi, che si andarono ad aggiungere a quelli incassati dalla polizza assicurativa intestata al figlio.

    Il tris di morte si concluse con l’assassinio del marito Mads, avvenuto il 30 luglio del 1900. L’uomo, già sofferente di cuore, venne avvelenato con della stricnina. I medici non sospettarono di nulla e non ritennero necessario effettuare l’autopsia sul cadavere di Sorenson. Il decesso fu classificato come morte naturale, viste le sue precarie condizioni fisiche.

    Belle Gunness: trasferimento in Indiana

    In seguito alla morte del marito Belle, ormai benestante grazie agli 8.000 dollari intascati dalla polizza di assicurazione sulla vita del coniuge, si trasferì nei pressi di La Porte, nello stato dell’Indiana con le due figlie rimaste (Myrtle, nata nel 1897, e Lucy, nata nel 1899) e con Jennie Olsen, quest’ultima presa in affido da una famiglia di Chicago, impossibilitata a mantenerla. Nell'Indiana si stabilirono in una fattoria dotata di una casa molto ampia e di un notevole appezzamento di terra che Belle adibì ad allevamento di animali, tra cui numerosi maiali.

    Agli inizi del 1902 l’assassina conobbe un agricoltore norvegese, Peter Gunnes, che sposò il primo di aprile di quell'anno. Una settimana dopo un suo figlio avuto da una precedente relazione morì "a causa di un virus".

    Nel dicembre del 1902 Peter Gunness venne ucciso dalla moglie mentre stava lavorando nello scantinato, colpito alla testa da un pesante oggetto contundente.

    Come al solito alla polizia venne data una versione completamente artefatta dell’accaduto. L’uomo, secondo Belle Gunnes, sarebbe stato colpito da un pesante macinacarne caduto dallo scaffale di un mobile: si era quindi trattato di un semplice caso di morte accidentale.
    Nonostante la sua presunta innocenza, Belle Gunness venne messa sotto processo, ma tutto si risolse con una clamorosa assoluzione.


    Belle Gunness: annunci matrimoniali

    Rimasta vedova, incinta del marito scomparso e con tre figlie a carico, Belle Gunness fece pubblicare degli annunci sui giornali per cercare un uomo che la mantenesse: in molti risposero alle sue richieste.

    Il primo fu John Moo, che le portò in dote 1.000 dollari. L'uomo scomparve nel nulla dopo una settimana.

    Nella primavera del 1903 nacque finalmente Philip, il figlio concepito durante la breve unione tra Belle e Peter Bunness.

    La processione degli uomini che rispondevano agli annunci matrimoniali di Belle non aveva fine.

    Maggio del 1904. Olaf Lindbloe, trent’anni, anch’egli emigrato dalla Norvegia, si recò alla fattoria della Gunnes, affascinato dall’idea di conoscere una sua connazionale. La sera stessa venne avvelenato e fatto a pezzi. Le mani e i piedi vennero date in pasto ai porci, mentre i resti del corpo furono occultati nel pozzo.

    Dopo qualche giorno Belle Gunness ricevette la visita di un amico di Lindbloe, venuto a chiedere informazioni sul compagno scomparso. La donna, che intanto si era appropriata dei soldi della vittima, dichiarò all’uomo che dopo aver lavorato per qualche tempo nella sua tenuta, il giovane se n’era andato senza dire nulla. Sull’accaduto non venne svolta nessuna indagine e così la vedova nera continuò indisturbata nel suo lavoro.

    Giugno del 1904. John Bunter proveniente dalla Pensylvania, affascinato da Belle, iniziò a lavorare per lei. Dopo qualche giorno venne ucciso e decapitato. Le mani e i piedi, come era avvenuto per la precedente vittima, furono dati in pasto ai maiali, mentre il resto del corpo venne seppellito nel giardino.

    Dicembre del 1904. Dopo aver messo l'ennesima inserzione su un giornale della Virginia, nella sezione Cuori solitari, Belle Gunness vide comparire alla sua porta Abraham Phillips, una guardia delle ferrovie in pensione, il quale si presentò con tanto di anello di diamanti e con i migliori propositi. Phillips, provvisto anche di una ragguardevole somma di denaro, venne accolto dalla donna e ucciso la sera stessa del suo arrivo.

    Dopo essere stato avvelenato, Belle proseguì col consueto smembramento del corpo, eseguito con un’ascia. Mani, piedi e testa furono messi in un sacco e gettati nel pozzo.
    Tempo dopo i familiari iniziarono a indagare sulla scomparsa del congiunto ma senza giungere a nessuna conclusione.

    L’unico a scampare alla furia omicida della Gunness fu un certo George Anderson, un possidente terriero, il quale aveva dubitato sin dall’inizio delle intenzioni della donna. Quest’ultima infatti, che mirava al denaro contante, aveva posto allo spasimante come condizione necessaria per il matrimonio, la vendita del suo podere. Ma Anderson non accettò e se ne tornò nel suo paese.

    Sempre utilizzando lo stratagemma dell’inserzione matrimoniale, furono uccisi e smembrati: Charles Nieburg di Philadelphia (1904), Christian Hinckley dal Wisconsin (febbraio 1905), George Barry (luglio 1905), Henry Gurholt (agosto 1905), Herman Konitzer (Gennaio 1906).

    Sotto i colpi d’ascia della Gunner cadde anche un giovane di diciannove anni, un certo Emil, figlio di alcuni vicini di casa. Questi probabilmente disdegnando le attenzioni della Vedova Nera, essendo già fidanzato con un’altra ragazza, fu ucciso senza pietà. Una volta occultati i resti del ragazzo, come al solito la Gunness mentì ai genitori, asserendo di non sapere assolutamente niente sulla scomparsa del giovane.

    Poi fu la volta di Ole Budsberg del Wisconsin (26 aprile 1907), il quale venne macellato e seppellito nel recinto dei maiali. Ai figli della vittima Belle, che intanto era stata rintracciata dagli impiegati della banca dove Budsberg aveva prelevato il suo conto, rispose che l’uomo era partito inspiegabilmente per l’Oregon.

    Belle Gunness: non c'è fine alle morti

    La Signora Barbablu non era ancora stanca di uccidere. Dopo il fermo del processo fu il turno della figlia adottiva Jennie, la quale venne avvelenata, tagliata a pezzi e gettata nel pozzo della fattoria. Quando i vicini di casa cominciarono a interrogarsi sull’assenza della bambina, la Gunness spiegò tranquillamente che la figlia era stata mandata in un collegio.
    Di qui in poi inizierà l’incubo.

    Nel maggio del 1907 Belle Gunness assunse come tuttofare Ray Lamphere, trent’anni, coltivatore, futura figura chiave del caso.
    Inspiegabilmente questi riuscì a entrare nelle grazie della spietata assassina, la quale, oltre a non alzare una mano su di lui, lo ricoprì di vistose attenzioni.

    Nel dicembre del 1907 la Vedova Nera venne contattata (sempre tramite un annuncio sul giornale) da Andrew Helgelein, di origine svedese. Memore della precedente esperienza, Belle rispose al suo spasimante, chiedendogli di non fargli pervenire i soldi tramite la sua banca, ma di ritirarli e di nasconderli fino al loro incontro, senza farne parola con nessuno.

    L’originale della lettera riporta infatti:
    “Non mi inviare i soldi tramite banca, non mi fido di loro, prendili direttamente tu e nascondili nella biancheria intima. Fai attenzione a non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi parenti più stretti. Questo deve essere un nostro segreto. Vedrai che tra noi due ci saranno altri segreti"

    Appresa la notizia dell’arrivo di un nuovo padrone di casa, Lamphere iniziò a chiedere spiegazioni alla Gunnes, la quale gli intimò di andarsene e di cercarsi un nuovo lavoro. Dopo una violenta discussione, il tuttofare se ne andò, imprecando contro la donna, la quale, nel gennaio del 1908, avvelenò Helgelein e ne fece a pezzi il cadavere.

    Terminata la mattanza, il giorno dopo la Gunnes, si recò dai vicini, recitando la parte della donna sedotta e abbandonata, al fine di stornare ancora una volta da se i sospetti circa le inquietanti sparizioni.


    Belle Gunness: l'incendio e la scomparsa

    Nel marzo del 1908, Belle Gunness assunse un nuovo bracciante, Joe Maxon. La notte del 28 aprile, Maxon fu svegliato da un fumo denso, proveniente dal pianterreno. Allarmato l’uomo cominciò a chiamare la Gunnes, ma non ebbe alcuna risposta. Corse fuori dalla casa per cercare aiuto, ma dopo pochi minuti la fattoria fu letteralmente avvolta dalle fiamme.
    Ma il peggio doveva ancora venire.

    Dell’incendio fu accusato Ray Lamphere, sulla base di alcune confidenze che la Gunness aveva fatto a un avvocato. Belle aveva infatti confidato a questi di essere stata oggetto di minacce da parte di Lamphere in seguito al suo licenziamento.

    Nel maggio del 1908 gli investigatori accorsi sul luogo della tragedia, scoprirono gli orridi segreti custoditi nel sottosuolo della fattoria dal 1902. Vennero estratti numerosi sacchi con dentro mucchi di ossa e di altri resti umani, cosparsi di soda caustica. Nello scantinato della casa vennero rinvenuti quattro cadaveri, tre dei quali furono identificati come quelli dei figli di Belle (Myrtle di undici anni, Lucy di nove e Philip di cinque) più un quarto cadavere privo della testa, che in un primo momento fu identificato come quello della Gunnes.

    Il 12 maggio 1908, durante le ricerche del cranio disperso, gli inquirenti rinvennero la protesi dentaria di Belle. Così il 20 maggio 1908 il coroner dichiarò che la Gunness era perita per mano, cito testualmente, "di uno sconosciuto squilibrato" .

    Belle Gunness: il processo

    Il 9 novembre del 1908 si aprì ufficialmente il processo contro Ray Lamphere, sul quale pendeva oltre all’accusa d’incendio doloso, anche quella di omicidio plurimo.

    Nonostante il susseguirsi di testimoni, molti dei quali amici e parenti delle persone uccise dalla Gunnes, desiderose perciò di giustizia, non si arrivò mai ad un chiarimento logico ed esaustivo dei fatti.

    Il 26 novembre del 1908 il giudice Richter emanò la seguente sentenza:
    “Troviamo il sig. Ray Lamphere colpevole dell'incendio causato nella fattoria, ma estraneo al massacro di quelle genti.”

    Scampato alla forca, Lamphere fu chiuso in carcere, dove morirà di tubercolosi nel 1911. Anche qui continuerà a dichiararsi innocente dell’incendio, asserendo:
    “Non è morta (parlando di Belle Gunnes), io so che aveva una grande cicatrice nella gamba sinistra, il corpo della donna decapitata trovata nello scantinato, non ha nessuna cicatrice, non mi hanno voluto credere, è riuscita a prendersi gioco di tutti noi.”


    Belle Gunness: gli avvistamenti

    Le parole di Lamphere trovarono un immediato riscontro nella realtà. Infatti iniziarono a susseguirsi, sempre con maggiore frequenza, gli avvistamenti di Belle Gunness:

    - Il 29 aprile 1909 il capotreno Jesse Hurst asserì di aver visto la Gunness salire sul treno, alla stazione di Decatur (Indiana), trasportata su di una barella.

    - Nell'aprile 1909 la Vedova Nera venne vista da un agricoltore mentre si trovava a bere in un bar.

    - In molte occasioni un’amica di Belle, un certa Almetta Hay, dichiarò che l’assassina si sarebbe recata spesso da lei. Nel 1916 quando la Hay morì, fu ritrovato nel suo appartamento un teschio umano, nascosto in mezzo a dei cuscini. Gli inquirenti paventarono l’ipotesi che quel cranio appartenesse al cadavere rivenuto nella cantina della fattoria, andata a fuoco nell’aprile del 1908.

    - Nel 1917 Belle fu identificata da un uomo che dichiarò di averla vista lavorare in un ospedale come infermiera.

    - Nel 1931 a Los Angeles venne ucciso August Lindstrom, un ottantunenne di origini norvegesi. L’uomo fu avvelenato da una certa Esther Carlson, la quale seguì lo stesso modus operandi di Belle Gunnes. La Carson fu arrestata con l’accusa di omicidio ma morì di tubercolosi mentre era in attesa di giudizio.

    - Nel 1935 alcuni asserirono di averla vista lavorare come maîtresse in un bordello nell’Ohio. Quando un detective dilettante si recò da lei e la chiamò col suo vero nome (Belle), questa si voltò verso di lui e lo redarguì con violenza. Successivamente gli amici della donna intimarono al detective di lasciare perdere ogni indagine, se non voleva passare dei guai.


    Concludiamo con questi versi, molto indicativi, composti da Belle Gunnes:
    È rossa dell’Indiana la luna | Perché Belle forte e cupa era una | e pensa a tutti quegli uomini di Norvegia | che St. Paul mai più rivedranno
  11. .
    Stai tranquillo quando avrai l argomento lo scriverai :-) comunque i punteggi li assegna lo staff ma per ora è bloccato finche non riusciremo a sistemare lo script per la classifica:-) buon lavoro!
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    se ne trovano online?
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    Brescia, donna uccisa a coltellate in casa. I carabinieri cercano il marito
    E' stata la madre a ritrovare il corpo della 30enne nella casa di Palazzolo sull'Oglio. Gli inquirenti sospettano che l'omicidio sia stato pianificato da un tunisino di 36 anni che sarebbe già fuggito in Tunisia

    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 settembre 2014

    A ritrovare il corpo di Daniela Bani, 30 anni, è stata sua madre che intorno alle 23 di lunedì (22 settembre) si era presentata nella casa della figlia a Palazzolo sull’Oglio nel Bresciano, per avere notizie dei due nipotini di 5 e 7 anni di cui non aveva notizie. Ma appena entrata in casa, la donna ha trovato il cadavere di Daniela steso sul letto, massacrato da almeno 20 coltellate e coperto di sangue. Accanto al corpo, un coltello da cucina usato per l’omicidio. Del compagno della donna, un tunisino di 37 anni, nessuna traccia. Secondo quanto riportato dall’edizione di Brescia del Corriere della Sera, Daniela – che lavorava in una ditta di pulizie – avrebbe voluto lasciare il marito, D.B, un tunisino di 36 anni con precedenti che lavorava di tanto in tanto come giardiniere. I vicini hanno raccontato di frequenti litigi tra i due e hanno descritto come “violento e cattivo” l’uomo.

    I carabinieri stanno cercando il marito perché sospettano che sia stato lui a pianificare la mattanza. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, ieri mattina il 36enne avrebbe portato i figli da un connazionale amico, poi sarebbe tornato a casa dalla moglie, l’avrebbe uccisa e sarebbe fuggito nel pomeriggio con un volo per la Tunisia.
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    AHAHAH :) Benvenuto nel forum:)
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    Problema risolto!!! :)
234 replies since 27/10/2011
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