Delitto Vannini: una sentenza molto discutibile!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Interessato al Metodo Deduttivo

    Group
    Fan
    Posts
    52
    Reputation
    +38

    Status
    Offline
    E' di qualche settimana fa la sentenza della Corte di Assise di Appello di Roma, che, su rinvio della Suprema Corte di Cassazione, ha condannato Antonio Ciontoli per aver ucciso con un colpo di pistola il fidanzato di sua figlia, Marco Vannini.
    La pena inflitta è risultata relativamente mite, perchè la Corte ha ritenuto che l'omicidio sia stato commesso:
    - nella sua prima fase per mera "colpa";
    - nella sua seconda fase per "dolo eventuale".
    Secondo me, sono erronee entrambe le motivazioni, per le ragioni che ni accingo ad esporre.
    ***
    RIASSUNTO DELLA VICENDA
    Antonio Ciontoli, militare distaccato presso il RUD (Raggruppamento Unità Difesa dei servizi segreti), aveva ospitato nella sua casa di Ladispoli Marco Vannini, che era il fidanzato di sua figlia; la quale, con il fratello e la madre, al momento del fatto, era anch'essa nell'abitazione.
    Marco Vannini si stava facendo la doccia nella vasca, quando qualcuno è entrato nel bagno, e gli ha sparato con la Beretta 98 cal.9 corto di proprietà di Antonio Ciontoli, ferendolo mortalmente; quest'ultimo ed i suoi familiari chiamarono il 118, ma ritardando i soccorsi in modo tale, che Marco Vannini morì prima di poter raccontare chi gli aveva effettivamente sparato, ed in quali circostanze.
    Antonio Ciontoli, in base alla sua stessa confessione, è stato condannato per aver ucciso il genero a causa di uno scherzo finito male e poi, soprattutto, per aver tardato nel soccorrerlo; mentre i familiari sono stati condannati a pene più leggere per avergli "tenuto bordone".
    ***
    A pagina 26 della sentenza della Corte di Assise di Appello di Roma leggiamo che il "reo confesso" ha rilasciato due diverse versioni successive dell'accaduto, in contraddizione l'una con l'altra.
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/03/2a/dc/ME146OCD_t.jpg

    LA PRIMA VERSIONE DI ANTONIO CIONTOLI
    La prima versione di Antonio Ciontoli, essendo del tutto assurda, l'imputato l'ha ritrattata subito su consiglio dei suoi stessi legali.
    Ed infatti era impossibile che il colpo fosse partito da solo, per una "caduta accidentale" dell'arma, in quanto:
    a)
    A differenza di quanto si vede nei film, una pistola moderna (soprattutto una Beretta), può anche cadere dal quinto piano, ma non sparerà "mai" accidentalmente, per conto suo; questo, in quanto, la cosa è resa impossibile dalla "sicura al percussore".
    Si tratta di un semplicissimo meccanismo che blocca il percussore fino a che il grilletto non è completamente premuto, e, quindi, c’è la chiara volontà di sparare; è una sicurezza di cui tutte le armi moderne sono dotate, ivi compresa la Beretta del delitto.
    b)
    Comunque il foro d'entrata del proiettile nel corpo della vittima era "circolare" e non "ogivale", per cui il colpo è stato sparato ad altezza d'uomo, e non obliquamente da terra; senza considerare che la vittima si stava facendo la doccia in una vasca, per cui, per raggiungerlo, un proiettile partito da terra avrebbe dovuto necessariamente forarne le pareti.
    Cosa che, invece, non si è verificata!

    LA SECONDA VERSIONE DI ANTONIO CIONTOLI
    Per rimediare alla prima balla, l'imputato se n'è inventata un'altra; la quale, però, non è molto migliore della prima.
    Ed infatti Antonio Ciontoli ha dichiarato:
    - di non sapere che l'arma fosse "carica";
    - di aver "scarrellato per gioco";
    - di aver premuto il grilletto pensando che avrebbe fatto soltanto "clic".
    Ed invece, purtroppo, sia per lui che per la vittima, ha fatto "bum"; ed il povero Marco Vannini ci ha lasciato la pelle.
    ***
    Ma è evidente che l'imputato "mentiva per la gola", in quanto:
    a)
    E' estremamente improbabile che lui non sapesse che l'arma era carica.
    b)
    Pure se fosse così, prima di fare "scherzi" idioti, avrebbe comunque dovuto controllare se l'arma era carica o meno.
    c)
    Infine, anche a voler credere alla sua incredibile sbadataggine (a e b), secondo me è assolutamente "impossibile" che, dopo aver scarrellato, così come ha ammesso di aver fatto, non si sia accorto che l'arma era carica e con un colpo in canna pronto a partire.
    ***
    Ed infatti:
    - se l'arma è scarica, quando la si "scarrella", il carrello resta bloccato in posizione di apertura mostrando che la camera di scoppio è vuota, e il grilletto è inerte;
    - se, invece, l'arma è carica, quando la si "scarrella", il carrello incamera il proiettile superiore del caricatore, e si richiude in evidente posizione di sparo.
    E' impossibile sbagliarsi, come si evince dal seguente breve videoclip, realizzato con la mia personale Beretta 98 cal.9 (password per vedere il video "logos")!
    www.dailymotion.com/video/x86ag1i
    ***
    A pagina 28 della sentenza della Corte di Assise di Appello di Roma, invece, l'imputato ha "candidamente" dichiarato che lui si era limitato a comprare la pistola, aveva pagato ed era uscito "...senza che nussuno gli avesse spiegato il funzionamento dell'arma".
    Cioè, come uno che ritiri l'auto nuova dal concessionario, e, dopo aver investito il primo passante che gli è capitato a tiro, si scusi dicendo che nessuno gli aveva spiegato come usare il volante!
    Analogamente, Ciontoli dice di aver visto come si usava una pistola semiautomatica soltanto una volta, in poligono, nel 2007, e che "...non si ricordava che ad arma scarica, lo scarrellamento, se il caricatore è vuoto, lascia aperta l'arma stessa!"
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/a6/69/32/ME146OKW_t.jpg
    ***
    Ehi, signor giudice e signori giurati!
    Stiamo parlando di un militare distaccato presso il RUD (Raggruppamento Unità Difesa dei servizi segreti); il quale, per il suo mestiere dovrebbe conoscere come le sue tasche uno dei più elementari meccanismi di "qualsiasi" arma semiautomatica (non solo della beretta del delitto).
    Ripeto, di "qualsiasi" arma semiautomatica!
    ***
    A dire il vero, chiunque sia munito di un regolare porto d'armi, conosce benissimo tale elementare meccanismo; per cui quando Antonio Ciontoli fa lo "gnorri" al riguardo, non solo è "probabile" che menta, ma direi che la cosa è assolutamente "certa"!
    ***
    Sarebbe come se qualcuno, dopo aver investito un pedone, si scusasse dicendo: "Ohibò! Sono tanti anni che ho preso la patente, e, per giunta, guido molto di rado; per cui, purtroppo, ho confuso il pedale del freno con quello dell'accelleratore!"
    Sarebbe un'affermazione assurda da parte di chiunque sia dotato di patente; ma lo sarebbe soprattutto da parte di un tassista!

    L'INTERCETTAZIONE AMBIENTALE DI MARTINA CIONTOLI
    Gravemente ferito, Marco Vannini, soprattutto a causa dell'"inspiegabile" lentezza con il quale Antonio Ciontoli e la sua famiglia (moglie e due figli) lo soccorsero, giunse in ospedale troppo tardi per essere salvato, è lì morì.
    Qualche giorno dopo Martina Ciontoli (la figlia dell'assassino e la fidanzata del morto), mentre attendeva di essere interrogata nella sala d'aspetto della stazione dei carabinieri, venne così intercerttata da una videocamera di sorveglianza (password per vedere il video "logos")!
    www.dailymotion.com/video/x86b70j
    ***
    Da tali dichiarazioni, poi ritrattate in aula, risulta che Martina era nel bagno in cui è avvenuto l'omicidio; non è ben chiaro, però, se fosse dentro o fuori della vasca in cui si trovava il fidanzato.

    LA PROVA DEL GUANTO DI PARAFFINA
    La prova del guanto di paraffina, nella sua attuale versione denominata (sia pure un po' impropriamente) STUB, è stata effettuata sia su Antonio Ciontoli, sia su Martina Ciontoli sia su Federico Ciontoli; e tutti e tre sono risultati positivi al test.
    Questo, però, è poco significativo, poichè, essendo stati tutti e tre nel bagno dopo lo sparo, è normale che siano rimasti tutti e tre contaminati dalla polvere da sparo.
    ***
    A sparare, però, almeno secondo gli inquirenti, può essere stato soltanto Antonio, perché nelle sue narici sono state trovate 12 particelle di polvere da sparo (mentre nessuna nelle narici dei figli); e, secondo la prassi del RIS, ne basterebbero 3 per provare la colpevolezza.
    Per cui, nella sentenza, si dà per scontato che a sparare sia stato il padre Antonio, e non il figlio Federico.
    ***
    Nella sentenza, però, non si tiene conto di tre circostanze, che invece, secondo me, sono molto importanti:
    a)
    Sugli indumenti di Antonio Ciontoli sono state trovate in totale 42 particelle di polvere da sparo, mentre su quelli di Federico ben 87.
    Più del doppio!
    b)
    Inoltre, anche per quanto riguarda le particelle presenti sulle mani sono state trovate in quantità maggiore su mani e avambracci di Federico (3) rispetto a quelle di Antonio Ciontoli (1).
    Il triplo!
    c)
    Le particelle di polvere da sparo trovate nelle narici, nel caso di specie, a mio parere non sono minimamente significative; ed infatti, se Antonio Ciontoli (da buon "agente segreto") avesse voluto alterare il test, per indurre in inganno il RIS ed attribuirsi la colpa dello sparo, gli sarebbe stato sufficiente:
    - annusare a lungo la canna della pistola;
    - far soffiare più volte il naso al figlio, con la massima energia.
    Ed infatti, la quantità di polvere da sparo "inalata", come qualunque agente dell'"intelligence" sa benissimo, è quella più facile da "alterare"; a differenza di quella sulle mani (sebbene sommariamente lavate) e sui vestiti (finchè non vengono lavati).

    LE IMPRONTE DIGITALI
    Sull’arma da cui è partito il colpo che ha ucciso Marco Vannini mancano impronte digitali di qualsiasi genere; il che è singolare, perchè questo vuol dire:
    - o che chi ha sparato aveva i guanti:
    - oppure che la pistola è stata ripulita.
    Al riguardo:
    a)
    Che lo sparatore abbia usato i guanti, sembra da escludere; ciò in quanto l'omicidio, volontario o meno che fosse, non era stato sicuramente "premeditato".
    b)
    Se, invece, come sembra molto più probabile, la pistola è stata ripulita, ciò fa pensare che si siano volute cancellare le impronte digitali di qualcuno che non era il proprietario dell'arma; ciò in quanto le le impronte digitali del proprietario dell'arma non sarebbe stato affatto necessario ripulirle.
    Ed infatti è naturale che su un'arma ci siano le impronte digitali del proprietario, anche se non l'ha usata per sparare.
    Quindi è strano (e secondo me significativo) che esse non siano presenti sulla pistola!
    CONTINUA

    PROSEGUE DA SOPRA
    POSSIBILI IPOTESI INVESTIGATIVE
    Essendo assolutamente "fuori discussione" che chiunque sia munito di porto d'armi, e a maggior ragione un militare distaccato presso il RUD (Raggruppamento Unità Difesa dei servizi segreti), non possa assolutamente ignorare il meccanismo dello "scarrellamento" sopra illustrato, ed anche considerando le altre surriportate circostanze, secondo me si possono fare soltanto due ipotesi.

    PRIMA IPOTESI
    Se è stato davvero Antonio Ciontoli a premere il grilletto, puntando la pistola contro Marco Vannini, allora non poteva assolutamente ignorare che, dalla sua Beretta, sarebbe partito un proiettile; per cui, il suo, non sarebbe stato affatto un omicidio "colposo", bensì senz'altro un assassinio "doloso" a tutti gli effetti (assorbendo il successivo "dolo eventuale" del ritardo nei soccorsi").
    ***
    Ed infatti, per chiunque:
    - abbia un "minimo" di conoscenza del funzionamento delle armi;
    - abbia un minimo di cognizione di quella che è la competenza "minima" di un qualsiasi possessore di armi;
    è sicuramente da escludere che Antonio Ciontoli abbia sparato nella erronea convinzione che l'arma fosse scarica.
    Checchè ne dicano lui e la figlia, è una cosa assolutamente "impensabile"!
    ***
    Pertanto, essendo da escludere la "premeditazione" del delitto, potrebbe darsi che Antonio Ciontoli abbia sparato a Marco Vannini "in stato d'ira", avendolo trovato nel bagno (o addirittura nella stessa vasca) insieme alla propria figlia; nel XXI secolo, però, un movente del genere mi sembra molto poco plausibile!
    Forse, allora, intendeva soltanto "fargli prendere strizza" facendogli fischiare una pallottola vicino "alla pelle"; solo che il ragazzo si è mosso, ed è stato involontariamente colpito.
    Ma questo mi sembra ancora più improbabile, in quanto sarebbe stato uno "scherzo":
    - troppo pericoloso;
    - troppo costoso (considerate le riparazioni che, poi, Ciontoli avrebbe dovuto effettuare nel suo bagno).

    SECONDA IPOTESI
    Quel giorno, per sua stessa ammissione, sappiamo che Antonio Ciontoli aveva intenzione di pulire quella pistola; per cui, a differenza del solito, l'arma si trovava fuori dell'armadio blindato, e, quindi, a portata di mano di chiunque.
    Pertanto, testimonianze e intercettazioni a parte (che potrebbero essere state "artefatte" a bella posta, come vedremo in seguito) per quello che ne sappiamo, a fare uno "scherzo da prete" con la pistola a Marco Vannini potrebbe essere stato uno dei figli di Antonio Ciontoli: Federico o Martina.
    Nè lo STUB nè le impronte digitali risultano ostative al riguardo!
    ***
    Il che, in effetti, sarebbe molto più plausibile:
    - sia perchè "scherzi idioti" del genere è più facile che li facciano persone giovani, che non persone ormai mature e "con la testa sulle spalle";
    - sia perchè Federico o Martina di armi se ne intendevano sicuramente molto meno del padre, e, quindi, avrebbero effettivamente potuto ignorare il meccanismo dello scarrellamento da me sopra descritto.
    ***
    Ho sentito dire in TV che Federico di armi se ne intendeva abbastanza, perchè, tra i 16 e i 19 anni, era stato all'Accademia della Nunziatella; però, che io sappia, a quell'età, alla Nunziatella, gli allievi li fanno sparare solo con il fucile, che ha un funzionamento molto diverso da quello di una pistola.
    Una pistola, agli allievi della Nunziatella di quell'età, non la fanno vedere neanche con il binocolo!
    ***
    D'altra parte, anche a giudicarla dal video dell'intercerttazione, Martina a fare scherzi con la pistola non ce la vedo proprio; per cui, se a sparare "per scherzo" con la pistola è stato uno dei due figli di Ciontoli, io propendo senz'altro per Federico.
    ***
    Ed allora cerchiamo di vedere cosa "potrebbe" essere accaduto secondo questa seconda ipotesi; e poi cerchiamo di valutare se essa possa ritenersi più o meno plausibile della prima.
    ***
    Poniamo che Federico e/o Martina abbiano preso la pistola del padre, e siano entrati nel bagno per fare uno scherzo a Marco; erano sicuri che fosse scarica, perchè il padre la stava pulendo.
    Una volta dentro, hanno scarrellato l'arma (per fare scena), e poi hanno sparato, ferendo il ragazzo nella vasca.
    Il padre e la madre sono accorsi al rumore, e, visto quello che era accaduto, sono rimasti "orripilati"; soprattutto pensando ai guai che poteva passare il figlio che aveva sparato.
    ***
    A questo punto, fermo restando il mio personale "assioma" che se fosse stato Antonio Ciontoli a sparare, lo avrebbe fatto sicuramente in modo "consapevole", occorre considerare due circostanze:
    a)
    Sembra che Antonio Ciontoli non avesse alcun movente specifico per sopprimere il futuro genero; ed infatti non si è trovato il benchè minimo indizio in tal senso, salvo un ipotetico e molto poco plausibile "stato d'ira" di carattere temporaneo (vedi sopra).
    b)
    Anche se, effettivamente, avesse avuto un movente del genere, non si capisce perchè mai avrebbe dovuto ucciderlo in un modo così "idiota"; e, in effetti, anche considerando la sua professione, sarebbe stato logico attendersi, se non un "delitto perfetto", almeno un qualcosa un po' più "sofosticato" dell'uccidere il genero nella vasca da bagno, quando la casa era piena di gente.
    ***
    Non mi torna proprio!
    ***
    Quindi, per tornare alla nostra seconda ipotesi, pensando ai guai che poteva passare il figlio che aveva sparato, Antonio Ciontoli potrebbe aver ragionato come avrebbe fatto un qualsiasi agente dell'"intelligence"; cioè, in modo estremamente "logico" e "spietato".
    Sebbene molto "paterno" e "familista"; cioè, all'italiana!
    ***
    Pertanto, in ipotesi:
    a)
    Ha deciso di prendersi lui la colpa al posto del figlio (come penso che avrei fatto anch'io, nei suoi panni); raccontando, però, per attenuare la sua inevitabile responsabilità penale, che si era trattato di uno scherzo riuscito male.
    b)
    Si è tuttavia reso conto che se Marco Vannini sopravviveva abbastanza a lungo da poter raccontare come erano andate effettivamente le cose, il suo piano non avrebbe potuto funzionare; ed infatti, in tal caso, la verità sarebbe venuta a galla, ed uno dei suoi figli sarebbe stato condannato per omicidio colposo.
    c)
    Ora, se fosse stato davvero lui a sparare "per scherzo" alla vittima, avrebbe avuto tutto l'interesse affinchè potesse sopravvivere abbastanza a lungo da poter raccontare come erano andate effettivamente le cose; ed infatti, poichè "factum infectum fieri nequit" ("Il fatto compiuto non può considerarsi come non avvenuto"), non potendo far finta che non era successo niente, la cosa migliore sarebbe stata quella di attenuare il più possibile le conseguenze del suo insano gesto, e, quindi, affrettare il più possibile i soccorsi.
    d)
    Se, invece, a sparare "per scherzo" alla vittima fosse stato uno dei suoi figli, Ciontoli avrebbe avuto tutto l'interesse affinchè Vannini non sopravvivesse abbastanza per accusarlo; e, quindi, avrebbe avuto tutto l'interesse a rallentare il più possibile i soccorsi (lui ed i suoi familiari), sperando che la vittima morisse prima di poter rivelare chi era stato l'assassino.
    ***
    Secondo me, solo così si spiega il criminale ritardo nei soccorsi; il quale poi, ha comunque coinvolto (anche se con diverse responsabilità) l'intera famiglia.
    Altrimenti, sotto il profilo logico, non riesco proprio a trovare una spiegazione plausibile di tale circostanza.
    ***
    Proseguendo nella disamina della nostra seconda ipotesi (o meglio "congettura"), per meglio suffragare la sua falsa ricostruzione dei fatti, non è da escludere che l'"intercettazione" di Martina Ciontoli sia stata appositamente "preorchestrata" dal padre.
    Ed infatti:
    a)
    Dai tempi di Amanda Knox, ormai lo sanno anche i sassi che, dopo un delitto, se sei un sospettato o un testimone, come apri bocca vieni intercettato di nascosto da una cimice o da da una minivideocamera.
    b)
    Se ti trovi in un commissariato o in una stazione dei carabinieri, in attesa di essere interrogato formalmente, puoi esserne assolutamente certo.
    c)
    Se questa è una cosa risaputa anche dai sassi, figuriamoci se poteva essere ignorata da un agente dell'"intelligence militare"; soprattutto se era "culo e camicia" col maresciallo dei carabinieri di Ladispoli.
    d)
    Ed infatti, Antonio Ciontoli, era amico del maresciallo di Ladispoli Roberto Izzo.
    e)
    Inoltre, almeno in alcuni casi, più che di microspie, si tratta delle registrazioni audiovideo :
    - delle normali videocamere di sorveglianza, visibili da tutti;
    - di sedicenti "microspie" che, invece, si vedono lontano un miglio.
    f)
    In alcuni fotogrammi sembra proprio che Martina stia guardando (in alto a sinistra) verso la videcamera.
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/ae/f8/70/ME146SIY_t.jpg
    ***
    Considerando quanto sopra, sempre. beninteso, in base alla nostra seconda ipotesi, se Antonio Ciontoli (sia pure in modo molto difettoso e abborracciato per la fretta) aveva studiato un piano per attribuire a sè la colpa di quel "pasticciaccio brutto", mi sembra logico che possa aver adeguatamente "istruito" la figlia al riguardo; per corroborare tale finzione.
    ***
    Resterebbe però da capire perchè poi, in aula, la figlia abbia "ritrattato" quanto detto nella intercettazione ambientale; ed infatti, visto che quanto aveva detto nella intercettazione ambientale corrispondeva esattamente alla "confessione" del padre, non si vede la ragione di tale "ritrattazione".
    Ma probabilmente lo avrà fatto su suggerimento dei suoi avvocati, i quali seguivano una diversa strategia difensiva; quale, però, non saprei proprio dire!

    CONCLUSIONI
    In conclusione, l'unica cosa di cui io sono personalmente convinto, è che:
    - se chi ha puntato la pistola è stato davvero il padre, vedendo che il carrello si richiudeva in posizione di sparo, quando ha tirato il grilletto sapeva benissimo che sarebbe partito un proiettile (perchè voleva dire che la pistola era carica);
    - se, invece, chi ha puntato la pistola è stato uno dei due figli, poco avvezzi all'uso di una pistola semiautomatica, è possibilissimo che quando ha tirato il grilletto non sapesse che sarebbe partito un proiettile (pensando che la pistola fosse scarica).
    ***
    Se così è, come ho detto e qui ribadisco, a meno che Marco Vannini non si sia suicidato (il che è da escludere) sono possibili solo le due ipotesi di cui sopra; le quali, comunque, coinvolgono entrambe le responsabilità di tutti i familiari per aver contribuito alla morte del giovane a causa del ritardo nel soccorrerlo.
    ***
    Però, a differenza di quanto risulta dalla sentenza:
    a)
    Se a sparare è stato il padre, secondo me il suo è stato un "omicidio doloso" a tutti gli effetti:
    - sia nella sua prima fase di natura "commissiva", quando ha sparato alla vittima;
    - sia nella sua seconda fase di natura "omissiva", quando ha ritardato il suo ricovero ospedaliero.
    b)
    Se, invece, a sparare è stato uno dei figli, secondo me il suo è stato un "omicidio":
    - "colposo" nella sua prima fase di natura "commissiva", quando ha sparato "per scherzo" alla vittima;
    - "doloso" nella sua seconda fase di natura "omissiva", quando ha ritardato il suo ricovero ospedaliero, sperando che morisse senza poter raccontare quello che era effettivamente accaduto.
    In tal caso, il padre sarebbe stato del tutto "innocente" per la prima fase, e corresponsabile di "omicidio doloso" (o meglio di "omissione di soccorso dolosa") solo a tali secondi effetti.
    ***
    Personalmente, a lume di logica, ritengo che quest'ultima ipotesi sia la più "plausibile" ; e, in tal caso, sono propenso a credere che a sparare sia stato il figlio Federico.
    In ogni caso, in entrambe le ipotesi:
    - la sentenza mi sembra corretta per non aver assolto nessuno;
    - alquanto aberrante nella attribuzione delle rispettive responsabilità.
    ***
    In ogni caso si tenga presente che io non sono in possesso del fascicolo processuale, nè sono al corrente di tutti i dettagli del processo, ovvero di ulteriori successivi sviluppi a me ignoti.
    Per cui, le mie conclusioni, vanno prese, per quello che valgono; cioè con cauto "beneficio d'inventario".
    ***
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mycroft

    Group
    Administrator
    Posts
    10,220
    Reputation
    +1,034
    Location
    Nord

    Status
    Offline
    Molto interessante, ragionato ed esaustivo.
    Giustamente non si può sapere tutto, specie se non si è concluso il caso. O magari era coinvolto altro, che però non è stato identificato. Ma questo è come parlare di castelli per aria.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mycroft

    Group
    Administrator
    Posts
    10,220
    Reputation
    +1,034
    Location
    Nord

    Status
    Offline
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mycroft

    Group
    Administrator
    Posts
    10,220
    Reputation
    +1,034
    Location
    Nord

    Status
    Offline
     
    Top
    .
3 replies since 15/12/2021, 13:39   177 views
  Share  
.