Il "dilemma" dell'omicidio commesso dai gemelli.

In realtà, si tratta di "due" dilemmi ben distinti, e che pongono problematiche "logiche", "filosofiche" e "giuridiche" completamente diverse.

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    Il "dilemma" dell'omicidio commesso dai gemelli.

    In realtà, si tratta di "due" dilemmi ben distinti, e che pongono problematiche "logiche", "filosofiche" e "giuridiche" completamente diverse.
    E, cioè:
    - il dilemma dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli siamesi"
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/4f/7b/54/ME143JZV_t.jpg
    - il dilemma dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti"
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/1a/ad/2c/ME143K0C_t.jpg

    1)
    Il dilemma dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli siamesi".

    Nella maggior parte dei casi, vista la loro particolare condizione, è ben difficile che tali soggetti possano materialmente commettere un omicidio; però, sia pure molto raramente, la cosa può senz'altro verificarsi (ad esempio, nell'800, un gemello siamese, mentre giocava a poker, estrasse una pistola e sparò ad uno degli altri giocatori ritenendolo -erroneamente- un baro).
    In tal caso, se l'omicida viene colto in flagrante, non c'è dubbio alcuno che debba essere condannato; ma come si fa ad infliggergli una pena, senza infliggerla contemporaneamente anche al fratello innocente?
    La soluzione più ovvia, sarebbe:
    - prima di separarli chirurgicamente;
    - poi, di sbattere in galera il colpevole, lasciando libero l'innocente.
    ***
    Il guaio è che:
    a)
    L'intervento chirurgico non sempre è possibile.
    b)
    Anche qualora fosse possibile, nessuno dei due gemelli, neanche il colpevole, può esservi costretto, ai sensi del secondo comma dell'art.32 della Costituzione; ed infatti non esiste una legge che disciplini un caso del genere, in mancanza della quale, nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario di "separazione chirurgica" (soprattutto considerando i rischi che esso può comportare).
    ***
    In ogni caso, la questione è meramente accademica; ed infatti, se l'intervento chirurgico fosse stato possibile, sarebbe stato praticato poco dopo la nascita, senza attendere che i due gemelli diventassero adulti (e , quindi, fossero in grado di commettere un reato).
    ***
    Ciò premesso, poichè il nostro sistema giuridico (come, ormai, i sistemi giuridici di quasi tutto il mondo) prevede, come unica forma di sanzione quella della "reclusione", risulta che non è materialmente possibile incarcerare il gemello colpevole, senza contemporaneamente incarcerare anche quello innocente.
    Pertanto, secondo voi, in quale modo mai potrebbe essere punito il colpevole, senza punire contemporaneamente anche l'innocente?


    2)
    Il dilemma dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti".

    In questo caso, il dilemma è completamente diverso; ed infatti è di natura prettamente "probatoria" e non di natura "retributiva".
    ***
    Ed infatti, nel caso in cui uno dei due gemelli uccida qualcuno, essendo ripreso da una videocamera di sorveglianza, ed anche lasciando tracce del suo DNA sul luogo del delitto (magari sputando sul cadavere), se, però, ha l'accortezza di non farsi cogliere in flagrante e di non lasciare di sè altri elementi identificativi (*) non c'è possibiltà di sapere chi dei due fratelli sia l'assassino.
    ***
    Il paradosso consiste nel fatto che:
    - si sa con certezza che uno dei due ha senz'altro commesso il delitto;
    tuttavia:
    - se si accusano a vicenda, in mancanza di alibi di uno dei due, non c'è modo di scoprire chi dei due sia il colpevole.
    ***
    In un caso del genere, paradossalmente, bisognerebbe assolverli entrambi, per quella che, una volta, si chiamava "insufficienza di prove", e che, anche adesso, permane sostanzialmente invariata "sub specie":
    - della "presunzione di innocenza" di cui all'art. 27, co. 2, della Costituzione;
    - del "ragionevole dubbio" di cui all'art.533 del Codice di Procedura Penale.
    ***
    In realtà, un caso simile, si verificò concretamente anche durante il primo famosissimo processo dei Bebawi, in quanto:
    - si sapeva "con certezza" che uno dei due aveva commesso il delitto;
    tuttavia:
    - poichè si accusavano a vicenda non ci fu modo di accertare chi dei due fosse il colpevole.
    Per cui vennero assolti entrambi, anche se la fattispecie era alquanto diversa da quella qui in esame (**).
    ***
    Secondo voi, a parte il caso di comprovata complicità, nel caso di un omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti" che non ha lasciato di sè nessuna specifica traccia identificativa che possa distinguerlo dal fratello nel luogo del delitto, in quale modo mai potrebbe essere punito il gemello colpevole, senza rischiare di punire per sbaglio il gemello innocente, se quest'ultimo non ha un alibi convincente?
    ***
    (*) Nota
    Tra i vari elementi identificativi che potrebbero consentire di individuare il colpevole, potrebbero esserci:
    a)
    Le "impronte digitali", perchè quelle dei gemelli monozigoti sono spesso simili nell’aspetto complessivo ma differiscono nelle cosiddette "minutiae"; per cui l'assassino dovrebbe usare i guanti.
    b)
    Le "tracce geoposizionali" del cellulare dell'assassino; il quale, quindi, prima di recarsi sul luogo del delitto, dovrebbe lasciare il proprio apparecchio di telefonia mobile a casa.
    c)
    Il "movente", il quale non dovrebbe essere specificamente riferibile a uno dei due (come, ad esempio, nel caso di uno stupro o di una lite occasionale); o, al massimo, dovrebbero avere entrambi lo stesso possibile "movente" (come, ad esempio, nel caso in cui la vittima avesse ucciso i loro genitori).
    d)
    Altri dettagli identificativi di vario genere (come, ad esempio, il diverso taglio dei capelli, la barba, tatuaggi visibili, vestiario particolare ecc. ecc.)
    (**) Nota
    In sede di appello, invece, pur non potendosi accertare chi fosse stato materialmente l'assassino, vennero condannati entrambi; ciò, in quanto si riuscì a dimostrare che, quello che non aveva sparato, era comunque punibile in quanto "complice" dell'omicida.
    Però, in quel caso, si trattava di due persone (marito e moglie) che si trovavano entrambe sul luogo del delitto.
     
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    Sarebbe interessante parlare pure dei due seguenti casi:

    Kyle Rittenhouse assolto
    www.google.com/amp/s/www.quotidian...o-1.7054717/amp

    Alex Pompa assolto per l’omicidio del padre violento, gli audio delle urla contro la madre: «Ti disintegro»
    https://video.corriere.it/cronaca/alex-pom...023696b7b18/amp

    www.lastampa.it/torino/2021/11/24/...ne_-656834/amp/

    www.lastampa.it/torino/2021/11/26/...1.40963868/amp/

    https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/...-327696040/amp/

    www.lunanuova.it/a-ovest-di-torino/...x-pompa-510049/

    In dubio pro reo
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/In_dubio_pro_reo

    Edited by Vlad Bruce Logan - 20/6/2023, 10:31
     
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    Ciao Vlad. :)
    Quanto al caso Kyle, secondo me, chi se ne va in giro con un "fucile d'assalto" (cioè che può sparare anche "a raffica"), non si può certo dire che ne faccia uso per "legittima difesa", trattandosi di un'arma da combattimento alla "'ndo cojo cojo"; ed infatti, qui in Italia, il suo uso è severamente proibito, come quello di qualsiasi "arma automatica" (da non confondersi con quelle "semiautomatiche", che, invece, sono legali).
    Al massimo, in determinate circostanze di suo pericolo estremo di vita, gli si sarebbe potuto concedere il reato di "eccesso colposo in legittima difesa"; ma, secondo me, niente di meno!
    ***
    Quanto ad Alex Pompa, che ha ucciso il padre con trentaquattro coltellate, usando sei coltelli diversi, non sono assolutamente d'accordo con la sentenza d'assoluzione "perchè il fatto non costituisce reato".
    Ed infatti, almeno a quanto leggo sui giornali, Alex non ha ucciso il padre nel momento in cui costui stava pericolosamente aggredendo la madre (nel qual caso sarebbe stato "scriminato" per aver agito in "stato di necessità" ex art.54 CP), bensì soltanto per il fatto che l'aveva aggredita altre volte, ed aveva minacciato di farlo ancora; in tal caso, per evitare che il padre aggredisse ancora la madre e i familiari, il figlio sarebbe dovuto ricorrere alla "Giustizia", e non farsi "giustizia" da solo.
    Soprattutto con trentaquattro coltellate, e usando sei coltelli diversi; il che rivela un evidente eccesso omicida, che prescinde da qualsiasi intento meramente "difensivo" della madre.
    Secondo me, quindi, Alex doveva essere condannato per "omicidio volontario"; però applicando, viste le circostanze, il "minimo della pena".
    ***
    Un saluto :)
    ***
     
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    Riguardo al caso Kyle avevo già scritto che, almeno secondo me, chi se ne va in giro con un "fucile d'assalto" (cioè che può sparare anche "a raffica"), non si può certo dire che ne faccia uso per "legittima difesa", trattandosi di un'arma da combattimento alla "'ndo cojo cojo"; ed infatti, qui in Italia, il suo uso è severamente proibito, come quello di qualsiasi "arma automatica" (da non confondersi con quelle "semiautomatiche", che, invece, sono legali).
    Al massimo, in determinate circostanze di suo pericolo estremo di vita, gli si sarebbe potuto concedere il reato di "eccesso colposo in legittima difesa"; ma, secondo me, niente di meno! ;)
     
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