Il delitto di via Poma, la "Manovra di Lesser" e il "misleading clue" ("indizio depistante").

C'è un dettaglio del famoso delitto di Via Poma che mi ha sempre lasciato molto perplesso: e, cioè, il sangue maschile rilevato sulla porta dell'appartamento.

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    C'è un dettaglio del famoso delitto di Via Poma che mi ha sempre lasciato molto perplesso: e, cioè, il sangue maschile rilevato sulla porta dell'appartamento dove venne trovata uccisa Simonetta Cesaroni, appartenente al gruppo A, MLA 1.1 e DQ alfa 4, e che non era nè della Cesaroni, nè di nessuno dei "sospettati" e/o "sospettabili" dell'omicidio.
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/e4/de/c1/ME14266T_t.jpg
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/27/5a/a2/ME1428XU_t.jpg
    ***
    Ed infatti:

    LE MACCHIE DI SANGUE SULLA PORTA
    Tralasciando le tracce ematiche di terzi sul telefono (e altrove), gli altri svariati indizi, e focalizzando l'attenzione sulle sole macchie di sangue rilevate sulla porta, secondo me si possono trarre le seguenti considerazioni preliminari:
    a)
    Dall'esame autoptico, è risultato che Simonetta Cesaroni non si era difesa dall'aggressione, per cui non può essere stata lei ad aver ferito l'aggressore.
    b)
    Nell'appartamento, non è stato ritrovato nulla che possa aver provocato un ipotetico ferimento dell'aggressore.
    c)
    Ammesso e non concesso che l'aggressore sia rimasto ferito in qualche modo (non si capisce nè come, nè da chi nè da che cosa), non è però assolutamente spiegabile la circostanza per la quale l'assassino:
    - ha pulito accuratamente, con uno strofinaccio, quasi tutto il sangue fuoriuscito dalle numerose ferite inferte alla vittima;
    - ha pulito accuratamente e rimesso al suo "presunto" posto originario l'arma del delitto (un tagliacarte);
    - ha invece trascurato di cancellare proprio le macchie di sangue, che sarebbero state lasciate "da lui", in bella vista, sulla porta.
    Doveva essere davvero un "killer" molto stupido...o molto furbo!
    d)
    Le macchie "trascinate" e "sbavate" di sangue da lui lasciate, in senso diagonale, sulla porta, in totale assenza di "impronte digitali" o "corporee":
    - non sembrano affatto imputabili ai "movimenti naturali" del corpo di una persona ferita;
    - nè, tantomeno, risultano attribuibili a "schizzi" di sangue (i quali, una volta sulla porta, sarebbero colati in senso "verticale", e non certo in senso "diagonale").
    Per cui non si capisce assolutamente come una persona ferita abbia potuto macchiare la porta in quel modo.

    L'INDIZIO DEPISTANTE
    Ciò premesso, io, sin dal principio, ho sempre ritenuto che si trattasse di quello che, in ambito investigativo anglosassone, si chiama "misleading clue"; cioè, letteralmente "traccia ingannatrice", ovvero un "indizio depistante" lasciato a bella posta dal criminale per deviare le indagini dalla sua persona.
    Tuttavia ci sono dei "pro" e dei "contro", circa tale ipotesi:

    1) CONSIDERAZIONI "CONTRO IPOTESI"
    Sono le seguenti:
    a)
    Non riuscivo a capire come l'assassino avrebbe potuto procurarsi il sangue di una persona estranea ai fatti, per poi "spennellarlo" sulla porta.
    b)
    Questo sarebbe stato ipoteticamente possibile, solo se uno dei sospettati fosse stato un medico o un infermiere; il quale, per la sua professione, non avrebbe avuto difficoltà ad accedere a qualche flacone ematico per le analisi del sangue di un suo paziente.
    Però, nessuno dei soggetti "sospettati" e/o "sospettabili" dell'omicidio era medico o infermiere:
    - il portiere dello stabile, Pietrino Vanacore;
    - il fidanzato della vittima, Raniero Busco;
    - il nipote di un ottuagenario architetto residente nel palazzo, Federico Valle;
    - il datore di lavoro della vittima alla Reli S.a.s., Salvatore Volponi.
    (ecc.).
    c)
    D'altronde, soltanto i "sospettati" e/o i "sospettabili" dell'omicidio, i quali avevano qualche legame, più o meno diretto, con la vittima, potevano avere interesse a lasciare sulla porta tracce ematiche di terze persone del tutto sconosciute ed estranee; e, questo, al fine di "stornare" da loro gli inevitabili sospetti e le indagini della polizia.
    Ed infatti, se l'assassino fosse stato del tutto casuale, estemporaneo, ed estraneo alle conoscenze e alla vita della Cesaroni, non avrebbe avuto alcun bisogno di lasciare sulla porta tracce ematiche di terze persone; perchè comunque nessuno poteva sospettare e indagare su di lui.
    ***
    All'epoca, non trovavo il modo di uscire fuori da tale "impasse".

    2) CONSIDERAZIONI "PRO IPOTESI"
    Tuttavia, qualche giorno fa, mi sono di colpo reso conto che non è minimamente vero che per manipolare la porta in quel modo ci voleva necessariamente un medico o un infermiere; lo poteva fare chiunque fosse in grado di praticare una semplice iniezione intramuscolare.
    ***
    Non so nel resto d'Italia, ma, qui a Roma, praticamente in ogni palazzo ci sono almeno due o tre persone, le quali, pur non essendo nè medici nè infermieri, sono perfettamente in grado di di praticare una semplice iniezione intramuscolare a se stessi, ai familiari e ai vicini; a cominciare dal sottoscritto, in quanto ho appreso come si fanno le iniezioni sin da quando ero bambino.
    Ricordo benissimo che mia nonna faceva le iniezioni ai vicini, ed un'altra vicina, all'occorrenza, le faceva a lei; è una cosa che avveniva e tutt'ora avviene in continuazione!
    ***
    Trattandosi di persone con esperienza limitata, a volte l'ovatta si impregna per leggere fuoriuscite di sangue; anzi, a volte il sangue viene appositamente aspirato, e poi espulso sull'ovatta, con la cosidetta "Manovra di Lesser" .
    Ed infatti, se si utilizza la sede del "dorso gluteale", è una tecnica usuale, che consiste nell'esercitare una pressione negativa prima dell'iniezione ritraendo lo stantuffo per qualche secondo, al fine di garantire che il farmaco non sia inavvertitamente somministrato in un vaso sanguigno; ed infatti, se si prende un "capillare", vedendo il sangue che entra nella siringa si capisce che si tratta di un vaso, e, estratto l'ago, si espelle il sangue sull'ovatta.
    Io non sono un medico, per cui mi scuso se la mia descrizione non è stata del tutto corretta; però, per esperienza, so che non è affatto difficile imbrattare di sangue l'ovatta, mentre si pratica una iniezione.
    ***
    Non solo!
    Ho notato che gli "sbaffi" sulla porta dell'appartamento di via Poma:
    - non corrispondono affatto a quelli che si possono ottenere con un pennellino da pittore o con uno spazzolino da denti (come provai a fare tanti anni fa);
    - corrispondono, invece, perfettamente, a quelli ottenibili con l'ovatta impregnata con un po' sangue.
    Chiunque può fare la prova, e verificare da sè quanto dico; non servono le apparecchiature del RIS!
    https://cdn-thumbs.imagevenue.com/8d/dc/db/ME14266X_t.jpg
    ***
    Ovviamente, la mia è solo una mera "congettura"; e, comunque, anche se fosse corretta, da sola non potrebbe ormai più condurre con "certezza" all'assassino.
    ***
    Tuttavia c'è da tenere presente che il DNA del sangue sulla porta :
    - è stato confrontato col DNA di un sacco di persone sospette e o appena sospettabili (se non ricordo male, mi pare 16) le quali sono uscite tutte "indenni" da tale esame;
    - non è stato però confrontato col DNA delle persone che sono state ritenute materialmente "impossibilitate a commettere il delitto", come l'ottuagenario architetto Cesare Valle, che a malapena si reggeva in piedi, e che veniva assistito spesso dal nipote Federico Valle e dal portiere Pietrino Vanacore.
    ***
    Pertanto, se è vero che Cesare Valle, come è stato accertato, veniva spesso "assistito" dal nipote Federico Valle e dal portiere Pietrino Vanacore, c'è ragionevolmente da chiedersi se, viste le sue precarie condizioni di salute, uno dei due non fosse solito praticargli delle iniezioni (ipotesi, secondo me, molto plausibile); questo, però, ormai non potremo saperlo mai più con certezza.
    ***
    Tuttavia potremmo tranquillamente verificare se il DNA prelevato dal suo cadavere corrisponde o meno a quello del sangue sulla porta; questo potremmo accertarlo senza problemi!
    Però, oggettivamente, l'indizio è così "labile" che non credo proprio che la Procura di Roma autorizzerebbe mai la riesumazione del corpo per effettuare un riesame del genere.
    ***
    Tuttavia, se tale esame venisse effettuato con esito positivo, visto che il sangue sulla porta non potrebbe certo avercelo messo il vecchio ultraottantenne, ne conseguirebbe che, ad avercelo messo, non potrebbe essere stata altra persona se non quella che gli praticava le iniezioni.
    ***
    Nel qual caso, si potrebbe verificare per mezzo di testimoni chi dei due "assistenti" del vecchio era solito praticare iniezioni (a lui e ad altri), e chi, invece, no!
    ***
    Come ho detto, la mia è solo una mera congettura, la quale, pure se fosse corretta, da sola non potrebbe ormai più condurre "con certezza" al nome dell'assassino; però, forse, con qualche "approssimazione", sì!
    ***
     
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    29 coltellate indicano una persona arrabbiata e direi colla vittima. Arma molto intima se non anche improvvisata, anche se per un ufficio forse non lo era. Ma l'esecutore doveva sapere di trovarci l'arma, quindi frequentava abbastanza il luogo. Poi le telefonate anonime. I punti colpiti col tagliacarte e laverla spogliata, mi farebbero pensare a un legame sessuale o cmq, contro la femminilità, per umiliare. Le ha portato via vari gioielli ma non l'orologio, era di poco valore? Non aveva un valore simbolico affettivo? Le scarpe ordinate, e il corpo con parte delle ferite coperte. Una specie di legame? Spiegherebbe i colpi per sfogurarla, per cancellarla. Una persona che aveva pure bisogno di soldi o se legato con lei forse li riteneva sentimentali, se non erano un souvenir. Prese pure le chiavi dell'ufficio, forse per poterci tornare, era povero o precario?
    Per esempio per i delitti di Scandicci le vittime furono ferite in un'aria che indicherebbe odio verso le donne e non avendole pure stuprate non direi a motivazione a sfondo sessuale e non avendole sfigurate probabilmente non le conosceva o non provava rimorso.
    Tornando al caso del topic lei venne spogliata e morsa, forse era a sfondo sessuale, ma perse il controllo e o non avendo portato a termine forse non ne era in potere, per questo il morso è solo questo.
    Poi l'aver tentato di pulire.
    Su Vanacore non hanno prove. C'è solo l'opportunità, senza movente. Solo la comodità della possibilità. Poi suicidato prima di testimonia su Raniero Busco, e quello che c'era scritto nella lettera d'addio, forse non trovava importante farlo, quindi anche lui a detta dellanziano era innocente? Ovvio che si deve sospettare di tutti e interrogarmi, senza eccedere in soprusi.
    Come già detto trovare DNA di Raniero Busco era abbastanza scontato, anche dopo una pulizia, e non per forza segno di colpa.
    La pista dei servizi, tutto è possibile, ma servono indizi, che portino a una pista. Poi morsa, mi pare esagerato, anche se fosse un occultamento.
    Di soliti il carnefice è un conoscente, non si aggredisce qualcuno cosciente mente se non c'è un legame emotivo.
    Mi viene da pensare a una persona instabile, anche per le macchie sulla porta, ha pulito il pavimento, non si sa perché ma non la porta, aveva sentito avvicinarsi qualcuno? Forse per la pulizia era pentito, come se volesse cancellare, nascondere l'evento, ma non potendo è scappato. Poi la scala B era "sorvegliata". Era qualcuno del palazzo? Ma non si trovo nulla. Forse hai ragione, non hanno trovato gli oggetti della vittima perché non pensavano fosse necessario percuisire alcune persone e locali. L'orario, era sola, forse era a conoscenza degli orari.
    La posizione delle macchia mi fanno pensare a schizzi in movimento, forse dalle mani del criminale mentre scappava e le muoveva in avanti.
     
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    Ciao Vlad. :)
    Non so chi sia stato ad uccidere la Cesaroni, nè per quale motivo lo abbia fatto; ma quello di cui sono assolutamente convinto, è che l'assassino ha lasciato "a bella posta" dei "falsi indizi", per depistare gli investigatori.

    LE MACCHIE SULLA PORTA
    Le macchie sulla porta, infatti, almeno secondo le ricostruzioni che ho materialmente effettuato (vedi foto), non sono assolutamente imputabili a "schizzi in movimento", provocate dalle mani del criminale mentre scappava e le muoveva in avanti.
    Affermo questo, in quanto:
    a)
    Sotto il profilo meramente "fisico", nessun "movimento spontaneo e naturale" di fuga è plausibilmente in grado di lasciare quel tipo di tracce; le quali, invece, sono state palesemente lasciate da un batuffolo di ovatta o di cotone impregnato di sangue, strusciato "intenzionalmente" sopra la porta.
    E' sufficiente "simulare di persona" le varie ipotesi e le diverse possibilità, come ho fatto io, per rendersene immediatamente conto; provare per credere!
    Peraltro:
    - dall'esame autoptico, è risultato che Simonetta Cesaroni non si era difesa dall'aggressione, per cui non può essere stata lei ad aver ferito l'aggressore;
    - nell'appartamento, non è stato ritrovato nessun oggetto che possa aver provocato un ipotetico ferimento dell'aggressore.
    Per cui se ne desume che il sangue è stato portato lì "da fuori", appositamente per lasciare dei falsi indizi.
    b)
    Sotto il profilo "logico", invero, che la "macchiatura" della porta col proprio sangue da parte dell'assassino sia stata meramente involontaria, inavvertita e casuale, è resa assolutamente poco plausibile dalla circostanza che costui:
    - ha pulito accuratamente, con uno strofinaccio, quasi tutto il sangue fuoriuscito dalle numerose ferite inferte alla vittima;
    - ha pulito accuratamente e rimesso al suo "presunto" posto originario l'arma del delitto (un tagliacarte);
    - avrebbe, invece, trascurato di cancellare proprio le macchie di sangue, che sarebbero state lasciate da lui, "inavvertitamente", sulla porta.
    Non ha senso!

    GLI ALTRI INDIZI
    Gli altri indizi, secondo me, sono troppo numerosi e contradditori per essere stati lasciati tutti "involontariamente"; quindi, almeno in parte, a mio parere sono stati lasciati lì "ad arte", per confondere le idee agli investigatori:
    - sia cercando di "depistarli";
    - sia cercando di "disorientarli".
    Sono due tecniche, simili ma diverse, che si usano principalmente in ambito spionistico, ma che non di rado sono adottate anche dai comuni criminali.
    a) Depistaggio.
    L'"overkilling" (cioè l'eccessivo accanimento omicida) può senz'altro far pensare a un legame sessuale con la vittima, o, comunque, contro la sua femminilità, per umiliarla; ma, come è avvenuto in altri casi, può anche essere stato "simulato" appositamente per indurre gli investigatori a pensare una cosa del genere, distogliendoli da altre ipotesi.
    b) Disorientamento.
    Rubare i gioielli ma non l'orologio, mettere le scarpe affiancate in buon ordine, coprire parte delle ferite ecc., sono tutti comportamenti più o meno "bizzarri" e "inconsulti", che sembrano fatti apposta per "mandare ai matti" gli investigatori, (inducendoli a perdere tempo facendosi "le pippe col cervello"); ora non è detto che, nel caso della Cesaroni, sia stato davvero così, però, sicuramente, trucchetti del genere sono stati già proficuamente usati in altri delitti.
    ***
    Un saluto! :)
    ***
     
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    Non so perché ma avevo dato per scontato che il sangue fosse della vittima. Dopo aver riletto sono concorde colle tue ipotesi.
    Riguardo il depistaggio mi pare eccessivo il morso, poi pulire.
    Però se il sangue è stato portato lì, allora era premeditato. Ma il morso, troppo pericoloso, poteva far identificare l'artefice. Quello forse era istintivo e il resto pianificato. Anche se cmq, avendo usato quel tipo di arma, non avrebbe senso per uno che ha architettato tutto prima. Forse abitando nel palazzo o coll'aiuto di qualcuno e riuscito a recuperare in tempo il sangue, e quindi l'evento era casuale.
    Strano se l'assassino abitava nel palazzo, non ci fossero per nulla delle prove. Forse non aveva una relazione, la ammirava da lontano. Avrebbe senso avendo portato via dei souvenir. Poteva depistare col sangue e togliendo alcuni oggetti e indumenti ma dimenticando e altri per la fretta.
     
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    Ciao Vlad. :)
    Il sangue sulla porta, così come è risultato dalle analisi della polizia scientifica:
    - sicuramente non era della vittima;
    - sicuramente non era di nessuno dei sospettati o dei sospettabili.
    ***
    Se ne deduce, quindi, che fosse il sangue di qualcuno che non aveva niente a che vedere con la vittima; ovvero che, comunque, non era sospettato o sospettabile perchè troppo vecchio o troppo infermo, o per altri motivi.
    ***
    Però, giacchè (per le ragioni che ho dettagliatamente esposto), secondo me quel sangue non è affatto finito sulla porta per caso o per mero "involontario accidente", bensì è stato lasciato lì con "deliberata intenzione", se ne deduce pure che, poichè quel qualcuno a cui apparteneva il sangue, "sicuramente" non aveva niente a che vedere con la vittima, lui non avrebbe avuto alcun motivo di lasciare un simile indizio; ed infatti, non essendo nè tra sospettati nè tra i sospettabili, che ragione avrebbe avuto di farlo?
    ***
    Diversamente, invece, quello che tra i sospettati e i sospettabili era il "vero colpevole", aveva tutto l'interesse a far trovare sul luogo del delitto del sangue non appartenente a lui; ed infatti non era difficile immaginare che, una volta appurato dalle analisi che il sangue non era il suo, sarebbe stato immediatamente scagionato.
    Come, in effetti, è avvenuto!
    ***
    Ovviamente, le mie sono solo deduzioni di carattere "congetturale"; però, sicuramente, se io fossi stato l'assassino, avrei fatto qualcosa del genere!
    ***
    E diventano ancora più "congetturali", quando, considerando che procurarsi del sangue altrui non è una cosa tanto facile, io ho finito addirittura per sospettare che il sangue sulla porta appartenesse al vecchio architetto; e questo, in quanto sia il nipote che il portiere (che lo assistevano anche sanitariamente) se lo sarebbero potuto facilmente procurare facendogli delle iniezioni.
    ***
    Queste ultime, lo ammetto, in effetti, sono delle vere e proprie "elucubrazioni illatorie" senza il benchè minimo concreto sostegno indiziario (come mi eccepirebbe un avvocato difensore); le quali, però, potrebbero essere facilmente verificate analizzando il DNA del defunto architetto.
    ***
    Un saluto! :)
    ***
     
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    Il misleading clue potrebbe essere plausibile, come tu hai descritto. Ma in questi casi occorre avere a disposizione del sangue fresco oppure prelevato a poca distanza di tempo dal delitto. La persona che si sarebbe sottoposto al prelievo, con la manovra di Lesser, e quindi persona insospettabile, avrebbe dovuto poi spiegare in caso di indagini piu accurate che cosa ci faceva il suo sangue sulla porta dell'ufficio.E magari con gli anni a venire, il suo Dna.

    A meno che la persona a lui vicina avesse eseguito il prelievo a sua insaputa, ma sempre poco dopo il delitto. Una persona vicina,quindi, ma non troppo , in quanto avrebbe messo a rischio l'innocenza del suo..paziente, o assistito, o parente.

    Una persona insospettabile sulla quale le indagini sono veramente..scivolate poteva essere Cesare Valle. Resta da vedere chi poteva essere il suo infermiere .Occasionale o no.

    Ma gli interrogativi restano . e cioe' il prelievo a breve distanza del sangue,e la certezza di non essere indagato.
     
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