Il misterioso caso irrisolto di Alessandra Vanni.

Deduzioni, o meglio, congetture, che si potrebbero ancora fare!

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    Come tutti gli appassionati di "criminalistica" credo che sappiano, la triste vicenda di Alessandra Vanni, a causa della sua "misteriosità", è stata oggetto di diverse trasmissioni televisive: come, ad esempio, quella di Carlo Lucarelli, che, in "Mistero in Blu" le dedicò una apposita puntata.


    FATTI
    In "estrema" sintesi, la storia è la seguente. Alessandra Vanni lavorava come centralinista alla cooperativa tassisti di Siena, prendendo le chiamate dei clienti e trasferendole alle vetture da piazza; però, a volte, guidava personalmente il taxi dello zio.
    In una di queste occasioni, dopo aver caricato di notte delle persone rimaste ignote, venne trovata strangolata nella sua vettura in una zona di aperta campagna; sarebbe potuta sembrare una semplice rapina finita male, però la vicenda risultò "costellata" da alcuni particolari alquanto misteriosi.

    INDIZI
    Dei tanti indizi "strani" di tale vicenda, sui quali non mi soffermo per ragioni di tempo e di spazio, intendo focalizzare la mia attenzione soltanto su tre:
    a)
    I polsi della vittima, come risultò dalla perizia autoptica, le vennero legati dietro la schiena "dopo" che essa era stata uccisa (operazione, questa, assolutamente senza senso, in una normale rapina).
    b)
    Il nodo con cui era stata legata, risultò molto particolare.
    c)
    Poco tempo dopo l'omicidio, alla polizia di zona giunse una lettera anonima con sopra scritta la seguente frase latina: "“Quis est dignus aperire librum et solvere signacula eius?”.
    Si trattava di una citazione del capitolo 5 dell’Apocalisse di Giovanni, un’opera religiosa composta da 22 capitoli, nella quale l’Angelo chiedeva: “Chi è degno d’aprire il rotolo e di romperne i sigilli?”.

    DEDUZIONI
    A dire il vero, il fatto più strano di tutti, è che, almeno stando alla trasmissione di Carlo Lucarelli e a tutti i siti che ho avuto modo di consultare (a meno che non me ne sia sfuggito qualcuno), la polizia e tutti gli altri più o meno improvvisati "investigatori" -come me-, si sono accontentati di tradurre tale frase dal latino, senza tenere minimamente conto delle corrette tecniche di "esegesi" biblica.
    ***
    Ed invero, quando si fa una citazione biblica in forma "interrogativa", o, comunque, in forma "angosciosa" e/o "problematica", in genere si intende fare riferimento all'intero contesto in cui essa è inserita (che non viene riferito), e, soprattutto, alla sua conclusione (che pure non viene citata).
    ***
    Ad esempio, quando Gesù, sulla croce, esclama "Eli Eli, lamà sabactàni?" (cioè "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?"), a differenza di quanti molti credono, il suo non era affatto un isolato grido di sconsolata disperazione; ed infatti, come avrebbe fatto qualunque altro "Rabbi" al suo posto, Lui stava semplicemente richiamando i versetti iniziali del salmo 21 (o 22, a seconda del tipo di numerazione), ma per fare riferimento all'"intero contesto" del salmo, e, soprattutto, alla sua "conclusione".
    Cioè: "Cantate al Signore, stirpe di Giacobbe, (perchè Dio) non ha disprezzato questo misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma al suo grido lo ha esaudito, e il suo grido ha ascoltato".
    ***
    Allo stesso identico modo, chi ha scritto il messaggio “Chi è degno d’aprire il rotolo e di romperne i sigilli?”, intendeva chiaramente fare riferimento all'intero contesto, e, soprattutto, alla sua conclusione.
    E, cioè: “Chi è degno di aprire il rotolo e di romperne i sigilli? Nessuno, né in cielo né sulla terra né sottoterra, era in grado di aprire il rotolo e vederne il contenuto. Io piangevo a dirotto perché non si era trovato nessuno degno di aprire il rotolo e vederne il contenuto. Ma uno degli anziani mi disse: “Smetti di piangere. Ecco, il Leone della tribù di Giuda, discendente di Davide, ha vinto e può aprire il rotolo e i suoi sette sigilli”.
    ***
    Per cui, chi ha scritto il messaggio, almeno secondo me, intendeva senz'altro comunicare alla polizia (sia pure in modo "ellittico", "metaforico" ed "enigmatico") che il "nodo" del misterioso omicidio di Alessandra poteva essere "sciolto" soltanto dal "Leone della tribù di Giuda, discendente di Davide".
    Di questo sono personalmente convinto; e non mi spiego come sia possibile che nessun altro (almeno a quanto mi risulta) abbia mai pensato ad una cosa del genere, limitandosi ad arrovellarsi solo sulla frase citata nella lettera anonima!
    ***
    Quanto, però, poi, a capire chi diamine potesse essere il "Leone della tribù di Giuda, discendente di Davide", a cui faceva riferimento l'anonimo conoscitore della Bibbia, questo è un altro paio di maniche; circa il quale, secondo me, si possono fare solo delle mere congetture!
    ***
    Ed infatti, sotto il profilo dell'"esegesi biblica, i titoli attribuiti da uno uno degli anziani a colui che aprirà il libro e scioglierà i sette sigilli rimandano chiaramente a Gesù come discendente di David; ed infatti, per quanto concerne al “leone della tribù di Giuda” il riferimento è a "Gen 49,9" e, in particolare, al brano messianico per eccellenza "2 Sam 7".
    ***
    Sotto il profilo investigativo, invece, secondo me si possono trarre solo le seguenti "deduzioni"; sebbene sarebbe molto più corretto definirle mere "congetture".
    Ed infatti
    1)
    O si trattava soltanto di un merò "sfottò", per dire alla polizia "Guardate che solo Gesù Cristo potrà mai venire a capo di questo delitto".
    2)
    Oppure si trattava di una indicazione "allusiva" a qualcuno in particolare.
    ***
    Non sapendo "dove sbattere la testa", se io avessi avuto la direzione delle indagini, avrei preso la seconda congettura come mera, sia pur disperata, "ipotesi di lavoro", e avrei proceduto come segue:
    a)
    Avrei analizzato i data base dell'Anagrafe dei Residenti, al fine di rilevare:
    - quante persone di cognome Leone risiedevano a Siena e nei dintorni;
    - quante persone di nome Leone, figli o discendenti di un ascendente di nome Davide risiedevano a Siena e nei dintorni.
    Visto che si tratta di un circondario non molto esteso, non credo che sarebbe stato (nè che sarebbe tutt'ora) un compito particolarmente gravoso; tanto è vero che, su INTERNET, nel mio piccolo, è un riscontro che ho potuto fare anche io.
    b)
    Se tale riscontro mi avesse dato un qualche riscontro "onomastico" "cognonomastico" o "patronimico" sufficiente, avrei fatto qualche sommaria indagine per verificare se qualcuno di tali soggetti avesse mai avuto a che fare con Alessandra Vanni, e, soprattutto, con suo zio; ad esempio, rapporti sentimentali, di credito-debito, o qualche altro tipo di rapporto.
    ***
    Tuttavia non è da escludere che il messaggio sia stato inviato proprio per "depistare" le indagini, e per far perdere tempo alla polizia.
    Ed infatti, a differenza di quanto accade nei film, dubito molto che un assassino di nome Leone (soprattutto se figlio di Davide) si sarebbe mai azzardato ad inviare alla polizia un messaggio del genere; semmai, sarebbe molto più probabile che volesse "inguaiare" qualcuno con tale nome o cognome.
    Il che potrebbe costituire, però, un diverso tipo di pista da seguire.
    ***
    Peraltro, volendo davvero sbizzarrire la fantasia, c'è da tenere presente che la "Contrada del Leone" è un'antica suddivisione della città toscana di Siena, non più esistente o "soppressa"; e, se non sbaglio, la stazione di taxi da cui è partita per il suo viaggio Alessandra Vanni, si trovava proprio da quelle parti (sebbene, visto che tale contrada non c'è più, non sono affatto sicuro che Piazza Matteotti vi sarebbe stata ricompresa).
    Ma questo cosa mai potrebbe significare?

    CONCLUSIONE
    Per concludere, le indagini potrebbero però incentrarsi non tanto e non solo sul "contenuto" del messaggio, quanto, piuttosto, sulla "identità" del mittente; ed infatti, visto che neanche il parroco Don Gino Giannini, a cui si rivolsero i Carabinieri per farsi tradurre la frase “Quis est dignus aperire librum et solvere signacula eius?” fu in grado di spiegare loro come andavano interpretati tali versetti (cioè, chi era in grado di "solvere" i "signacula"), mi sembra evidente che il mittente della lettera doveva intendersi molto bene di "esegesi biblica", anche più del parroco.
    E quanta gente ci sarà mai stata, da quelle parti, con tale "competenza biblica"?
    Ed allora, perchè non fare qualche indagine al riguardo?
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    Può essere anche opera di una setta satanica, ad esempio in quegli anni agiva la setta Bestie di Satana in Lombardia, e su wikipedia si legge "Il gruppo delle Bestie ha avuto contatti e frequentazioni con altre sette della Liguria e della Toscana, responsabili del rapimento e omicidio sacrificale satanico del trentunenne Fabio Rapalli e del trentaduenne Roberto Bossi". Inoltre "Leoni" era il cognome di uno dei personaggi di spicco della setta

    Edited by Marpat - 9/11/2021, 17:05
     
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    Il fatto che "Leoni" fosse il cognome di uno dei personaggi di spicco della setta mi sembra molto interessante; chissà se hanno indagato anche in quella direzione!
     
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    https://www.google.com/amp/s/www.corriere....43a0a8_amp.html

    https://www.taxistory.it/wordpress/2020/11...olve-il-giallo/

    Novità sull'indagine a Nicola Fanetti?

    Se era un visionario, è o un serial killer, sarebbe complicato da scovare, colpirebbe persone sconosciute, avrebbe senso solo per la sua mente. Magari punire un certo tipo di persone per un sedicente torto. La citazione farebbe pensare a una persona con una missione. Ma se non haveva ucciso altri, allora era più inquadrato sulla vittima in sé.
    Di solito guidava lo zio. Lei venne strangolata. Forse l'assassino era molto forte. Se si aspettava un uomo, oppure è stato per opportunismo, ma questo indicherebbe una persona disorganizzata. Forse inseguito arrestato e incarcerato per altri reati e fine lì con omicidi. Ma probabilmente un semplice ladro violento, avendola strangolata dal sedile posteriore dubito fossero intimi. La strangolò e scappò col portafogli. Strano che la legò dopo averla soffocata. Forse simbolico?
     
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    CITAZIONE (Vlad Bruce Logan @ 21/11/2021, 11:05) 
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    www.google.com/amp/s/www.corriere....43a0a8_amp.html

    www.taxistory.it/wordpress/2020/11...olve-il-giallo/

    Novità sull'indagine a Nicola Fanetti?

    Se era un visionario, è o un serial killer, sarebbe complicato da scovare, colpirebbe persone sconosciute, avrebbe senso solo per la sua mente. Magari punire un certo tipo di persone per un sedicente torto. La citazione farebbe pensare a una persona con una missione. Ma se non haveva ucciso altri, allora era più inquadrato sulla vittima in sé.
    Di solito guidava lo zio. Lei venne strangolata. Forse l'assassino era molto forte. Se si aspettava un uomo, oppure è stato per opportunismo, ma questo indicherebbe una persona disorganizzata. Forse inseguito arrestato e incarcerato per altri reati e fine lì con omicidi. Ma probabilmente un semplice ladro violento, avendola strangolata dal sedile posteriore dubito fossero intimi. La strangolò e scappò col portafogli. Strano che la legò dopo averla soffocata. Forse simbolico?

    Questo è quello che non torna!
    Ed infatti:
    - se si fosse trattato di una rapina, non avrebbe avuto senso legarle le mani dopo averla uccisa;
    - se, invece, si fosse trattato di un rito satanico, non avrebbe avuto senso derubarla.
    Forse si trattava di entrambe le cose...però insieme "stridono" un po'!
    :=/:
     
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    Secondo le testimonianze aveva a bordo due persone. Quindi perché legarla? Neanche le hanno fatto violenza sessuale o altro di sadico. Deve avere un significato.
    Pare abbia ferito l'aggressore, forse lo spago era davvero di un pacco e si trovava nel veicolo, fu un idea improvvisa, forse la legarono perché era combattiva, pensando che fosse ancora viva, che non l'avessero ferita mortalmente.
     
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