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Armi in Stampa 3D
Se pensate che le armi da fuoco tradizionali siano diventate la piaga per ogni singolo investigatore o poliziotto che si rispetti, aspettate di vedere le nuove armi confezionate grazie alla stampa 3D.
La stampa 3D di un qualunque oggetto parte da un modello 3D digitale di quest'ultimo, realizzato da un determinato software CAD. Un ulteriore software detto "slicing" elabora il disegno suddividendolo in tante parti in 2D (layer) che viene interpretato come linguaggio ed eseguito dalla macchina. Nella fabbricazione, i vari strati vengono sovrapposti per formare il disegno.
Dopo questa breve parentesi giungiamo al vero "colpo grosso" compiuto da questo tipo di tecnologia, ovvero la fabbricazione di armi da fuoco letali in pochi semplici passaggi. Si possono utilizzare materiali plastici, come le termoplastiche; va però inserito anche un percussore in metallo, il percussore è quel pezzo della pistola che permette al colpo in canna di partire, esso va ad urtare contro la cartuccia facendo così sprigionare l'energia che farà partire il proiettile. La fabbricazione avviene per semplice polimerizzazione, ovvero per formazione di un lunghissimo complesso di molecole legate tra loro per formare una solida struttura.
La stampa 3D può essere classificata in questi sette gruppi:
-Estrusione materiale (FDM): il materiale viene erogato selettivamente attraverso un ugello o un orifizio
-Polimerizzazione in vasca (SLA e DLP): il fotopolimero liquido in una vasca è polimerizzato selettivamente dalla luce UV
-Powder Bed Fusion (SLS, DMLS & SLM): una fonte ad alta energia fonde selettivamente particelle di polvere
-Material Jetting (MJ): le goccioline di materiale vengono depositate e polimerizzate selettivamente
-Binder Jetting (BJ): l'agente legante liquido lega selettivamente le regioni di un letto di polvere
-Deposizione diretta dell'energia (LENS, LBMD): una fonte ad alta energia fonde il materiale quando viene depositato
-Laminazione dei fogli (LOM, UAM): i fogli di materiale sono incollati e formati strato per strato
Tali armi non presentano ovviamente alcun numero di serie e per questo non sono nemmeno rintracciabili, possono addirittura essere smontate o distrutte grazie ai processi di corrosione del materiale da cui sono fatte. Alcuni modelli non sono nemmeno previsti e tutelati dalla legge!
La loro pericolosità è tangibile, ,ma non sono ancora comuni sul mercato per via del loro scarso funzionamento; smettono infatti di funzionare dopo pochi proiettili sparati.
Per l'immagine vi consiglio di cercare su internet, è molto facile da reperire insieme ad altre informazioni più specifiche a riguardo:)
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A questo proposito allego un articolo scritto nel 2018 da Andrea Carobene sulla rivista GNOSIS (che per chi non lo sapesse è la rivista dell’AISI, cioè il comparto dell'intelligence italiana preposto alla sicurezza interna). Spero possiate trovarlo utile.
https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr...8-Carobene-.pdf
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1 replies since 11/6/2021, 10:10 55 views
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