Edmund Kemper

L'assassino delle studentesse

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  1. terry_jane
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    Infanzia

    Kemper viveva con i nonni perchè la sua famiglia era disastrata.
    Il padre e la madre avevano divorziato dopo anni di relazione burrascosa e si erano entrambi risposati con persone che non andavano d'accordo con lui. Nato a Burbank, in California, nel dicembre del 1948, Ed aveva trascorso l'infanzia tirannizzato dalla madre, che gli imponeva standard di comportamento per lui impossibili da soddisfare. La cosa lo rese timido e lo segnò con un senso di inadeguatezza associato a un profondo risentimento per ciò che era costretto a subire. Con le due sorelle Ed giocava spesso inscenando delle esecuzioni di cui lui era la vittima. Una volta tagliò la testa e le mani alle bambole di una delle sorelle. A 10 anni sotterrò vivo il gatto per tagliarne poi la testa ed esporla nella sua camera. Un altro gatto fu smembrato con un machete e i pezzi restarono nascosti in un armadio fino a quando la madre non li scoprì. Nel frattempo coltivava delle fantasie di sesso e violenza. Quando una delle sorelle lo prese in giro perchè si era infatuato della sua maestra e gli chiese come mai non la baciasse, lui rispose:"Se la bacio, prima devo ucciderla". Anche sua madre lo descrisse come un tipo strano e lo mandò a vivere dal padre, che poi, a 14 anni, lo spedì dai nonni. Il 27 agosto 1963 Ed si chiese come si sarebbe sentito se avesse sparato alla nonna e semplicemente lo fece. Quando il nonno tornò, sparò anche a lui. A Ed fu diagnosticata una schizofrenia paranoide per la quale fu internato nell'ospedale criminale di stato di Atascadero.

    Gli omicidi

    A 21 anni fu rilasciato contro il parere del medico, e affidato alla custodia della madre, la quale si era trasferita a Santa Cruz per lavorare nell'amministrazione del Merrill College. Era diventato un gigante, alto più di due metri e del peso di 140 kg. A causa degli incessanti litigi con la madre si trasferì ad Alameda, vicino a San Francisco. Comprò un'auto e si mise a percorrere le autostrade, all'inizio offrendo soltanto dei passaggi alle autostoppiste, imparando a conversare per metterle a proprio agio. Poi, il 7 maggio del 1972, Kemper raccolse non lontano dall'università di Stanford due studentesse di 18 anni, Mary Anne Pesce e Anita Luchesi. Le condusse in un luogo isolato e mostrò loro una Browning 9 mm. Tirò quindi fuori un paio di manette con cui legò i polsi di Mary dietro la schiena e chiuse Anita nel bagagliaio. Mise un sacchetto di plastica sulla testa di Mary e le legò una corda attorno al collo. Poichè si dibatteva, la pugnalò diverse volte e infine le tagliò la gola. Aprì poi il bagagliaio e pugnalò Anita. Dal momento che l'amico con cui divideva l'appartamento ad Alameda non c'era, Kemper trascinò i corpi, avvolti in coperte nella sua camera, dove li smembrò scattando delle polaroid. Li seppellì tra le montagne conservò per un po' le teste prima di gettarle in un burrone.
    Per vari mesi Kemper non cercò altre autostoppiste e si concentrò sulla cancellazione dell'omicidio dei nonni dalla sua fedina penale.
    Tuttavia, il giorno prima dell'udienza finale del 15 settembre 1972 offrì un passaggio alla quindicenne Aiko Koo. La portò tra i monti, la stuprò e strangolò a morte. Ancora una volta smembrò il corpo e gettò i resti in una zona isolata, tenendo la testa nel bagagliaio dell'auto. Era ancora lì il giorno seguente, nel momento in cui gli psichiatri del tribunale si dicevano cosi impressionati della riabilitazione di Kemper da esprimere parere favorevole alla cancellazione del reato minorile.
    A corto di soldi per pagare l'affitto, Kemper tornò a vivere da sua madre, che si dimostrò critica e autoritaria come sempre.
    Successivamente fece salire in macchina Cindy Shall, una maestra tirocinante, guidò fino in collina e le sparò uccidendola. Riportò il corpo a casa della madre, lo violentò e poi lo fece a pezzi nella vasca da bagno. Ripose la testa in una scatola nell'armadio e chiuse i resti in un sacco dell'immondizia che gettò in mare. Quando sentì che un poliziotto aveva trovato i sacchi poco dopo, Kemper sotterrò la testa nel giardino della madre. Con un macabro senso dell'umorismo, la posizionò con il viso rivolto verso la finestra della camera da letto della madre: "aveva sempre voluto che le persone la guardassero".
    il 5 febbraio, nel campus dove lavorava sua madre, Kemper caricò in macchina la studentessa di 23 anni Rosalind Thorpe e la studentessa Alice Liu di 21 anni. Sulla strada per Santa Cruz, si girò verso Rosalind, seduta accanto a lui, e le sparò. Sparò poi ad Alice. Poichè quando tornò a casa c'era la madre, aprì il bagagliaio e decapitò entrambe le ragazze con un coltello da caccia, proprio lì in strada.
    Il giorno seguente, dopo aver stuprato il cadavere di Alice nella sua camera, Kemper prese entrambi i corpi e li buttò in un canyon.
    Kemper realizzò che non gli restava molto tempo prima che lo scoprissero e decise di compiere un ultimo atto sanguinario.
    Il 5 aprile si infilò nella camera da letto di sua madre e la uccise con un martello, fracassandole il cranio e tagliandole poi la testa. Infine, le recise la laringe e la gettò nell'immondizia: "Mi sembrò appropriato visto quanto si era lamentata di me e aveva urlato e gridato contro di me per tutti quegli anni". Kemper chiamò poi una amica della madre, Sally Hallet, invitandola per una cena a sorpresa. Quando lei arrivò e si sedette, Kemper la strangolò, le tagliò la testa e lasciò il corpo nel letto.
    Kemper guidò poi fino a Pueblo, in Colorado, dove si fermò a una cabina telefonica e chiamò la polizia confessando di essere l'assassino delle studentesse. Durante il processo Kemper sottolineò il movente che lo spingeva a uccidere:"Da vive erano distanti, non volevano avere a che fare con me. Cercavo di stabilire una relazione. Mentre le uccidevo tutto ciò che pensavo era che sarebbero state mie, era l'unico modo in cui potevo farle mie." Quando gli chiesero che pena considerasse auspicabile, rispose "la morte per tortura". Ma poichè la pena di morte era stata abolita, fu condannato all'ergastolo.

    Curiosità

    Kemper passava molto tempo al Jury Room, un bar in cui chiacchierava con i poliziotti fuori servizio. In effetti, aveva un tempo provato ad entrare in polizia ma era stato rifiutato in quanto troppo grosso. Assimilò però, la maggior parte dell'approccio professionale e divenne capace di comprendere i progressi delle indagini sui suoi crimini ascoltando le conversazioni degli agenti al Jury Room. In qualche modo riuscì ad ottenere un tesserino della scuola di polizia e delle manette da un agente con cui aveva stretto amicizia e fantasticava di essere un agente di polizia oltre a farlo credere alle autostoppiste per tranquillizzarle.

    Fonte: "Serial Killer: il lato oscuro della natura umana" libro di Bryan Innes

    Questo Serial Killer è stato rappresentato nella recente serie Netflix "Mind Hunter" per chi fosse interessato.
     
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    Molto interessante. Grazie
     
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  3. Ilaria Mazzetti (Ilaliga)
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    Oddio è incredibile dove può arrivare qualcuno. Molto interessante questo documento, grazie per la condivisione! ;)
     
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