Phoenix, caccia aperta al serial killer

Taglia da trentamila dollari sul serial killer. Sette morti da marzo/aprile.

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    A Phoenix, Arizona, c’è un uomo che uccide. Di notte. Uccide persone in automobile, uccide persone sul vialetto della loro casa: la prima vittima - Diego Verdugo Sanchez - aveva 21 anni, è morta la notte del primo aprile fuori casa. Altri due cadaveri il 3 giugno. E la settimana dopo un altro. E il 12 giugno altri tre. Ora la polizia di Phoenix ha aperto ufficialmente la caccia al serial killer: su sette morti, sei si contano a Maryvale, sobborgo dove vivono famiglie povere e dove si concentrano le minoranze. Gente che ora, quando scende la sera, si tappa in casa: che ha organizzato una riunione della comunità per capire a che punto sono le indagini, che ha organizzato una veglia per onorare i suoi morti.

    La pista del serial killer
    La polizia ha spiegato che gli elementi portano a battere la pista del serial killer: è all’opera una task force che mette insieme gli agenti locali e i federali. Ora serve l’auto dei cittadini: «Probabilmente ci sono un sacco di persone che non si rendono conto di aver visto qualcosa o sentito qualcosa» che sarebbe utili alle indagini, ha detto Daniel Valenzuela, un consigliere comunale che rappresenta anche Maryvale. «Speriamo di ottenere informazioni vogliamo che si sappia che chi le fornirà sarà protetto e tenuto al sicuro». E intanto la ricompensa per le notizie utili a rintracciare l’assassino, iniziamente fissata in mille dollari, è salita a 30mila. Intanto la gente di Maryvale cerca di stare al sicuro come può. Ovvero, non esce più di casa quando fa buio: tra le vittime c’è anche una ragazzina di 12 anni. La polizia ha ovviamente rinforzato le pattuglie e sta distribuendo un identikit del presunto omicida. Misure che ovviamente non sconfiggono la paura.





    E’ un serial killer che sceglie a caso le sue vittime. Almeno questo è ciò che appare. Fino a oggi ha ucciso sette persone e ne ha ferite altre due, tutte sorprese da colpi d’arma da fuoco di notte, nei pressi delle loro abitazioni. Con una predilezione per la zona di Maryvale, settore ovest di Phoenix, Arizona. La polizia non ha, per ora, elementi solidi e si è limitata a diffondere un identikit chiedendo aiuto ai cittadini.

    Attacchi brutali
    Gli attacchi sono iniziati a marzo, con i primi tre episodi. Due i feriti, un terzo è deceduto in seguito. Con il passare del tempo l’assassino ha intensificato le imboscate diventando sempre più letale. Tra le vittime una bambina di 12 anni, sua mamma e un’altra donna. Freddati anche tre uomini, di età compresa tra i 19 e 31 anni. Nulla sembra legare le persone assassinate, se non che sono state sorprese davanti alla porta delle loro case o all’interno della vettura. Il tiratore cerca i bersagli, si apposta e passa all’attacco in modo brutale. Da settimane sono in corso i rilevamenti della Scientifica e dell’Atf, l’agenzia federale che ha un gigantesco database sulle armi da fuoco, alla ricerca di possibili elementi che portino ad altri casi irrisolti.

    Niente movente
    Gli inquirenti hanno offerto una taglia di 30 mila dollari e consultato criminologi, in particolare quelli che hanno seguito i delitti seriali. Si cerca un punto di partenza, qualcosa che possa restringere il campo della ricerca. Missione difficile perché non si ha un’idea sul movente. A meno che l’assassino non lasci un messaggio o indizio. Per il momento le autorità, che hanno dedicato nuove risorse e a coinvolto i federali, hanno intensificato i pattugliamenti nelle strade. Anche se è impossibile garantire la sicurezza quando non si ha la minima idea del target.

     
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