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Premessa: intuito, istinto e pulsione sono tre concetti distinti.
Per leggere la definizione di istinto e pulsione, leggere lo spoiler.
L'istinto è un comportamento innato, non frutto di apprendimento e/o esperienza, il quale ha generalmente una correlazione molto rigida con i desideri. Pare che l'istinto faccia parte delle caratteristiche genetiche, visto che si può osservare lo stessa reazione in più individui della stessa specie, di fronte alla stessa situazione, nonostante abbiano vissuto esperienze diverse - anche se bene o male ogni individuo della stessa specie vive, sostanzialmente, le stesse esperienze, anche se con intensità diversa.
La pulsione è il bisogno di soddisfare i bisogni (sonno, fame, sesso).
L'intuito è femmina, infatti è quella vocina che, anche quando tutto è in silenzio, ci dice cosa fare e cosa non fare. Un attimo di pace e tranquillità no, eh?!
Intuito deriva dalla combinazione di due termini latini: in (= dentro) e tueor (= guardare). In poche parole, l'intuito è una sbirciata dentro l'inconscio - l'io percepibile non volontariamente, nonché il nostro migliore amico.
Quando si è di fronte a un bivio, per avere risposta il cervello accede ai ricordi passati, controlla la risposta fornita e il risultato ottenuto, dopodiché ci porta un resoconto. Questa procedura, alle volte, porta a dei ricordi vividi, forti, i quali possono essere di grande impatto, portando ad un ragionamento cosciente.
Quando ciò avviene senza portare in superficie ricordi, indirizzando verso una decisione piuttosto che un'altra, senza consentire di comprenderne immediatamente il motivo scatenante, è avvenuto inconsciamente, dunque si parla di intuito (oppure alcolemia ad uno stato avanzato, quindi non è consigliato prendere decisioni serie, mettersi alla guida, sposarsi, firmare documenti, parlare con la suocera, ...).
- se uno decide il contrario decide di sbagliare e farsi male, ricordi che la prima volta può essere un errore, la seconda volta è una scelta.
I sessatori di pulcini - altro esempio in cui l'intuito fornisce la soluzione
I sessatori di pulcini e gli avvistatori di aerei
Quando nascono i pulcini, le incubatrici commerciali separano di prassi i maschi dalle femmine, e la pratica del distinguerli per sesso è conosciuta come “sessaggio dei pulcini”. Determinare il sesso è necessario perché i due generi sono destinati a programmi alimentari differenti: uno per le femmine, che produrranno uova, e un altro per i maschi, destinati al macello vista la loro inutilità nel commercio della produzione di uova; solo pochi maschi vengono tenuti e messi ad ingrassare per la carne. Quindi il mestiere del sessatore di pulcini consiste nel prendere ogni pulcino e determinarne rapidamente il sesso in modo da smistarlo nel contenitore giusto. Il problema è che questo compito è notoriamente difficile: i pulcini maschi e femmine sono esattamente uguali nell’aspetto.
Beh, quasi esattamente. I giapponesi hanno inventato un metodo per distinguere il sesso dei pulcini conosciuto come “vent sexing” (sessaggio della cloaca), con il quale gli esperti possono accertare precocemente il sesso dei pulcini dopo un solo giorno di vita. A partire dal 1930, gli allevatori di pollame di tutto il mondo si sono recati in Giappone alla Scuola di sessaggio dei polli Zen-Nippon per imparare la tecnica.
Il mistero sta nel fatto che nessuno sa spiegare il metodo in modo esatto e preciso. E’ in un certo qual modo basato su indicazioni visive molto sottili, ma nessun sessatore professionista sarebbe in grado di descrivere a parole queste indicazioni. I sessatori osservano il posteriore del pulcino (dove si trova la cloaca) e semplicemente sembrano sapere il contenitore giusto dove smistarlo.
Ed è così che i professionisti insegnano agli studenti il sessaggio. Il maestro sta in piedi al di sopra dell’apprendista e osserva. Lo studente prende un pulcino, ne esamina il posteriore, e lo smista in un contenitore o nell'altro. Il maestro dà il suo feedback: sì o no. Dopo settimane finalizzate a questa attività, il cervello dello studente è addestrato a un livello magistrale, anche se inconscio.
Una storia analoga si svolgeva a oceani di distanza. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto la costante minaccia di attentati, gli inglesi avevano un grande bisogno di distinguere gli aerei in arrivo con rapidità e precisione. Quali aerei erano inglesi di ritorno a casa e quali tedeschi venuti a bombardare? Molti appassionati di aeroplani avevano dimostrato di essere eccellenti “avvistatori”, così i militari impiegarono con entusiasmo i loro servizi. Questi avvistatori erano così preziosi che il governo cercò rapidamente di arruolarne di più; ma si rivelarono rari e difficili da trovare. Allora il governo affidò agli avvistatori il compito di formarne altri.
Fu un tentativo inutile. Gli avvistatori provarono a spiegare le loro strategie ma non ci riuscirono. Nessuno riuscì a capirle, neppure gli avvistatori stessi. Come i sessatori di pulcini, gli avvistatori non avevano idea di come facevano; semplicemente “vedevano” la risposta giusta.
Per niente ingenui, gli inglesi alla fine compresero come formare con successo nuovi avvistatori: per “tentativi e feedback” sugli errori. L’apprendista azzarda un'ipotesi e l’esperto dice sì o no. Alla fine i principianti diventarono, come i loro mentori, vessali della misteriosa, ineffabile esperienza.
Degli studi hanno dimostrato che l'intuito, comprende anche la capacità di valutare il detto e il taciuto, grazie a una certa empatia - molto diversa dalla compassione, poiché gli esiti sono diametralmente opposti.
Dunque l'intuito è un ego profondo, una sorta di miglior amico che seleziona le opzioni, basandosi su esperienze passate ed emozioni correlate al risultato.
René Descartes (Renato Cartesio, in italiano), grande matematico e filosofo del XVII secolo, rese celebre il suo pensiero, ampliando e migliorando la concezione razionalistica, orientata dalla precisione della matematica, per applicarlo ad ogni aspetto della vita terrena.
CITAZIONE "Ego cogito, ergo sum, sive existo." tradotto in "Io penso, dunque sono, ossia esisto."
René Descartes ritiene che fidarsi dell'intuito sia errato, infatti dice
CITAZIONE La conoscenza sensibile è la prima a essere messa in mora: è bene diffidare di chi ci ha già ingannato, potrà farlo ancora. Addirittura nel sonno capita di rappresentarsi cose che non esistono come se fossero vere. Perciò non bisogna credere nei sensi.
negando quindi, nel limite del possibile, la componente emozionale nella presa delle decisioni - come detto in precedenza, fondamentale per l'intuito, siccome è considerato il metro di valutazione di successo o fallimento.
António Rosa Damasio, neurologo, neuroscienziato, psicologo e saggista (sa tutto lui) lusitano, in seguito ai suoi importanti studi rivoluzionari afferma, invece, che:
CITAZIONE Il neuroscienziato portoghese, nel saggio del 1995 "L'errore di Cartesio", ribalta la tradizione culturale che ha sempre svalutato le emozioni perché perturberebbero la serenità della ragione e dimostra come, al contrario, esse siano alla base del buon funzionamento della mente: se l'uomo perde la capacità emozionale non è in grado di essere ragionevole. Negando la concezione cartesiana del dualismo mente-corpo, due elementi necessariamente scindibili, egli mette in evidenza l'azione reciproca del corpo e del cervello, che costituiscono un organismo unico e indissociabile. Pertanto la ragione non potrebbe funzionare correttamente senza le emozioni, ovvero senza lo stretto collegamento con il corpo, che offre costantemente la materia di base con cui il cervello costruisce le immagini da cui origina il pensiero. In questo modo Damasio restituisce dignità alle emozioni che considera dimensioni cognitive.
Per affermare la nuova teoria dell'interconnessione tra il mondo emotivo e la razionalità, egli si è opposto alla tradizione scientifica che confina le emozioni nei centri sottocorticali più antichi e meno evoluti e ne trascura quindi il nesso con il pensiero.
Così facendo, quest'ultimo rivaluta l'importanza delle emozioni.
Intuito, un grande asso nella manica, se lo si sa usare saggiamente, poiché come una scorciatoia verso la risposta. Esattamente per questo motivo, la rapidità della risposta, la probabilità di una risposta corretta diminuisce, siccome il metro di valutazione è poco scrupoloso.
Nonostante ciò, si può decidere di prendere tempo per le valutazioni che potrebbero comportare un rischio - quindi le situazioni in cui ci si mette in gioco e si è convinti che possa andar bene, a intuito.
Inoltre ricordo che l'intuito ci accompagna dalla notte dei tempi. Se il povero uomo delle caverne, vedendo una tigre, un lupo o qualsiasi altra bestia non avesse avuto l'intuito di scappare o combattere intelligentemente (se armato), saremmo estinti da molto tempo.
Per quanto lo si voglia negare, l'intuito è il nostro miglior amico, il quale ama noi stessi più di chiunque altro, dicendoci cosa davvero riteniamo giusto e cosa sbagliato, senza farci perdere troppo tempo.
Edited by Elvis Santano - 4/2/2016, 22:17
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