Zodiac

Il Killer dello Zodiaco

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    Interessato al Metodo Deduttivo

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    Killer dello Zodiaco è la traduzione italiana di Zodiac Killer, o Zodiac, nomignolo con cui è noto un serial killer statunitense attivo nella California settentrionale per dieci mesi alla fine degli anni sessanta del XX secolo. Egli stesso coniò questo nome in una serie di lettere di sfida alla stampa datate fino al 1974: queste ultime contenevano quattro crittogrammi o messaggi cifrati, tre dei quali rimangono ancora senza soluzione.

    "Zodiac" uccise cinque persone a Benicia, Vallejo, al Lago Berryessa e a San Francisco tra il dicembre 1968 e l'ottobre 1969: furono colpiti quattro uomini e tre donne di età comprese fra i 16 e i 29 anni, due di loro sopravvissero alle aggressioni. A Zodiac sono state attribuite anche numerose altre vittime, senza tuttavia sufficienti prove per confermarle.

    L'identità del killer rimane ancora oggi sconosciuta. La polizia di San Francisco ha catalogato il caso come "inattivo" nell'aprile del 2004, ma l'ha riaperto nel marzo 2007; anche in altre giurisdizioni il caso rimane aperto.


    Vallejo e Benicia sono due cittadine che si affacciano sulla Baia di San Pablo, vicino allo Stretto di Carquinez, poste all'incirca a 20 miglia nord-est di San Francisco. Negli anni '60 i posti tra le due cittadine erano praticamente disabitate e ancora oggi l'autostrada che le unisce non è del tutto asfaltata.

    Poco prima delle 21.00 del 20 dicembre 1968, in queste zone, viene avvistata una macchina metalizzata a quattro porte.
    Nemmeno un'ora dopo, dei ragazzi vengono seguiti da questa auto, su un sentiero di ghiaia. Spaventati cambiano strada e fuggono.

    Alle 23.10, David Arthur Faraday e Betty Lou Jensen non avranno la stessa accortezza. Usciti di casa con la scusa di andare a un concerto natalizio, i due si sono appartati in una radura, per amoreggiare sull'auto. Passa un'ora, poi qualcuno comincia a fare fuoco contro di loro con una calibro 22. Comincia da dietro, sfondando il vetro posteriore e forando il pneumatico sinistro. Poi l'assassino si avvicina, fino ad arrivare alla portiera di sinistra, e ricomincia a fare fuoco.
    I due adolescenti, 16 e 17 anni, corrono fuori dalla portiera opposta e tentano la fuga, ma invano. Betty Lou Jensen verrà ritrovata a 10 metri dal paraurti posteriore. Uccisa da cinque colpi alla schiena, tra la quinta e la sesta costola. Per David Faraday è bastata una sola pallottola, ben piazzata alla testa.

    Stella Borges, unica testimone, dirà di aver visto allontanarsi una Chevrolet metalizzata, a quattro porte, diretta verso Benicia, prima di ritrovare i corpi dei giovani.

    Nonostante la taglia messa dalla polizia sull'omicida, non verrà mai trovato il colpevole.

    Sei mesi più tardi, verso le 24:00 di sabato 5 luglio 1969, Darlene Elizabeth Ferrin, 22 anni, e Michael Renault Mageau, 19 anni, vengono presi di mira da degli spari, mentre sono seduti nella propria macchina nel parcheggio del Blue Rock Springs Golf Course.

    Darlene Ferrin è andata a prendere il suo amico un'ora prima, quindi si sono fermati lì per mangiare qualcosa e chiacchierare. Qui una macchina marrone, si è accostata a loro, spegnendo i fari, per poi ripartire a tutto gas verso Vallejo. Cinque minuti dopo la macchina ritorna.

    Dopo aver parcheggiato a 3 metri dall'auto dei ragazzi, il conducente scende, spegnendo i fari per nascondere il proprio viso. Convinti che si tratti di un poliziotto, i ragazzi estraggono i loro documenti e si preparano alla classica ramanzina, ma il misterioso individuo comincia a sparare attraverso il finestrino del passeggero. L'arma è una 9mm con silenziatore.
    Mageau viene colpito di striscio al viso e al braccio, quindi al ginocchio. Alimentato dal dolore e dall'adrenalina, il ragazzo riesce a saltare nella parte posteriore e a nascondersi. Darlene invece non ce la fa: i colpi la raggiungono alla testa e alla schiena, morirà alle 24.38.

    Prima di svenire, Mageau riesce a vedere l'assassino di profilo. Lo descriverà come un uomo di media altezza, circa 1.75, e grasso. A occhio e croce sui 90kg. Porta degli occhiali.

    Secondo i più, Darlene conosceva l'omicida, forse si trattava di uno spasimante rifiutato. La descrizione del ragazzo invece non fu tenuta molto in considerazione, poiché era sotto antidolorifici.

    Alle 12:40 della stessa notte, la sede centrale della polizia di Vallejo riceve una telefonata da una cabina. La voce è matura e senza accento, parla uniformemente e costantemente, come se stesse leggendo da un copione.

    "Vorrei riportare alla vostra attenzione un duplice omicidio. Dirigetevi a un miglio est sul Viale di Cristoforo Colombo, verso il parco pubblico, lì troverete dei ragazzi in una macchina marrone. Gli ho sparato con una Luger da 9mm. Ho ucciso dei ragazzi anche l'anno scorso. Buona serata."

    Il 31 luglio 1969, l'Examiner di San Francisco, il Chronicle di San Francisco, e il Time-Harald di Vallejo ricevono tre lettere. Allegato a ogni lettera c'è un crittogramma che il 1 agosto viene pubblicato sulla prima pagina di ognuno dei tre giornali. Le lettere sono simili, anche se con parole diverse. L'assassino dimostra di essere veramente il colpevole fornendo particolari che solo lui e la polizia potevano sapere. Aggiunge inoltre che ha già ucciso una dozzina di persone e che se non venissero pubblicato i crittogrammi farà un massacro.

    "In questo crittogramma in tre parti è celata la mia identità"

    Ogni lettera finisce con un simbolo molto simile a una croce celtica e uno strano simbolo cifrato che è probabilmente il vero arcano da svelare per risalire all'identità del killer.

    Il crittogramma viene decifrato e risolto in meno di una settimana, da un professore di liceo e da sua moglie, ma evidentemente l'assassino non ha mantenuto la promessa. Il testo che emerge infatti non è la sua identità, bensì la confessione di un collezionista di anime: "Mi piace uccidere le persone perché è molto più divertente di ogni gioco selvaggio che si possa fare in una foresta. L'uomo è l'animale più pericoloso ed elettrizzante di tutti da uccidere […] La parte migliore è che quando morirò, rinascerò in paradiso e tutte le mie vittime saranno miei schiavi. Perciò non vi darò il mio nome o tenterete di fermare la mia raccolta di schiavi per la vita ultraterrena. Ebeorietemethhpiti."

    Il 4 agosto l'Examiner di San Francisco riceve un'altra lettera. In essa il killer sbeffeggia gli investigatori perché non riescono a risolvere il simbolo cifrato, racconta nuovamente con accuratezza l'attentato ai due ragazzi, spiegando anche come fa a sparare con sicurezza al buio. Per la prima volta si firma "Zodiac". Tutte le lettere verranno analizzate per anni, senza rintracciare impronte utili.

    Il 27 settembre 1969, sulla spiaggia occidentale del Lago Berryessa, 60 miglia a nord est da San Francisco, lo Zodiac Killer torna a colpire.

    Sono le 15.00 mentre tre giovani donne da Angwin, stanno parcheggiando nell'area adibita vicino al lago. Una Chevrolet azzurra si accosta a loro, all'interno c'è un uomo che sembra intento a leggere qualcosa e le ragazze non ci danno conto.

    L'uomo è alto circa 1.80, sui 90kg, occhialuto, indossa una maglia nera e blu su dei pantaloni neri. Le donne si allontanano e camminano lungo la riva del lago, prendendo il sole. Quando si accorgono che l'uomo le osserva silenziosamente, fumando sigarette, si preoccupano un po'. Passano 20 minuti così, quando l'uomo finalmente si allontana.

    Lo stesso uomo viene avvistato da un dentista e suo figlio.

    Di tutt'altra maniera l'incontro tra l'uomo misterioso e Cecilia Ann Shepard e Bryan Calvin Hartnell, due studenti universitari.

    Poco prima di essere troppo vicino alla coppia, l'assassino si butta addosso una tunica nera, con dei fori per gli occhi. Sulla vita è disegnato il solito stemma molto simile a una croce celtica.

    Alla cintura è appeso un pugnale, mentre nella mano destra l'uomo impugna saldamente una pistola.

    Si presenta come un evaso dalla prigione di Deer Lodge, nel Montana, ed esige l'auto dei ragazzi per scappare nel Messico. La parlata è incredibilmente monotona e calma, senza cadenze o accenti.
    Bryan Hartnell con freddezza, sperando di arrivare a una soluzione pacifica e senza danni, prova a rilassare il pazzo e i due finiscono per discutere a lungo, seduti sulla vettura dei ragazzi. All'improvviso però l'assassino perde le staffe senza motivo apparente. Lega Cecilia e comincia a colpire la coppia con il suo coltello, probabilmente estratto da una baionetta.
    Sei pugnalate per Bryan Hartnell, dieci per Cecilia Shepard. Il ragazzo si riprenderà e riuscirà a depositare per la polizia, ma la ragazza morirà nel giro di 48 ore.

    Prima di andarsene, lo Zodiac Killer impugna un gessetto nero, di quelli che si utilizzano nei riti magici, e scrive sulla portiera della macchina: "Vallejo 12-20-68, 7-4-69, Sept 27-69-6:30. Con un coltello."

    Anche questa volta la polizia di Vallejo riceve una telefonata, dalla stessa cabina. Non è passata nemmeno un'ora dall'aggressione.

    "Vorrei segnalare un assassinio, no, un duplice omicidio. I corpi sono a due miglia a nord della sede centrale del parco. Erano in una Volkswagen bianca. Sono stato io."

    11 ottobre 1969. A cadere vittima dello Zodiac Killer è un tassista 39enne di San Francisco, Paul Stine. È appena finita la corsa. Il passeggero si è fatto portare dall'angolo tra la Mason e Geary Street all'angolo tra la Washington e Maple Streets, presso Presidio Heigths. E qui, invece di pagare, estrae una pistola da 9mm e spara alla testa di Stine.

    Prima di lasciare la scena del delitto, strappa un pezzo di camicia insanguinata dalla schiena del tassista e poi sparisce nella notte.
    La descrizione fornita dei testimoni è sempre la stessa, anche se inizialmente dei ragazzini si sbagliano: indicano alle pattuglie un uomo di colore, e così la fuga a piedi dello Zodiac Killer è fin troppo facile.

    Sul luogo del delitto vengono rintracciate le solite impronte che non porteranno mai a nessuno.

    Nei giorni successivi arrivano alla stampa le solite lettere nelle quali lo Zodiac Killer si assume la responsabilità dell'omicidio. L'indirizzo del mittente c'è, ma è rappresentato dall'ormai immancabile croce celtica. Per smentire le solite voci che non si tratterebbe di lettere autentiche, lo Zodiac Killer allega al messaggio un pezzo della camicia insanguinata del tassista. Un pezzo per volta.

    Nel finale delle lettere l'assassino si vanta di aver spiazzato gli investigatori, avendo cambiato all'improvviso la tipologia delle vittime, insinuando che potrebbe rubare un pulmino della scuola e uccidere tutti i bambini che ci sono sopra.

    Inutile aggiungere che a queste dichiarazioni seguirà il panico. Tutti i casi insoluti della costa ovest saranno imputati allo Zodiac Killer. Da Houston ad Atlanta, fino ad arrivare a St. Louis. Si rafforzano i controlli alle uscite delle scuole e gli autisti dei pulmini vengono armati.

    Seguono altre lettere, una delle quali ha un contenuto seriamente minaccioso:
    "È Zodiac che vi parla. Dalla fine di ottobre ho ucciso 7 persone. Sono piuttosto arrabbiato con la polizia che dice un sacco di bugie sul mio conto, quindi cambierò continuamenteil metodo di raccolta degli schiavi. Non lo annuncerò più a nessuno, quando commetterò degli omicidi, questi vi sembreranno furti, uccisioni di rabbia o futili incidenti.. […] La polizia non mi prenderà mai perché sono più intelligente di loro: 1) l'identikit che gira corrisponde a me solo quando vado a caccia di anime, il resto del tempo sono completamente diverso. 2) Non possono avere le mie impronte come dicono perché io indosso delle coperture sulle dita, sono di cemento per aeroplani. 3) Tutte le mie armi sono state comprate per corrispondenza da paesi stranieri e non potete rintracciarmi. […] La sera dell'omicidio del tassista ero al parco, dei poliziotti si sono fermati per chiedermi se avessi visto qualcuno di sospetto.." La lettera termina con una delirante descrizione di una arma potentissima, in grado di far saltare in aria un autobus, che l'assassino avrebbe costruito con le sue mani e che terrebbe in cantina.

    La lettera successiva raggiunge l'avvocato Melvin Belli il 27 dicembre 1969. È allegata a una cartolina di auguri natalizi. Il killer sembra inspiegabilmente lucido e invoca addirittura aiuto. Pentito della minaccia di attentato all'autobus di bambini, chiede aiuto a Belli perché teme di perdere nuovamente il controllo e di ricominciare a uccidere. "Per piacere mi aiuti, non manterrò il controllo ancora a lungo."
    Purtroppo non contatterà più Belli in seguito, facendo perdere le proprie tracce per più di tre mesi.

    Domenica 22 marzo 1970. È sera, ma da poco tempo. La 23enne Kathleen Johns sta guidando sulla Highway 132, nella Contea di San Joaquin. In auto con lei c'è la figlioletta Jennifer.
    Una macchina si avvicina a lei, l'autista suona il clacson, le fa gesti e le urla che ha una ruota a terra e si propone volontariamente di aiutarla a cambiarla.
    L'uomo in realtà rimuove solamente i bulloni e così, quando Kathleen si rimette in marcia, la ruota si leva del tutto. Dispiaciuto per il nuovo incidente, lo sconosciuto le offre un passaggio fino alla prossima stazione di servizio.
    Il viaggio dura a lungo, nella direzione di Modesto (California), tuttavia il gentile sconosciuto pare non volersi fermare a nessuna stazione di servizio.

    Kathleen capisce che è in pericolo e, agguantata la figlioletta, salta giù dalla vettura. Si nascondono tra le ombre, nell'argine prosciugato di un fiumiciattolo per l'irrigazione dei campi. Il killer prova a cercarle per circa dieci minuti, aiutandosi con i fari dell'auto e una torcia, ma alla fine abbandona l'impresa e scompare nella notte.

    Raggiunta la stazione di polizia di Patterson, Kathleen si siede su una sedia, pronta a raccontare allo sceriffo la propria brutta avventura e per sporgere denuncia. Alle spalle dell'uomo c'è un tabellone con gli identikit di tutti i ricercati e, proprio tra questi, la donna riconosce il colpevole. L'identikit indicato da Kathleen Johns è quello dello Zodiac Killer.

    Tra l'aprile 1970 e il marzo 1971, lo Zodiac Killer inviò almeno nove lettere, ma da esse la polizia non è riuscita a risalire a nessun ulteriore crimine. Né è riuscita a rintracciare l'omicida.


    Il 27 ottobre 1970, il reporter del Chronicle Paul Avery (che si stava occupando del caso Zodiac) ricevette una cartolina di Halloween firmata con una lettera "Z" e con il simbolo di Zodiac già usato in precedenza. Scritta a mano sulla cartolina c'era l'annotazione "Peek-a-boo, you are doomed" (Bubu-settete, sei condannato). La minaccia venne presa sul serio ed ebbe un articolo in prima pagina sul Chronicle. Poco dopo, Avery ricevette una lettera anonima che lo metteva in guardia sulle somiglianze tra le attività di Zodiac e l'omicidio irrisolto di Cheri Jo Bates, che era avvenuto quattro anni prima al college di Riverside, California, nell'area di Los Angeles, più di 640 km a sud di San Francisco. Avery riportò le sue scoperte sul Chronicle del 16 novembre 1970.

    Il 30 ottobre 1966, la Bates trascorse la serata nell'edificio della biblioteca del campus fino alla sua chiusura alle 21. I vicini riportarono di aver udito un grido intorno alle 22:30. La ragazza fu trovata morta la mattina seguente a poca distanza dalla biblioteca, tra due case abbandonate in lista per essere demolite per ristrutturazione del campus. I fili della calotta dello spinterogeno della sua Volkswagen erano stati strappati. Era stata brutalmente picchiata e pugnalata a morte. Un orologio da uomo della Timex con il cinturino strappato fu ritrovato nelle vicinanze. L'orologio aveva le lancette ferme alle 00:24, ma è probabile che l'attacco fosse avvenuto molto prima; furono inoltre scoperte orme di una scarpa simile a quelle militari.

    Un mese dopo, il 29 novembre 1966, delle lettere quasi identiche battute a macchina furono spedite alla polizia di Riverside e alla redazione del giornale Riverside Press-Enterprise. Intitolando la lettera "The Confession" (La Confessione), l'autore rivendicò l'omicidio della Bates, fornendo dettagli del crimine non diffusi al pubblico, e avvisando che la Bates "non è la prima e non sarà l'ultima".

    Nel dicembre del 1966 venne ritrovata una poesia intagliata sul lato inferiore di una scrivania nella biblioteca del Riverside City College. Il linguaggio e la grafia della poesia, intitolata "Sick of living/unwilling to die" (Disgustato dalla vita/non disposto a morire), assomigliavano a quelli delle precedenti lettere di Zodiac: essa fu firmata con ciò che si presumono essere le iniziali "rh". Sherwood Morrill, il principale esaminatore di documenti della California, consultato in seguito, affermò che secondo lui la poesia era stata scritta da Zodiac.

    Il 30 aprile 1967 — a sei mesi esatti dall'omicidio della Bates — il padre della ragazza, Joseph, il Press-Enterprise e la polizia di Riverside ricevettero tutti lettere quasi identiche: con una scrittura scarabocchiata, le copie inviate al Press-Enterprise e alla polizia recitavano "Bates had to die there will be more" ("Bates doveva morire ce ne saranno ancora"), con un piccolo scarabocchio sul fondo che assomigliava alla lettera "Z". La copia inviata a Joseph Bates recitava "She had to die there will be more" ("Lei doveva morire ce ne saranno ancora") senza la "firma" con la Z.

    Il 13 marzo 1971, quasi quattro mesi dopo il primo articolo di Paul Avery sul caso Bates, Zodiac inviò una lettera al Los Angeles Times: in essa attribuì alla polizia, invece che ad Avery, la scoperta delle sue "attività" di Riverside, ma, aggiunse, "they are only finding the easy ones, there are a hell of a lot more down there" ("hanno trovato solo le più facili, ce ne sono maledettamente di più laggiù").

    La connessione tra Cheri Jo Bates, Riverside e Zodiac rimane incerta. Il Dipartimento di Polizia di Riverside sostiene che l'omicidio della Bates non è stato commesso da Zodiac, ma ammette che alcune delle lettere su di lei possono essere state scritte da lui per farsi attribuire, a torto, il "merito".

    Il 30 gennaio 1974, un giornale di San Francisco ricevette la prima lettera autentica in quasi tre anni. Poche parole senza senso, la firma riportava le misteriose notazioni "Me-37" e "SFPD-0"mentre 1/3 della pagina era occupato da un'enorme croce celtica, vicino alla quale compariva la dicitura "=3".

    Nel 1975, Don Striepke, uno sceriffo della Contea di Sonoma stilò un rapporto con una teoria interessante. Segnando su di una mappa una serie di 40 assassini insoluti degli Stati Occidentali, si andava a formare una gigantesca Z. Questa teoria però cadrà ben presto nel dimenticatoio, poiché nella stessa zona e negli stessi anni operava anche Ted Bundy.

    Il 24 aprile 1978 è stata consegnata alla stampa la 21esima lettera dello Zodiac Killer. La lettera debutta con un inquietante "sono tornato" che ha sparso il terrore tra gli abitati della Bay Area. Nessun crimine è stato rintracciato nella zona prima o dopo la lettera e ad essa sono seguite lettere senza senso, che lodavano il lavoro della polizia. Dopo accurate analisi si è scoperto che l'autore di queste lettere sarebbe proprio Dave Toschi, ufficiale di polizia e a capo delle indagini sullo Zodiac Killer.


    Sebbene molte persone, nel corso degli anni, siano state sospettate di essere Zodiac, solo su una, Arthur Leigh Allen (18 dicembre 1933 - 26 agosto 1992), la polizia indagò seriamente. Nel luglio 1971 un amico di Allen riferì i suoi sospetti su di lui al Dipartimento di Polizia di Manhattan Beach, California, e il rapporto venne immediatamente inoltrato al San Francisco Police Department. Interrogato, Allen affermò, senza esserne stato sollecitato, che i coltelli insanguinati collocati nella sua auto il giorno dell'attacco di Zodiac al Lago Berryessa gli erano serviti per uccidere dei polli; quando gli fu chiesto se avesse letto La preda più pericolosa, da cui era stata ripresa l'idea dell'uomo come "animale più pericoloso da cacciare", rispose di sì e che gli aveva fatto una grande impressione.

    Allen fu l'unico sospettato contro cui la polizia ebbe abbastanza prove a carico per eseguire non uno ma tre mandati di perquisizione: il 14 settembre 1972, il 14 febbraio 1991 e il 28 agosto 1992, due giorni dopo la sua morte. Allen negò sempre tutto, ma contro di lui c'era un gran numero di prove circostanziali.

    La polizia però non trovò mai prove certe del fatto che Allen fosse il Killer dello Zodiaco, e il Dipartimento di Polizia di Vallejo decise di non incriminarlo, sebbene egli fosse già stato condannato per reati sessuali e nella sua casa, nella perquisizione del 1991, fossero stati trovati armi ed esplosivo. Infine, la calligrafia di Allen non corrispondeva a quella in cui erano vergati i messaggi di Zodiac, le sue impronte non corrispondevano a quelle sospettate di essere di Zodiac e nessuna prova concreta di un suo coinvolgimento negli omicidi fu mai trovata: recenti test del DNA, nel 2002, su sospette lettere di Zodiac non diedero risultati positivi. Tuttavia, né Vallejo né San Francisco esclusero mai Allen dalla lista dei sospetti anche dopo i risultati dei test.
     
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    Qui trovate le lettere dello Zodiac killer e altri documenti interessanti.


    Ultimo cifrario irrisolto dello Zodiac Killer



    Edited by |Kei| - 31/5/2015, 01:10
     
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  3. sadman_
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    Grazie le stavo cercando :)
     
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    Secondo voi è possibile risolverlo?
     
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    Per me é possibile provando tutte le combinazioni e confrontando se combaciano in lunghezza o se hanno senso.
     
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    Perché nessuno ancora ci è riuscito?
     
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    Uno perché non serve più a nulla risolverlo a livello pratico, due perché serve un team di persone che si metta a capire la lunghezza di ogni parola e poi creare un programma che provi tutte le parole finché non esce fuori qualcosa di sensato. Ora immagina, otteniamo più o meno qualche milione di frasi che combaciano delle quali solo poche hanno senso. Andrebbero tutte visionate da altre persone per raccogliere quelle di senso compiuto. Una volta effettuata questa operazione probabilmente ci sarebbe qualche centinaio di lettere di senso compiuto, delle quali però sarà dura decidere quale è quella col significato vero. Per lo meno io la vedo cosi.
     
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  8. janis
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    Sicuramente lo conoscete già, ma mi piaceva che rimanesse una traccia: Zodiac (The Movie), con Robert Downey Jr, anno 2007
    La visione è consigliata tenendo conto di quanto riportato in quest' interessante articolo:

    www.zodiackillerfacts.com/movie.htm
     
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  9. Filippo Mattocci
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    Riguardo le famose 18 lettere EBEORIETEMETHHPITI di Zodiac , ho realizzato le seguenti 8 decifrazioni:

    1) he be meet i , i or the pit
    CHE SIGNIFICA :
    si incontra me, me o la fossa

    2) i be themore ie the pit
    CHE SIGNIFICA :
    Io sono il peggio cioè la fossa
    OPPURE METTENDO LA VIRGOLA DOPO ie DIVERREBBE:
    i be themore, ie the pit IL CUI SIGNIFICATO E':
    io sono più pericoloso, cioè la fossa

    3) LE HO SCOMPOSTE IN GRUPPI DI LETTERE, POI ANAGRAMMATE E LETTE DA DESTRA VERSO SINISTRA E HO OTTENUTO LE SEGUENTI ALTRE 2 SOLUZIONI:
    A) PRIMA SOLUZIONE:
    i phit the meteore i be : io sono il meteorite che sono
    B) SECONDA SOLUZIONE:
    i pith the meteore i be : ho il meteorite che sono
    CONSIDERANDO CHE IL NOME ZODIAC E’ RIFERITO AGLI ASTRI, QUESTE FRASI POSSONO ESSERE VALIDE.

    4) Suddivisione: EBE / OR / I / ETEM / ETH / HPIT / I
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    Anagramma: BEE / OR / I / MEET / THE / PITH / I
    Che letto da destra a sinistra corrisponde a:
    I PITH THE MEET , I OR BEE
    Che dovrebbe significare qualcosa tipo (l’ho tradotto col traduttore) : HO AVUTO L’INCONTRO, IO O BEE (per quanto visto su internet “The Bee” o “The Sacramento Bee” è un quotidiano di Sacramento, in California).

    5) ALTRA DECIFRAZIONE :
    I PHIT (HO BISOGNO) OR I MEET ( MI INCONTRO CON O INCONTRO ) THE BEE (SEMPRE RIFERITO AL QUOTIDIANO “THE BEE” O “THE SACRAMENTO BEE” DI SACRAMENTO IN CALIFORNIA)

    6) ALTRA DECIFRAZIONE:
    I BE I ( IO SONO IO) OR (O) HE MEET THE PIT (LUI HA INCONTRATO LA FOSSA)

    Comunque io ho anche altre tesi sia riguardo queste 18 lettere e sia riguardo la CIPHER 340 di Zodiac, mi potete contattare pure al mio indirizzo email [email protected]
     
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    Le lettere presentano grafie differenti, io penso che al massimo solo una di quelle lettere possa essere originale, ma più probabilmente non lo è nessuna di quelle, dato che ritengo più probabile inventarlo per farsi pubblicità piuttosto che mandarlo alla polizia per sfidarla
     
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    Notizia dell'anno, svelata l'identità di Zodiac www.ilgiornale.it/news/cronache/us...co-1980369.html
     
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