Riconoscere un Falegname

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    LE ATTIVITÀ LAVORATIVE DEL LEGNO

    Il riferimento è alle attività che si svolgono in una “bottega artigiana” e non ad una industriale anche se, sostanzialmente, i rischi sono gli stessi; è da presumere però che il rischio/evento sia maggiore in un settore di tipo artigianale rispetto ad uno industriale in considerazione del fatto che quest’ultima attività soggiace a maggiori controlli.
    Riferendoci all’attività di un falegname artigiano, dell’intero ciclo produttivo del legno sorvoliamo il passaggio iniziale dalla “raccolta” della materia prima, al taglio, alla scortecciatura, alla segagione delle grosse tavole, all’essiccazione e stagionatura.

    Tali specifiche attività possono esser sintetizzate in pochi passaggi che sono :
    • segheria
    • incollaggio
    • scartatura e levigatura
    • verniciatura

    Queste attività sono così raggruppate in quanto passaggi obbligati della lavorazione artigianale ed a tale attività ricollegheremo, in senso generale, i fattori di rischio con le conseguenze dannose mentre, in maniera più particolare, successivamente descriveremo sia gli infortuni che le malattie professionali ricollegabili a tali rischi.

    ATTIVITÀ DI SEGHERIA

    Il “legname” che perviene all’artigiano, per quanto già in parte lavorato, necessita ovviamente di ulteriore lavorazione specifica: il primo approccio è il “taglio”, che si effettua con macchinari appositi.
    Nell’attività di “taglio” il fattore di rischio principale, oltre a quello legato alla possibilità di “infortunio” per un cattiva modalità d’uso dei macchinari o per disattenzione qualora non vi siano meccanismi automatici di protezione, è legato alle produzioni
    di polveri.
    Inoltre è importante il fatto che il legname, soprattutto quello proveniente da ambienti tropicali, rispetto al legname nostrano, contiene sostanze tossiche quali fenoli, terpeni, alcaloidi, cumarine etc.; peraltro i legni cosiddetti “duri” pur considerati inerti contengono sostanze che possono essere dannose per l’organismo quali residui di prodotti chimici antivegetativi utilizzati, muffe ed insetti.

    Rischio/danno

    Polvere di legno
    Comporta manifestazioni patologiche a carico dell’apparato respiratorio superiore ed inferiore ed anche, per taluni legni, tumori dei seni nasali e paranasali.

    Rumore
    Comporta disturbi a carico dell’apparato uditivo con ipoacusia e danni all’apparato extrauditivo come alterazione dei valori della pressione arteriosa. Alterazioni a carico dei riflessi, dell’apparato digerente e disturbi del sonno.

    Contaminati vegetali
    Comportano, in soggetti predisposti stati infiammatori a carico delle vie respiratorie con meccanismo sensibilizzante.

    ATTIVITÀ DI INCOLLAGGIO

    L’attività di incollaggio si riferisce non solo al momento di congiunzione di prodotti già finiti ma anche alla realizzazione di impiallacciature e listellature ovvero alla fabbricazione dei diversi tipi di “pannelli” compensato e panforti, fibre, agglomerati.
    Il fissaggio può avvenire a freddo o a caldo a seconda delle esigenze e del tipo di colla, in quanto le stesse possono essere sia di origine animale che sintetica.

    Rischio/danno

    Il rischio ed il conseguente danno risultano collegati a due fattori diversi: il primo legato al tipo di colla utilizzata, cioè la sostanza presente nella “colla” il secondo alla metodologia usata. Come è noto attualmente si ricorre anche presso piccoli artigiani, per un incollaggio rapido ed uniforme all’utilizzazione delle “radiofrequenze”.
    Le manifestazioni patologiche legate al tipo di colla possono essere sia a carico dell’apparato respiratorio con azione irritante diretta sia dell’apparato cutaneo con dermatiti da contatto; mentre gli effetti nocivi delle “radiofrequenze” sono da ricondurre all’effetto dannoso del riscaldamento dei tessuti, effetto non avvertito immediatamente e per questo più pericoloso. Si devono aggiungere inoltre effetti aspecifici generali a carico del sistema nervoso centrale con irritabilità, tremori, disturbi del sonno, vertigini.

    SCARTATURA E LEVIGATURA

    Una volta lavorato ed “incollato” il pezzo, esso necessita di un ulteriore fondamentale passaggio che consiste nel regolarizzare e rimodellare le parti fino ad ottenere il “pezzo finito” nella maniera voluta.
    Questa attività che viene chiamata “scartatura e levigatura” consiste nel ripulire il prodotto, sia con mezzi meccanici che manualmente; è chiaro che anche in questa fase vi è il problema evidenziato durante la fase di “segheria” collegato sia all’emissione di “polveri” che specificatamente alla produzione di “rumore”, ma a questi rischi se ne aggiunge uno nuovo collegato alla predetta attività.

    Rischio/danno

    Del rischio da polveri e da rumore già si è detto durante la fase di “segheria”, ma relativamente al primo è doveroso aggiungere che le polveri emesse durante questa attività sono ancora più rischiose rispetto a quelle emesse durante l’attività di segheria.
    Infatti le polveri emesse in questa attività sono talmente piccole che possono percorrere sino in fondo l’apparato respiratorio senza essere intercettate da meccanismi di difesa. Da segnalare inoltre che il rischio specifico di questa attività è invece legato ad operazioni effettuate a mano con utensili elettrici, e questo rischio è rappresentato dalle “vibrazioni”.

    Vibrazioni

    Il disturbo legato alle vibrazioni dipende dal tipo di utensile, dalla sua modalità d’uso, dal peso. Si tratta all’inizio di disturbi reversibili del sistema vascolare con ripercussioni sull’apparato scheletrico; i distretti più colpiti sono le articolazioni degli arti superiori.
    Inoltre per l’attività di “scartatura”, fatta prevalentemente a mano, vi possono essere danni alle terminazioni nervose della dita con disturbi della sensibilità rappresentati da formicolii e sensazione di “addormentamento” della parte interessata.

    VERNICIATURA

    L’ultima fase della lavorazione è la verniciatura che consiste nel ricoprire il “pezzo” con una pellicola del colore desiderato. La verniciatura può essere effettuata a mano o a spruzzo ed in quest’ultimo caso è più pericolosa in considerazione del fatto che la “sostanza” usata viene nebulizzata con dispersione nell’ambiente e conseguente possibilità di essere inalata.
    Per quanto riguardo le famiglie chimiche cui appartengono le vernici rimandiamo a specifiche trattazioni; qui ci limitiamo a far presente che le stesse sono, di norma, composte di due parti : una frazione volatile (solventi e diluenti) con possibilità di dispersione nell’aria ed una frazione non volatile (resine, polimeri, additivi etc.).
    Segnaliamo inoltre che i rischi sono connessi esplicitamente al tipo di sostanza usata con possibili danni a carico di diversi organi e/ apparati.

    Rischio/danno

    Il rischio dovuto alla presenza di sostanze chimiche particolari (idrocarburi benzenici, chetoni, alcoli, idrocarburi alifatici) comporta un diverso danno a seconda della modalità dell’esposizione.

    Contatto Diretto
    Per contatto diretto si possono avere alterazioni cutanee come dermatiti, arrossamenti, desquamazioni, per una reazione abnorme dell’apparato cutaneo allo stimolo nocivo della sostanza

    Inalazione

    I disturbi si manifestano a carico dell’apparato respiratorio con infiammazione che interessa sia le alte vie respiratorie che le basse e possono portare anche all’asma bronchiale.
    Infine alcune sostanze, in particolare i solventi, una volta entrate nell’organismo e veicolate con il sangue possono portare anche a danni sistemici a carico del fegato e del rene.

    MALATTIE PROFESSIONALI

    Numerosi sono i fattori di rischio capaci di determinare lo sviluppo di patologie specifiche in tale settore lavorativo: sia le stesse polveri di legno, dotate di potere irritativo, allergizzante e, in alcuni casi, cancerogeno sia numerosi agenti chimici e fisici.

    DERMATITI

    Gli agenti chimici presenti nelle colle e nelle vernici (solventi, diluenti, catalizzatori) e le stesse polveri di legno possono determinare dermatiti da contatto, con meccanismo che può essere di tipo irritativo (dermatiti irritative da contatto o DIC) o di tipo allergico (dermatiti allergiche da contatto o DAC).

    Dermatiti irritative da contatto (DIC)

    Si tratta di quadri clinici caratterizzati, nei casi semplici, da arrossamenti o fine desquamazione lamellare e, nei casi più gravi, dalla comparsa di vescicole o di bolle.
    Le sedi interessate sono quelle del contatto, quindi mani, in particolare in corrispondenza del palmo, ed avambracci mentre il sintomo peculiare è il bruciore.
    La gravità delle lesioni cutanee è direttamente proporzionale alle caratteristiche della sostanza in questione e alla sua concentrazione.
    Le lesioni possono cronicizzare, se persiste lo stimolo irritativo, e portare ad aumento di spessore della cute con perdita di elasticità ed eventuale formazione di fissurazioni.
    Inoltre, poiché viene alterata la normale funzione di barriera della cute le manifestazioni di tipo irritativo possono rappresentare un terreno favorente lo sviluppo di una dermatite da contatto allergico.

    PATOLOGIE A CARICO DELL’APPARATO RESPIRATORIO

    Gli agenti chimici e le polveri di legno presenti nell’ambiente di lavoro, oltre che per via cutanea, possono penetrare nell’organismo anche attraverso la via inalatoria e quindi determinare effetti patologici a carico dell’apparato respiratorio.
    Analogamente a quanto si verifica nelle dermatiti, anche questi effetti possono essere legati ad un meccanismo di tipo irritativo o di tipo immunoallergico.
    Le manifestazioni più comuni sono rappresentate da rinite, spesso accompagnata da congiuntivite, e da asma bronchiale.

    Rinite e congiuntivite

    La rinite è caratterizzata da starnuti ed ostruzione nasale e si distingue dal banale raffreddoreper essere legata non a episodi stagionali ma all’inalazione di sostanze presentinell’ambiente di lavoro.
    Si accompagna spesso a fenomeni allergici a carico delle mucose congiuntivali quali arrossamento e lacrimazione.

    Asma bronchiale

    Si manifesta clinicamente con crisi parossistiche di difficoltà respiratoria dovuta all’ostruzione delle vie aeree sia per lo spasmo dei bronchi sia per l’abbondante secrezione di muco.
    Le crisi possono durare da alcuni minuti a ore e possono richiedere, in alcuni casi,l’intervento urgente del medico.
    Per la corretta diagnosi, oltre alla storia clinica descritta dal soggetto ed all’esame obiettivo rilevato dal medico, possono rendersi necessari ulteriori accertamenti quali esami della funzione respiratoria e di carattere allergologico.
    Con l’andare del tempo l’asma può cronicizzare, complicarsi con fenomeni bronchitici e portare a quadri di broncopneumopatia cronica.
     
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