La Criminologia nel 700

Light_kira

Posted on 19/8/2014, 10:08

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IL settecento è considerato la data di nascita della criminologia perché filosofi e giuristi della scuola classica iniziano a porsi il problema delle funzioni della sanzione penale che dovrebbe punire gli autori dei reati. LA scuola classica parte dal presupposto che ogni uomo ha libero arbitrio e quindi può scegliere di agire con un comportamento criminale oppure no. DI conseguenza se opta per il male è giusto punirlo con una sanzione penale Secondo Kant la pena deve avere una funzione retributiva cioè deve retribuire la società del male che è stato commesso, infliggendo al suo autore un male di eguale misura. IL filosofo propone di punire il criminale con un azione uguale a quella che ha compiuto cioè la proporzione tra male arrecato e male subito deve essere intesa in senso materiale. Ad esempio un uomo taglia un braccio ad un altro allora la stessa cosa dovrà essere fatta a costui. Kant riprende l'antichissima legge del taglione. Con Heghel si arriva ad un evoluzione perché propone una proporzione materiale e giuridica della pena. Secondo Heghel si può punire un criminale allo stesso modo con una pena diversa dal male arrecato con la sua condotta ma equivalente. Ad esempio si può utilizzare una pena detentiva che limita la libertà personale del criminale per un certo periodo in base al male che ha arrecato con la sua azione. Finalmente si forma l'idea di punire con il carcere. Entrambe le teorie propongono una sanzione penale priva di utilità perché per questi filosofi si deve solo ristabilire l'ordine violato con il crimine. Le teorie utilitaristiche propongono una sanzione penale che abbia un utilità pratica per la società. LA teoria dell'emenda propone una pena che porti il reo a pentirsi del male compiuto e a rivalersi diventando una persona migliore. Per questo obbligano i detenuti a pregare. Ovviamente questo metodo non fu sufficiente a far pentire i detenuti. Bentham al contrario propone una sanzione penale che sia utile a evitare la commissione di nuovi crimini. La pena assume la funzione di prevenzione generale cioè deve ingenerare nei consociati la paura della pena per evitare che commettano crimini. Gli studi di Bentham sono volti ad amplificare l'efficacia deterrente della sanzione penale. Bentham parte dal presupposto che il criminale sia razionale e che al momento di compiere il crimine ragioni come un operatore economico che soppesa costi e benefici. IN pratica il criminale calcola la convenienza della sua azione compiendo un calcolo felicistico. Se con la sua azione riuscirà ad ottenere un beneficio maggiore dei costi allora deciderà di delinquere ( azione= benefici > costi). IN questa equazione è ovvio che la sanzione penale rappresenta un costo. Bentham per potenziare l'efficacia deterrente della pena propone di utilizzare una pena che comporti un male maggiore della quantità di benessere raggiunta compiendo il crimine. IN questo modo i costi superano i benefici e il criminale razionale sarà indotto a non compiere il reato perché è la scelta più razionale. Per rispettare la proporzione tra pena e comportamento criminale Bentham propone una sanzione penale che superi di poco la soglia di beneficio raggiunto. Per farlo teorizza una tabella che il giudice dovrà consultare per irrogare una pena giusta. Inoltre per Bentham la pena può avere anche una funzione di prevenzione speciale cioè può rendere incapace il criminale di commettere altri reati. Per avere questo effetto il carcere dovrebbe avere la struttura del Panopticon cioè colui che tutto vede. Bentham teorizza un modello di carcere circolare con in mezzo una torre che contiene i carcerieri. I carcerieri sono posti in cima alla torre in modo che possono vedere tutto quello che succede sotto senza essere visti. I detenuti sentendosi sempre osservati saranno indotti ad evitare comportamenti criminali o di fuggire. Un altra teoria della scuola classica è quella del mantenimento dell'ordine pubblico. Secondo questi autori la sanzione penale dovrebbe:1) evitare la giustizia privata.
2) incapacitare il reo a delinquere limitando la sua libertà personale.
3) ristabilire l'ordine violato con il reato.
L'ultimo autore della scuola classica è Cesare Beccaria. Nella sua teoria la pena per svolgere efficacemente la sua funzione di prevenzione generale e speciale deve essere:
1) proporzionale cioè deve essere di poco maggiore del danno inflitto con il reato e deve togliere al reo il profitto derivante dal reato. Una pena che sia troppo severa induce negli altri cittadini un senso di fratellanza nei confronti del malcapitato e quindi può portare a sentimenti ostili verso il sistema che sfoceranno in futuro in ribellioni.
2) di pronta applicazione cioè la pena deve essere inflitta il prima possibile e dopo un giusto processo. Se si aspetta troppo tempo si affievolisce la percezione sociale del danno causato dal reato e non ha più utilità punire per un fatto che non disturba la società.
3) di certa applicazione. IN pratica il sistema penale deve essere efficiente cioè deve trovare l'autore del crimine e punirlo con una pena anche lieve ma che sia applicata senza alcuna discriminazione. Secondo Beccaria fa più paura una sanzione lieve ma applicata con certezza che una esagerata applicata di rado.
3) la pena deve rispettare il principio di legalità. Secondo il principio di legalità soltanto una legge può punire un uomo per un determinato comportamento .La legge deve essere entrata in vigore prima della commissione del fatto. La norma penale che punisce un determinato comportamento deve essere chiara e precisa in modo che ogni cittadino sappia con certezza cosa può o non può fare.

Questo secondo post è molto basato sul diritto penale che è strettamente connesso con la criminologia. SE trovate difficoltà a capire qualcosa ditemelo che provo a chiarire i vostri dubbi

Edited by Light_kira - 19/8/2014, 11:27