La Manipolazione

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    Sherlock Holmes

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    Cialdini roberto.
     
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    vorrei contribuire con un piccolo dettaglio, niente di importante ma utile da usare durante le interrogazioni,

    ho dato una materia qualche mese fa essendo decisiva sull'esito finale ero leggermente teso,
    solitamente non sono mai teso, sempre calmo :death: :death: , non avevo studiato, tante informazioni studiate in pochi giorni, durante l'interrogazioni ho iniziato leggermente a sfregarmi le mani e le sopracciglia con il pollice e scrocchiarmi le dita più volte, le pupille erano sempre sfuggenti dal contatto visivo della prof. verso la parete.
    il risultato dopo 2 domande:?? prof: Ci vediamo al prossimo esame moe :good: :good: (una settimana dopo)

    nel prossimo esame ho riconosciuto gli stimoli creati dal'interrogazione precedente e ho cercato di eliminarli, notavo la mano sx alzarsi per sfregarmi la fronte con il pollice e ho subito appoggiato la mano dx sulla sx e mi sono appoggiato con il gomito sulla cattedra avvicinandomi leggermente alla prof., ho cercato di mantenere un contatto stabile e un ritmo di parole più equilibrato, e di eliminare piccoli scatti che facevo con la testa nella prima interrogazione quando mi venivano in mente risposte dopo qualche secondo.

    beh, infine mi ha dato quel 18, senza aver approfondito le mie conoscenze nella materia

    puo darsi? che la prof abbia avuto un momento di pietà per me :P :P si
    ma rivedendo le due scene vedo molta differenza fra le 2 interrogazioni e nel modo di esprimermi sia con il linguaggio verbale che non.
     
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    Giusto, è molto importante l'aspetto esteriore per il valore che ne viene dato, specie il inguaggio del corpo, che segnala emozioni sincere. La seconda volta hai almeno segnalato più sicurezza e proparazione della prima.
     
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    Già, è incredibile quanto possa cambiare le cose la sola impressione che si da
     
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    Nell'interessante esperienza che MOE ci ha raccontato c'è anche la dimostrazione concreta che, se le emozioni influenzano la nostra CNV, è stato dimostrato di recente che è anche vero il contrario. A partire dalla postura direi, la nostra scelta consapevole di gesti e impostazioni condiziona anche il nostro stato mentale.
    Quindi, se dovete, che so, parlare in pubblico, e siete molto nervosi non vi conviene andarci mezzi piegati su voi stessi, fissando il pavimento e parlando piano!
     
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    Bravissima, questa parte ci mancava!
     
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    Dottor Watson

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    Fenomeno dalla controparte malvagia, da sempre usato per istruire terroristi (mannaggia ai comportamentisti) è il condizionamento operante, che da semplice apprendimento può passare alla manipolazione. E' ciò che succede con le slot machines, è il modo in cui addestri il cane. Ma prima bisogna fare una distinzione con il condizionamento classico.
    Il condizionamento classico riguarda comportamenti non acquisiti, noi psicologi diciamo che non amplia il repertorio comportamentale, e il soggetto è passsivo. Quindi, l'esperimento da cui la scoperta prevede un cane a cui si misura la salivazione per tutto il tempo, e gli si porta del cibo (chiamato stimolo incondizionato) e il cane inizierà a salivare forte (risposta incondizionata), ma, se precediamo la consegna del cibo da una campanella (chiamato stimolo neutro, all'inizio) e presentiamo al cane questa situazione più volte, nell'esatto ordine campanella (s. neutro) seguito dal cibo (s. incondizionato), il cane associerà la campanella al cibo, e risponderà salivando al suono della campanella, la quale è diventata uno stimolo condizionato e la risposta preventiva del cane diventa risposta condizionata. Ma il cane nel concreto non fa nulla.

    Il condizionamento operante imvece prevede un soggetto attivo, e l'apprendimento di un nuovo comportamento. Il soggetto, di solito dopo più tentativi (infatti Skinner con il c.o. approfondisce l'apprendimento per prove ed errori di Thorndike) compie l'azione giusta e viene premiato con un rinforzio (che è un premio), che può essere positivo (introduzione di uno stimolo, tipo il cibo) o negativo (eliminazione di uno stimolo avverso, tipo leggera scossa elettrica), per Skinner la punizione non funziona e non è contemplata nel c.o. Adesso, ci sono due variabili per l'apprendimento dell'azione x: la frequenza e la forza del rinforzo. Ciò che ci interessa è la frequenza, che permette di creare due programmi: c.o. a programma di rinforzo continuo, si capisce dal nome, significa che il soggetto riceve un rinforzo ogni singola volta che compie l'azione giusta e da questo deriverà un apprendimento molto rapido e intenso ma fortemente soggetto all'estinzione del comportamento corretto nel caso in cui non si presenti più il rinforzo; e il programma a rinforzo parziale in cui il soggetto non riceve sempre un rinforzo e non sa mai quando!, l'apprendimento è più lento ma l'estinzione del comportamento in assenza di rinforzo è più difficile perché, ripeto, il soggetto non sa mai quando arriva il rinforzo, ed ha il vantaggio di essere duraturo.

    Adesso, ditemi se non ha sfaccettature creepy :unsure:. Ovviamente si può contrastarlo, venedo a conoscenza dell'applicazione teorica.

    Citando la mia prof, la ragione ci dice che possiamo vincere alle slot machines, ed è vero, ma è anche vero il contrario ed è ciò che la ragione non ci suggerisce XD
     
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    Implemento anche una cosa poco approfondita che ho letto su psicologia contemporanea: la tendenza a vedere una fine, una conclusione in tutto (come nel caso dell'istruzione, vogliamo convincerci che finiremo tot anno ma non è niente vero, l'apprendimento è tutta la vita) sfocia nell'effetto Zeigarnik, per cui fino a quando un compito non viene completato resta come attivo e aperto nella nostra mente. La psicologa lituana (??) Zeigarnik l'ha notato nei camerieri che riuscivano a tenere ordini di intere tavolate a mente finchè gli avventori non avevano pagato, dopodichè giungeva l'oblio.
     
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    Ci vogliono pure dei mesi per perdere la dipendenza a un abitudine anche perché a livello neurale si creano collegamenti, che finché vengono stimolati colla pratica restano attivi e ci mantengono dipendenti.
     
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    Sì infatti sono fenomeni che puoi vedere anche nella vita di tutti i giorni, la mia prof ha fatto l'esempio di quando cambi posto alla zuccheriera e le prime volte vai sempre nel posto precedente a cercarla, ma poi prendi l'abitudine al posto nuovo perché vieni premiato con lo zucchero. Poi va be', noi abbiamo la memoria, ma è comunque una forma di condizionamento
     
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    Come guidare, che non ci pensi, e spesso capita che se ti chiedono qual è il freno e la frizione non lo ricordi. Però si rischia di sbagliare perché manca un'attenzione attiva. Captia anche nelle arti marziali, e altre pratiche, come la bicicleta o il linguaggio, non ci pensi, ma il cervello e il corpo sanno cosa fare, molte azioni non le controlliamo sempre in modo conscio. Questo mi ricorda quei test (non ricordo altro) che hanno indicato che le decisioni sono state decise prima ancora che tu ci ragioni. Anche normale, non si può pensare sempre, si impazzirebbe e farebbe male tutto.
     
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    Nooo quelle non sono forme di condizionamento, nel caso della bicicletta e dell'auto semplicemente la pratica è entrata nella memoria a lungo termine implicita, anche chiamata memoria procedurale, perché memorizza procedure come scrivere, andare in bicicletta, chiamata implicita perchè la pratica non ti permette di dargli una spiegazione anche se di norma è così. A volte è difficile separare memoria dal condizionamento perché siamo esseri umani e come hai detto tu non siamo mai noi a decidere di apprendere le cose ma è il nostro cervello XD Quindi, come esempio di riferimento il cane di Pavlov per c.c e topolino nella gabbia che riceve un rinforzo se tira la leva.
     
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    Adesso si tratta solo di capire come portare il condizionamento dalle foche premiate col cibo alle persone
     
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  14. MOE
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    Mi e venuto in mente un libro di persuasione,
    Spiegava una tecnica che serviva a far, emergere precisi stati d'animo alle persone che abbiamo davanti,
    All'inizio deciso lo stato d'animo voluto, aspetti che "tizio" si trova in questo stato d'animo, es.. si arrabbi, e mentre raggiunge il picco di quello stato d'animo fai qualche gesto , ora la cosa continua a ripetersi, (giorno dopo giorno)quando "tizio" si trova nello stesso stato d'animo, rifai il gesto, e ripeti il processo più volte, così da poter "ancorare" il gesto allo stato d'animo,,, successivamente, potrai far riemergere lo stesso stato d'animo eseguendo il gesto che prima ripetevo,, molto simile alla salivazione del cane quando sentiva la Campanella, anche senza vedere il cibo @Adso
     
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    Si le menti sono tutte simili. Per gli esperimenti psicologi si sono usati spesso animali non umani.
     
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316 replies since 23/12/2012, 00:21   3820 views
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