Il Testimone

dal punto di vista della psicologia forense

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Adso
        +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dottor Watson

    Group
    Fan
    Posts
    407
    Reputation
    +112

    Status
    Offline
    DOMANDE
    La ricerca ha rivelato che mostrare a un testimone una serie di volti, (“il confronto all’americana”, che tra parentesi è obsoleto), per chiedergli "chi era?", fa in modo che il T* scelga qualcuno, da per implicito che il colpevole sia fra quelli, anche se non sono sicuri che sia la persona che ha commesso il crimine. Infatti, il T selezionerà colui che più somiglia al ricercato. Il modo in cui è posta una domanda può quindi avere critiche ripercussioni: la forumula più corretta serebbe: la persona che ha commesso il crimine potrebbe o no essere listata, e se non è così dovresti dirlo", questo toglie ogni suggestione, e previene gli errori.
    Una domanda aperta da interrogatorio non deve essere costruita sulla base di informazioni ottenute dopo l’evento o che il T non ha ancora menzionato, non deve suggerire la risposta al T, non deve essere espressa nessuna aspettativa da parte di chi interroga. Le domande sì/no non sono bandite, possono riguardare info non ancora discusse dal T e può esserci un’aspettativa, come nella domanda “l’autista indossava una maschera?”.
    CITAZIONE
    Nel 1970 gli psicologi Loftus e Palmer fecero un esperimento: mostrarono a diverse persone il video di un incidente automobilistico, e poi chiesero ai “testimoni” di stimare la velocità dell’auto coinvolta. Ma per descrivere l’incidente usarono parole diverse: “smashed”, “collided”, “bumped”, “hit” (che è come chiedere a che velocità era avvenuto lo scontro, o la botta, o il contatto, o lo schianto). Ebbene, il gruppo con cui era stata usata la parola più “forte” (“smashed”) avevano stimato in media una velocità di oltre 15 Km/h maggiore rispetto a coloro con cui erano stata usata la parola “contacted”. Non solo: ai testimoni venne anche chiesto se erano presenti dei vetri rotti (indizio di un incidente più grave). Oltre il 30% di coloro con cui era stata usata la parola più cruenta ricordarono di averli visti, anche se nel video non erano presenti (rispetto al 10% di coloro con cui erano state usate parole più neutre).Inoltre uno non si aspetterebbe che si rompano i vetri se c’è stato “contatto”, ma di sicuro sì se invece c’è stato uno “schianto”.

    AFFIDABILITA’
    Nel determinare se la testimonianza sia affidabile o meno, è significativa la natura del crimine: se si tratta di un crimine violento, il T fornirà meno info, meno accurate (specialmente riguardo i dettagli) rispetto a un T di crimine non violento. Questo si spiega in termini di emotività e stress, che però allo stesso tempo fanno porre l’attenzione su azioni centrali che invece verranno ricordate molto bene, cosa che si collega al fenomeno del “weapon focus” di cui parlo dopo.
    Non bisogna aspettarsi che il T dia una deposizione coerente, dettagliata e fissa, perché la memoria è più complessa di così.

    Ci sono due tipi di variabili che rendono inaffidabile una testimonianza: variabili di sistema, dove il problema è sotto il controllo del sistema giudiziario-criminale, come le domande suggestive, che già contengono al loro interno un suggerimento per quale possa essere la risposta; e variabili di estimazione, quando il sistema non ha potere, ad esempio se il colpevole era travestito o troppo lontano, perciò impossibile da identificare.

    REQUISITI DI ESTIMAZIONE
    il T deve aver visto il colpevole a non più di 15 m di distanza dall’evento, e non minore a un illuminazione di 15 lux.
    Si ricordano meglio gli eventi invece che i dettagli.
    Non sono molto bravi a stimare la durata temporale, la distanza, l’accuratezza del ricordare le date è minore se è passato molto tempo (a una settimana di distanza la percentuale di esattezza è dell’85-90% circa, e a tre mesi 15-20%). Inoltre esiste una forte tendenza a stimare un evento prima di quando è effettivamente accaduto (forward telescoping). Riguardo l’altezza, c’è una sottostima di 35,56 cm o una sovrastima di 20,32 cm, il peso risulta con una sottostima di 44,45 kg e una sovrastima di 16,33 kg. In generale, le persone (tranne le donne, in cui questa tendenza è minore) usano il loro peso e altezza come misura standard. Per questo motivo può essere utile ottenere giudizi relativi: ad esempio se il colpevole era vicino alla porta, si può chiedere quanto era basso rispetto alla porta.

    Bisogna considerare anche le caratteristiche del T stesso:
    il genere sembra essere influente a volte sì e a volte no, e ci sono state ricerche dai risultati contrastanti, pare che i dettagli di crimini violenti erano meglio ricordati dagli uomini, ma nei crimini non violenti non si è vista differenza, mentre le donne paiono ricordare meglio le date;
    l’età è influente quando di parla di anziani, siccome dopo i 70 anni peggiora l’udito e la vista e può esserci anche un declino dell’attenzione, poi le ricerche si sono concentrate specialmente sui bambini, che forniscono meno info e sono meno affidabili praticamente per ogni caratteristica di cui ho parlato, ma alcuni singoli bambini possono testimoniare come un adulto con le giuste tecniche dell’intervistatore.

    COTESTIMONIANZA
    E’ importante notare se c’è più di un testimone al crimine, cioè COTESTIMONIANZA, perché nel scambiarsi testimonianze (cosa che succede pressochè sempre) possono influenzarsi a vicenda, aggiungono dettagli alla loro memoria in seguito all’incidente perché hanno preso quei dettagli dal racconto di qualcun altro. Ma questo può succedere anche leggendo sui media, o in modo indiretto, cioè ascoltando un’altro T, o tramite uno che non è necessariamente un T. Questi fenomeni di CoT sono disastrosi, perché le info ricevute dopo l’evento entrano nella memoria dell’evento stesso, così le testimonianze diventano simili, per ciò la polizia preferisce sempre che i T non si parlino fra loro, infatti dovrebbero essere separati e interrogati da soli.

    CECITA’
    C’è un ovvio coinvolgimento della “cecità da disattenzione” e “cecità da cambio”, fenomeni in cui si vede ma non si osserva: nel primo la cecità è causata dal portare tutta l’attenzione su un unico dettaglio; nella seconda è una cecità in cui non ci si accorge che un dettaglio è cambiato. Esempio iconico: il video in cui devi contare quanti passaggi con la palla fanno i ragazzini.
    Questi sono importanti perché succede che un testimone si concentri esclusivamente, ad esempio, sull’arma del criminale a discapito delle sue caratteristiche fisiche, e quindi in seguito non sappia dire nulla sull’assalitore: un fenomeno chiamato “weapon focus”.

    FALSI RICORDI
    Il meccanismo cognitivo dei falsi ricordi di solito è il Paradigma DRM*, cioè quando a partire da degli imput tutti connessi a un concetto che non viene nominato, il soggetto successivamente ricorda falsamente di aver ricevuto l’imput del concetto innominato. Se non mi sono spiegata bene, ho messo sotto il link a Wikipedia!
    Le cause sono diverse: le domande suggestive, la cotestimonianza; un’altra possibile causa può essere il modo in cui organizziamo la memoria: ci possono essere degli “schemi episodici”, che permettono di immagazzinare conoscenza di eventi facendo uso di info che rendono “tipico” l’evento, così il T può dire cose che non sono vere su un evento, semplicemente perché generalizza (questo può succedere nei casi di abuso che si ripete). Una tecnica interrogatoria per ovviare al problema è fare domande tipo: descrivi la prima o l’ultima volta, descrivi istanze particolari e memorabili.

    INTERROGATORIO COGNITIVO
    Si svolge attraverso 4 tecniche. Si può anche iniziare familiarizzando con il T, e durante l’intervista non bisogna mettergli fretta o interromperlo.
    1. Context Restrainment
    Il C.R. è il fenomeno per cui si è in grado di ricordare meglio un evento se si è nel contesto in cui l’evento è avvenuto. L’ideale sarebbe interrogare i T sulla scena, ma spesso è impossibile, quindi si chiede ai T di immaginarsi la planimetria del posto, con i suoi oggetti, le forme, i colori, i suoni, le persone.
    2.Domande aperte: “raccontami tutto ciò che ricordi, non lasciare fuori nulla, non modificare nulla”.
    Questa semplice domanda previene molti dubbi che potrebbe costruirsi il T: nel momento in cui si fa una domanda, il T deve decidere che cosa raccontare e cosa no, e succede spesso che anche il più collaborativo dei T ommetta spontanemante delle cose, perché pensa che l’investigatore già ne sia a conoscenza, perché lo ha già detto un altro T, perché non lo ritiene importante, perchè non è sicuro che sia così. E’ importantissimo per la visione più ampia del caso che l’investigatore debba ascoltare tante volte gli stessi dettagli, perché anche anche solo una volta mancata o una volta in più potrebbe ribaltare tutto. Le seguenti domande sugli argomenti devono essere poste nello stesso ordine in cui il T ha raccontato quegli eventi. Può sembrare paradossale, ma per ottenere più info possibili non bisogna fare tante domande, perché interrompono il T dal parlare, anche perché ad ogni domanda c’è rischio di contaminazione, perciò l’obiettivo è porne il meno possibile. Ovvero, non ci si può basare sulle proprie capacità comunicative di tutti i giorni, e bisogna indurre anche il T a infrangerle: nella comunicazione di tutti i giorni rompe le palle dare troppi dettagli, invece in questo contesto è l’obiettivo primario.
    3. Cambiare l’ordine degli eventi
    Si può chiedere al T di raccontare tutto dall’ultimo evento al primo, oppure a partire da un aspetto memorabile per andare avanti o indietro. Questo serve per assicurarsi che il T non abbia ommesso nulla a causa degli “schemi episodici”, e ovviamente così è più difficile mentire (una persona che si prepara una bugia lo fa sempre a partire dall’evento più vecchio in avanti).
    4. Cambio di prospettiva
    E’ un altro modo di provocare la memoria: far pensare al T al ruolo delle altre persone coinvolte.

    RICONOSCIMENTO FACCIALE
    Dal punto di vista della psicologia, questa è una tecnica problematica perché la mente umana tende sempre a considerare un volto in modo olistico, cioè non come la somma di più caratteri particolari ma solo nell’insieme, e ricordare un volto è più difficile rispetto a riconoscerlo. Ci sono programmi come PhotoFit e E-Fit ma non sono molto efficaci, infatti non hanno valore di prova. Inoltre il 2.5% della popolazione è affetta da prosopagnosia (compreso Oliver Sacks): l’umano ha specifiche aree del cervello per riconoscere i volti, mentre nella prosopagnosia non è così quindi vedono i volti, compreso il proprio, come vedono gli oggetti.
    Si pensa che siamo più bravi a riconoscere volti di persone della nostra età e con cui siamo frequentemente in contatto, e anche delle persone della nostra stessa etnia.
    Un altro problema con il riconoscimento è il “trasferimento inconscio”, cioè quando un T davanti a un sospettato (che è innocente e non era presente sulla scena) pensa di stare guardando il colpevole perché trova il volto familiare, che sì ha visto in passato, ma non è coinvolto. Un modo per ovviare a quest’ultimo problema, e anche al problema per cui i T si sentono obbligati a scegliere una persona quando si mostrano a loro le foto di possibili responsabili, sarebbe aggiungere alla lista delle foto una siluette etichettatata come “uomo misterioso”, così che il non scegliere diventi un’opzione fisica.


    *T= testimone
    *https://it.wikipedia.org/wiki/Paradigma_DRM


    FONTI:
    1.PRINCIPALE: https://www.open.edu/openlearn/ocw/mod/ouc...68093§ion=1, su cui si possono trovare esercizi per capire meglio i concetti, compresi di video e domande a crocette, e ti permettono di seguire un caso da due approcci diversi. E' gratis e non bisogna per forza registrarsi; inoltre ci sono moltissimi altri corsi fatti bene come questo.
    2. discussioni e link dal nostro forum https://metododeduttivo.forumcommunity.net/?t=57402871&st=15

    Ripropongo inoltre questo documento, che mi è molto piaciuto perché è in italiano e perché parla anche degli aspetti storici dell’interrogatorio, della legislazione statunitense e fa una bella riflessione sulla coercizione, il Dr Cannavicci dev’essere un grande https://attiemodellidipoliziagiudiziaria.e...ERROGATORIO.pdf
     
    Top
    .
5 replies since 5/8/2019, 23:38   138 views
  Share  
.