Omicidio Fanella, altri due fermi. Uno è un ex esponente dei Nar

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    Omicidio Fanella, altri due fermi. Uno è un ex esponente dei Nar
    L'ex cassiere di Gennaro Mokbel era stato freddato a Roma, probabilmente in un tentativo di sequestro. In manette due piemontesi legati al mondo dell'estrema destra. Uno è Egidio Giuliani, citato anche nelle carte della strage di Piazza Fontana. Già detenuto Giovanni Battista Ceniti, ex di casa Pound ferito nell'azione


    di Andrea Palladino | 9 settembre 2014

    Due persone sono state fermate dalla squadra mobile di Roma per l’omicidio di Silvio Fanella, l’ex cassiere di Gennaro Mokbel ucciso il 3 luglio scorso nel quartiere della Camilluccia. Si tratta di due italiani pregiudicati, residenti in Piemonte e gravitanti nel mondo dell’eversione di destra. Uno di loro – fermato dopo un pedinamento nel quartiere Prati della capitale – è un ex appartenente ai Nar, il gruppo eversivo neofascista attivo negli anni ’70. L’ex Nar è Egidio Giuliani, originario di Sora, in provincia di Frosinone, che per anni ha abitato e operato tra Roma e Viterbo. E’ stato fra l’altro compagno di cella di Pierluigi Concutelli, nome di prima grandezza del firmamento “nero”. Il secondo uomo è stato fermato in un appartamento a Novara.

    I due indagati sono sospettati di aver fatto parte del commando che ha tentato di sequestrare Fanella, in un’azione terminata con l’omicidio. Sul posto rimase ferito Giovanni Battista Ceniti, un ragazzo di 29 anni residente a Verbania, esponente di movimenti di estrema destra, militante fino ad un anno e mezzo fa di Casa Pound. L’obiettivo dell’azione – secondo la ricostruzione degli investigatori – era appropriarsi di parte del bottino della truffa “Telecom-Sparkle Fastweb”, considerata dai magistrati romani una delle più gravi della storia criminale italiana.

    Silvio Fanella era ritenuto l’uomo che gestiva i conti correnti segreti e il traffico di diamanti che facevano capo a Gennaro Mokbel. Poche ore dopo l’agguato i carabinieri del Ros individuarono il nascondiglio segreto dell’ex cassiere del gruppo in una casa in provincia di Frosinone, dove hanno ritrovato – nascosti nel sottotetto – diamanti e gioielli per un valore di diversi milioni di euro. Già nel 2012 un altro gruppo proveniente dalla zona di Melfi tentò il rapimento di Fanella, che fallì all’ultimo momento. Per quell’episodio i carabinieri del Ros hanno fermato lo scorso luglio tre persone, attualmente detenute in carcere.

    Il nome di Giuliani è ben noto nelle cronache giudiziarie sulla destra neofascista. Il giudice istruttore Guido Salvini ricorda nella sentenza-ordinanza sulla strage di Piazza Fontana le azioni del gruppo guidato dall’uomo arrestato questa mattina per l’omicidio Fanella. Secondo la testimonianza della sua ex convivente, Laura Lauricella, Egidio Giuliani “nel luglio del 1980 aveva consegnato una grossa partita di esplosivo a due elementi della zona di Latina, Benito Allatta e Silvio Pompei, i quali dovevano fare un “grosso botto”. Nella ricostruzione firmata dal giudice Salvini si aggiungono altri elementi sulla pericolosità dell’esponente dei Nar: “Un altro componente del gruppo, Marco Guerra, dichiarava in seguito che Egidio Giuliani, sin dal 1978, era assai abile sul piano tecnico a confezionare ordigni esplosivi costituiti da tubi di piombo riempiti di polvere da mina e cioè proprio il tipo di ordigno utilizzato per l’attentato al Comune di Milano”.

    Giuliani – dopo una prima incriminazione – venne poi prosciolto dall’accusa di aver fatto esplodere un ordigno davanti al comune di Milano nell’estate del 1980. L’ex Nar aveva contatti anche con la malavita organizzata, soprattutto in ambito romano, come ha ricostruito Salvini. Il “gruppo Giuliani” era ritenuto una sorta di crocevia “tra il gruppo di Gilberto Cavallini, il gruppo di Costruiamo l’azione, (erede della vecchia struttura di Ordine Nuovo e guidata da Paolo Signorelli) e la malavita comune, distinguendosi per i suoi compiti spiccatamente logistici e di supporto, quasi si trattasse di una struttura di servizio per più realtà”.
     
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